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mercoledì, Novembre 27, 2024
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Se 25 possono bastare

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copertina Electricity

25 brani invece che 20: weekend generoso in quanto ad uscite interessanti.

Intendiamoci, esce fin troppo materiale settimanalmente: è impossibile stare dietro a tutto e non è detto che tutto sia memorabile e/o indispensabile eccetera.. Insomma, nulla che non abbiate letto altrove tante volte. E poi conta anche quanto si è “ispirati”. A volte 20 brani sembran troppi; altre, come a questo giro, sembrano non bastare nemmeno 25 tracce.

Ordunque, i nostri “due cents” sugli ascolti del weekend:

  1. Caetano Veloso è Patrimonio dell’Umanità, qualora non si sapesse ancora. “Meu Coco” è lezione di stile e di vita. Gloria a lui e a chi lo segue;
  2. Ristampe e dintorni: a volerle considerare tutte, avremmo stilato come spesso potrebbe accadere un’eccellente playlist. Abbiamo pescato dal mazzo i Replacements della deluxe edition di “Sorry Ma, Forgot To Take Out The Trash”, esordio del 1981; le b-sides e rarità di Nick Cave e soci; la ristampa estesa di “Civilian” dei Wye Oak e soprattutto un inedito live in Seattle del 1965 di John Coltrane che suona integralmente “A Love Supreme”, una gemma a dir poco preziosa;
  3. Il folk gentile di Bedouine; le cover French Pop di Jarvis Cocker; l’album n.34(!) dei Guided By Voices; l’esordio low-profile della ex Black Flag Kira Roessler, melodie e rumori stridenti mescolati con sapienza dai Deerhoof; le rifrazioni psichedeliche dei Tonstarrbandht, di cui scrivere il nome corretto è già un’impresa…ce n’è per tutti e c’è di tutto un po’ e dura anche di più.

La mia “intro” invece dura meno del solito e non so se sia effetto dei primi freddi autunnali o meno: facciamo che ci divertiremo insieme a scoprirlo, settimana dopo settimana. Nel frattempo, buon ascolto.

“Capitani Coraggiosi”

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Erasmus+ Sport
Selezionatori e selezionati, partner

Partito il lavoro di “Capitani Coraggiosi”, azione, del progetto “Free to be, Free to play”, cofinanziato dalla Commissione Europea, nell’ambito del programma: “Erasmus+ Sport” e, coordinato, dall’Associazione Sportiva Dilettantistica Disabili “Crazy Ghosts” di Battipaglia. Partner: Wyzsza Szkola Biznesu I Nauk O Zdrowiu (Polonia), Aktif Gençlik ve Spor Kulübü Derneği (Turchia), Associazione Sportiva Dilettantistica Dojo Karate Pyros (Italia), Associazione Sportiva Dilettantistica Margherita Sport e Vita Basket (Italia). In collaborazione con: Zeus, Team Campania Special Olympics Italia, Luigi Castaldi Group (Food & Beverage) e, lo speciale supporto di Sporting Club Picentia.

   Tre, le Regioni che maggiormente, si faranno carico delle fasi progettuali, Campania, Basilicata e Puglia, adoperandosi anche, dell’organizzazione di manifestazioni atte, alla sensibilizzazione del territorio. Allo stesso modo, i partner stranieri, applicheranno, sul proprio territorio nazionale, le esperienze acquisite in Italia per poi, porre a confronto, le diverse peculiarità riscontrate e trarre, le dovute conclusioni progettuali, atte, si spera, a creare un “genitore responsabile” che sia capace di indirizzare al meglio, la necessaria inclusione, della propria progenie, nel mondo dello sport e, del lavoro.

   Iavarone, definisce tale figura con: <<quell’adulto responsabile, capace di accompagnare, sollecitare, promuovere la crescita del proprio figlio, o minore a lui affidato, in un clima di benessere e di relazione adeguato>> e nello sport, sono presenti molteplici fattori che ne definiscono il profilo educativo: “il rapporto continuativo con un adulto di riferimento (l’Allenatore/Tecnico Sportivo), l’ordine e la disciplina (regole e comportamento), l’insegnamento/apprendimento che, hanno per oggetto, un particolare sport; la verifica/selezione; la vittoria e sconfitta, come dispositivo di consapevolezza di sé (individuale e gruppale), la tensione miglioristica; il sacrificio”; lo sport inoltre, rappresenta, anche un dispositivo di crescita, in grado di affondare le radici, nei mondi di vita delle persone, di mobilitare le loro emozioni, di mettere in moto, i loro universi affettivi.

   Con “Capitani Coraggiosi”, grazie alla collaborazione della Fondazione Picentia di Pontecagnano e dello Sporting Club Picentia, si concretizza, un’opportunità di inclusione lavorativa e sportiva di ragazzi con disabilità, nell’ottica della creazione di una sinergia, tra mondo sociale e sportivo, destinata, a fare emergere le potenzialità di ciascuno, indipendentemente, dalla propria situazione esistenziale.

   La prima parte effettiva, si è realizzata, in questa prima due giorni, presso la sede della Fondazione Picentia, con la selezione di solo tre destinatari (purtroppo), che saranno i fruitori del progetto di inclusione posto in essere (i fondi, solo questo, ad oggi, consentono), alla presenza dei due esaminatori: Gianluca Raffone (Psicologo dello Sport e Psicologo Regionale della FiGC) e Jessica Anselmi (Psicodiagnosta); e, con la presenza: del Presidente CIP Regionale Campania, Carmine Mellone; del Presidente della Fondazione Picentia, Giuseppe Bisogno e del Fiduciario locale del CONI, Luigi Di Maio.

   Continuate gente, che di social vicenda, appieno vi interessate a dare esempio, all’altre genti, che di solo fiato, san riempire le bocche (LdM)..

Mondiale FK, un passo nella realtà

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Il podio mondiale KL
La premiazione mondiale WAKO nella KickBoxing tatami

   Un sogno lontano… Oggi, un sogno Mondiale di Bronzo.. per il momento…

   Così, in breve, si potrebbe sintetizzare il percorso sportivo di Aniello “Nello” Iannone, iniziato, qualche tempo addietro, negli sport da combattimento, nel suo caso e nello specifico, la specialità della Kick Light nella KickBoxing, FederKombat (DSA Effettiva del CONI).

   Un percorso, intrapreso, fra le mura della Fitness Club di Mercato San Severino, con il M° Raffaele De Nicola (oggi, responsabile Regionale Campania, della specialità).

   Al suo secondo Mondiale, in maglia Azzurra, stavolta, ha centrato obiettivo, aggiudicandosi la terza piazza a Jesolo (PalaInvent – 15/24.10.2021 – Kg.-89 Senior). La gara, è anche trampolino di lancio per la qualificazione per i World Games (Alabama, USA, 2022) ed i World Combat Games (Asia, 2022). Certifica, soprattutto, l’ufficialità partecipativa, ai Giochi Europei 2023 della KickBoxing (con il Full Contact, il Point Fighting e il Light Contact) e della Muay Thai (Olimpiadi Europee – 21.06/02.07.2023, Cracovia); importante sottolineare che, il 21.07.2021, la WAKO (World Association of KickBoxing) e l’IFMA (Federazione Internazionale delle Associazioni MuayThai), insieme a FIAS (International Sambo Federation), hanno ottenuto, dal Comitato Esecutivo del CIO (in base ai criteri richiesti dalla Carta Olimpica), il riconoscimento ufficiale. Nella stessa manifestazione veneta, l’Italia, tramite la sua dirigenza, riesce a rappresentare il Mediterraneo, “portando a casa”, l’elezione a Vice Presidente della WAKO Mediterranean, di Donato Milano (19.10.2021 – già Presidente in carica, della FederKombat nazionale), un buon regalo di onomastico, per “Donato” (22.10). La sola specialità, in questo internazionale evento, incassa: 1 Oro, 1 Argento, 5 Bronzi, nelle altre, l’Italia FederKombat, non è stata da meno ed è, ancora in corsa.

   “Nello”, è cresciuto ancora, non solo fisicamente, non solo anagraficamente, è cresciuto dentro, cresciuto agonisticamente, ha maturato ulteriore esperienza, ha saggiato diversamente, il rappresentare il proprio Paese, la maglia Azzurra. Seppur infortunato, nel precedente incontro di qualificazione, ha cercato di tener piglio, all’avversario Argentino e guadagnarsi poi, la finale; purtroppo l’acutizzarsi del dolore, durante i round che stava eseguendo, seppur in vantaggio, hanno acceso una lampadina di allarme nella sua mente, facendolo mollare, nella terza ripresa. Questa parte, deve ancora essere metabolizzata dall’Atleta e soprattutto, controllata, dal suo subconscio. Forse, anche, l’appagamento, nel raggiungimento del podio, seppur ad un gradino, da quello più alto, gli ha fatto mollare verve, in qualche modo. E’ giovane, dovrà ancora imparare, a scapito, della “propria pelle”.

   Quel che conta, egoisticamente parlando, l’aver riportato medaglia “importante” in Provincia di Salerno; in questa discipline, mancavano da un po’. Aver dato lustro, alla società di appartenenza ed essere (carico non da poco), nuovo esempio, per le future generazioni salernitane e sostegno, ai compagni di allenamento che da sempre, si sostengono l’un l’altro, come in tutti i team, dovrebbe accadere; ciò premia, ancora una volta, in risultato ed aggregazione, social sportiva, il lavoro di Raffaele (anche in questo caso, un bel regalo di onomastico, 24.10..(LdM)..

FiJLKAM Campania – Riunione Direttivo

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Consiglio FiJLKAM Campania
Riunione Direttivo FiJLKAM Campania

Si è riunito, ieri, in forma, quasi plenaria, il Comitato Regionale Campania FiJLKAM, alla presenza dei Vice Presidenti, Esposito (Lotta), Mirabella (Karate), ovviamente, del Presidente Regionale in carica, Antonio Bracciante e del Segretario, Antonio Di Virgilio, ad esclusione, del settore Judo, e, con la presenza dei Fiduciari regionali: Desiderio (Aikido), Di Maio (MGA), Stanzione (Ju Jitsu).

   Tale “sinodo”, svoltosi a Salerno, per la prima volta, si è tenuto nella splendida location, messa a disposizione dalla Ginnastica Salerno, nel palazzetto “AcquaMare”, situato all’interno, dell’area Regionale Campania, di Salerno, alla Via Generale Clark.

   Nel rispetto delle procedure Covid 19, all’oggi, poste in essere (Green Pass, misurazione delle temperature corporee, etc.) e, degli ingressi nell’area, autorizzati dall’Ente, si è sviscerato l’Ordine del Giorno, pre inviato alle parti cointeressate, scaturendo, partecipati interventi, dopo l’introduzione e le comunicazioni istituzionali, le varie approvazioni e delibere adottate, sono state effettuate, nel rispetto cronologico definito.

   Interessanti, i progetti di visibilità, rinviati, per ordine di tempo e priorità, all’anno a divenire, denominati: FiJLKAM Day e Oscar dello Sportivo – 2021 che, dovrebbero “trovar luce”, grazie alla collaborazione interdisciplinare, di tutti i settori Federali, coordinati o coadiuvati, da un organo “super partes” che li indirizzi e trovi collante, fra le parti cointeressate. La “prima”, seppur nei tempi ristretti, quale “prova di banco”, dovrebbe essere realizzata, nei primi mesi del 2022.

   Il Comitato Regionale Campania FiJLKAM, ha cambiato marcia, forse anche direzione, comunque, strettamente collegato alle linee Federali. Dall’ultimo rinnovo delle cariche, un’aria nuova, rinnovata, in quasi tutti i settori, alimenta, con tanti rigagnoli, quel fiume in piena, che volge verso il mare. Tutti, pare, abbiano questa sensazione, anche chi, continua a remare contro o non vuole accorgersi, che i tempi son cambiati. Bracciante, guida un gommone da rafting, giù per le rapide di quel fiume, i sobbalzi non mancano, urti compresi, contro rocce, che sembrano affilati ma, il remo è ben saldo nelle mani di ognuno dei vogatori e la voce, anche nel rumore assordante, si fa sentire, incoraggia, ambisce alla meta. Certo, i calli alle mani, si faranno sentire e vedere, sicuramente, non sono quelli, da andirivieni di calore di gioventù, fin ora posti in essere. Che voce resti, abbia suo ruolo, sia mediatore ma, sia anche imperioso, personalistico di chi, detta “Via”. Si può sbagliare, certo, ma lo sbagliare è sempre di chi si mette in gioco, invece di aspettare che manna, cali dal cielo (LdM)..

Di canzoni, messaggi e Storie varie

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copertina Electricity

In primis, per la serie “Una canzone, un messaggio”, un classico:

E dopo la cronaca, passiamo alla SONGWEEK numero 40, che è molto meglio.

Si apre nel segno di Pat Fish (alias Patrick Huntrods) anima dai primi ’80 di Jazz Butcher, scomparso martedì scorso e a cui idealmente la playlist è dedicata. “Uno dei pop writers più brillanti ed incisivi che l’Inghilterra abbia prodotto dai giorni gloriosi di Ray Davies e Pete Townshend”, disse di lui Alan McGee della Creation Records, sua casa discografica dal 1988 al 1995.

Mentre un’antologia di singoli, già programmata, uscirà già per novembre, una buona notizia è stata diffusa da alcuni musicisti suoi amici: l’arrivo di un nuovo album per il 2022, cui il musicista stava lavorando e che sarebbe stato il suo primo in un decennio (su Soundcloud, per commemorare, è stato già diffuso un brano). Nel frattempo, fate man bassa di tutto ciò che trovate, in rete e sugli scaffali dei record stores, a nome Jazz Butcher, se non avete mai approcciato questa sigla: ci ringrazierete e pure tanto,ne siam certi.

Pat Fish alias Patrick Huntrods

Sempre sul fronte Storico con la “s” doverosamente maiuscola, la Songweek con un brano omaggia anche i leggendari Faust, nome cardine ed imprescindibile del kraut rock dei ’70. La tedesca Bureau B, con tirature limitate sia in cd che vinile, ha pubblicato ufficialmente questo weekend “1971-1974”, sontuoso box set che celebra i 50 anni del progetto, mettendo insieme la discografia dei nostri piu’svariate rarità, su tutte il mitizzato album “Punkt” del 1974, mai pubblicato ufficialmente, sebbene i fan ne abbiano ascoltato negli anni il materiale qui e là su varie uscite e che fu realizzato negli studi di Giorgio Moroder. Uscita impegnativa anche sul fronte economico, ma una di quelle per cui, sicuramente, la spesa vale l’impresa.

Dall’Inghilterra, via Germania, si approda in Perù, sempre sul filo della Storia che conta con Susana Baca che con il nuovo albo “Palabras Urgentes” festeggia nel migliore dei modi mezzo secolo di attività artistica, importante anche per i risvolti extra-musicali (come insegnante,etnomusicologa e addirittura per un breve periodo Ministro della Cultura). Un lavoro eccellente,targato Real World, e a proposito del boss di quest’ultima, Peter Gabriel: pare che dopo circa 20 anni qualcosa di nuovo bolle in pentola e potrebbe arrivare prima di quanto si pensi. Ma noi non v’abbiamo detto nulla,eh, sia chiaro.

Foto di Susana Bca

Rimanendo in Sudamerica a raccontare Storie importanti, c’è anche da segnalare quella del compositore Arthur Verocai (classe 1945) autore di un unico eccellente album nel 1972. Ignorato dai più per decenni, fino a quando negli anni 2000, il disco e il suo autore sono stati ritenuti molto influenti fuori dai confini patri, il nostro è tornato a comporre dopo un trentennio speso a fare jingle pubblicitari: dopo gli Hiatus Kaiyote sempre quest’anno, sono adesso i Canadesi “BADBADNOTGOOD” per il nuovo “Talk Memory” a godere della sua partecipazione (non l’unica del disco, perchè si segnalano anche Laaraj e Brandee Younger).

Foto di Arthur Verocai

Il risultato? Ascoltate un assaggio con “Beside April” e fateci sapere, magari anche sulla pagina FB di Electricity, che invitiamo come sempre a tener d’occhio quotidianamente.

Poi per concludere con le Storie e tornando in Inghilterra c’è anche Billy Bragg, con il nuovo “The Million Things That Never Happened”: il cantautore socialista per antonomasia sa ancora arrivare al cuore delle cose oltre che di ascolta, con penna arguta e commovente. Una sicurezza instancabile, anche in tempi duri come quello che viviamo.

Attorno a queste Storie, su due fronti musicali differente ma ugualmente intensi da sempre, si distinguono gli albi di Thalia Zedek e Karen Peris e ancora le varie sfumature di folk di Shannon Lay, Myriam Gendron,Declan O’Rourke ecc…

Le parole son importanti, diceva il tale, ma è importante anche spenderne il giusto, anche se non ce ne sono per tutti gli artisti. Ma è fondamentale, poi? Mentre ci pensate, premete play e ascoltate, le risposte arriveranno da sole.

Collegiale FederKombat Campania

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collegiale Kick light Campania
Contatto leggero e allenamenti mirati

   Si sono svolti oggi, i collegiali tatami, a contatto leggero, della FederKombat Regionale Campania, presso la SSD Fitness Club di Mercato San Severino, guidati dal responsabile Kick Light, Raffaele De Nicola, supportato, da Michele Del Percio (Coordinatore tatami) e Luigi Di Maio (già responsabile Light Contact, ma ora, nella veste, anche istituzionale, di Vice Presidente regionale, in vece del Presidente in carica, Gianni Di Bernardo). La riunione, programmata, fra le attività istituzionali del Comitato, si è svolta nel pieno rispetto delle normative Covid 19, vigenti e, con il controllo dei green pass e temperature, all’ingresso della struttura, ospitante.

   La nota negativa e dolente, è la quasi totale assenza delle società partenopee e limitrofe, ad eccezione del M° Mastrominico; presente invece, parte dell’avellinese, con la KB Avellino, del salernitano, con appunto, la società ospitante, la APD Bu Sen Salerno e la ASD Polisportiva Poseidon, di Capaccio/Paestum (neo affiliata).

   Presente, anche l’Azzurro, Iannone Aniello, della Fitness Club di Mercato San Severino, prossimo alla partecipazione ai Mondiali di Jesolo (18/24 Ottobre 2021), specialità, Kick Light (kg.-89), in rappresentanza degli Atleti della Nazionale Senior della FederKombat (DSA Effettiva del CONI) ed in rappresentanza dei Master, Pasquale Basso (Light Contact e Kick Light, con tantissimi podi nazionali e diverse convocazioni ai raduni maggiori federali).

   Vero è, che con la pandemia sopportata ed ancora in parte, vincolante, tutte le attività sportive, adesso, stanno subendo una concentrazione di appuntamenti, che di fatto portano, un sovraccarico organizzativo, come pur vero, il carico di carico di lavoro allenativo, sopportato dagli Atleti, di non facile gestione. Come vero, che tali impegni, portano, alla sistematica assenza familiare ma, anche in questo caso, chi ha scelto di “vivere” di sport e, nello sport, sa che diversamente, non vi sono altre alternative, se non abbandonare la propria struttura, in giorni diversi, dai festivi; come sa o dovrebbe sapere, che i sacrifici, sono parte integrante, di tale tipologia di attività e quanto, sia importante, poter interagire, interscambiare, umilmente, informazioni, con i propri colleghi di passione.

   Resta il fatto che, tali iniziative, tali incontri, portano un miglioramento tecnico/qualitativo, facilmente riscontrabile, oltre, alla non piccola constatazione, della parte aggregante instaurante, che costruisce, nel tempo, una trasversale, compattezza regionale, rendendola, più forte, competitiva e, politicamente più coesa e visibile. A tutto questo, si aggiunga la possibilità, fra gli Atleti, di poter misurarsi con colleghi di altre entità e per i Tecnici, di collaudare e testare, il proprio lavoro, fattivamente e senza eccessivi carichi stressanti. Se, lo capissero tutti ma, a quanto pare, capire, non è per tutti (LdM)…

MGA Sezione Campania FIJLKAM 2021

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MGA
Circolare Regionale FiJLKAM MGA

   Pronta, finalmente, la circolare per il Corso di Aggiornamento Obbligatorio 2021, destinato ai Tecnici abilitati nell’MGA Campania, in FiJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali). L’MGA (Metodo Globale Autodifesa), è l’unico metodo, certificato e riconosciuto, dalle Forze Armate italiane e, a livello Ministeriale.

   La Federazione ha voluto che, in tale tipologia di Difesa Personale, fossero inserite, tutte le tecniche adottate, dalle discipline da essa, riconosciute. Infatti, è un programma tecnico multidisciplinare, fondato sui principi della flessibilità e di cedevolezza, principi, su cui si fondano, tutte le Arti Marziali.

   Metodo, applicabile a persone di ogni età, sesso o costituzione fisica, volto, alla riscoperta delle proprie potenzialità istintive, unite, all’esigenza di aumentare, il livello di consapevolezza, del proprio potenziale difensivo, in caso di necessità.

   La metodologia, pensata e sviluppata come sistema da offrire, nei vari livelli di apprendimento, a gente comune e che contiene, comportamenti di prevenzione ed elementi informativi, per evitare le circostanze di pericolo più comuni. Completano, “il quadro” di offerta, elementi, sulla Legislazione e della Psicologia, applicati, alle situazioni di rischio.

   Un percorso iniziato, in Campania, nel lontano 2001, a Ponticelli, ad opera e spinta, del compianto M° Cesare Baldini che, con Locatore e Maccaro, tracciarono le prime linee guida, di questa metodologia sulla Difesa Personale. Già all’epoca, era sentita e richiesta, la necessità di dotarsi, quantomeno, di parametri ed indicazioni, nel quotidiano vivere delle città; Napoli, fra queste. Su questa scia, l’APD Bu Sen Salerno (29/30 Maggio e 25/26.09.2010 c/o la Palestra “Reggimento Cavalleggeri Guide”), organizzò a Salerno, sotto la guida dell’allora “reggenza” nazionale del settore (con Giancarlo Bagnulo, Enzo Failla e Cinzia Colaiacono, supportati dalla psicologa, Marianna Pertoldi), il 1° corso di Abilitazione all’Insegnamento per 3° Livello MGA.

   Il 20.11.2021, a guidare il primo corso di aggiornamento obbligatorio, della nuova era dell’MGA Campania, dopo il fermo pandemico (che ha inginocchiato il Mondo) e, le ultime elezioni regionali, sarà, l’attuale Presidente della Commissione Nazionale Federale, Vincenzo “Enzo” Failla (gli altri componenti della commissione sono: Giovanni Galatolo, Fulvio Rossi, Massimiliano Leone – cooptato) che, sarà supportato dai fiduciari: Giovanni Desiderio (AIKIDO), Pasquale Stanzione (JU JITSU), dai Tecnici indicati dai settori: Judo, Lotta, Karate; e, dai componenti della commissione regionale dedicata: Domenico Farina, Luigi Garofalo, Riccardo Marzi. Il Fiduciario, incaricato, (prot. 08 del 24.06.2021), Luigi Di Maio, che sostituisce, l’uscente Mario Dell’Aquila, al quale, è rivolto ossequioso ringraziamento, per il lavoro svolto in questi anni ed un particolare e personale, ringraziamento, guideranno questo percorso, di progressiste idee (LdM).

San Francesco e Sound Francesco

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San Francesco, pensaci tu.

Tienici lontano non solo dalle urne funerarie, ma anche da quelle elettorali e soprattutto dai loro esiti. Donaci, se puoi, ancora 1001 immagini come quella di Sonny Colbrelli infangato e vincente e non una sola sentenza ancora come quella di Mimmo Lucano; ricordati di ammutolire no-vax e idioti di varia natura e insomma, come dire, salva il salvabile di questo Stivalaccio di cui ti han fatto patrono, se ancora merita di essere salvato.

Oggi, a voler credere sentitamente in entità ultraterrene, la risolverei così questa introduzione, senza ulteriori parole. Ma confido nella musica, affidando ad essa speranze, rabbie e tutto l’ambaradan. E poi due parole esplicative sulle scelte della settimana vanno pure dette affinché, se non capire, possiate almeno incuriosirvi.

La cantante Tirzah

E quindi, partiamo col dire che Tirzah (l’uscita forse più chiacchierata del weekend) ha dimostrato col nuovo “Colourgrade” che la buona impressione destata dall’ottimo esordio “Devotion”non era un fuoco di paglia. Se poi il suo hip-pop sperimentale non è la vostra tazza di tè, c’è sempre un Neil Young d’annata a farvi volare alto con l’ennesima uscita live dai suoi archivi (Carnegie Hall,1970): non si discute, si ama e basta a prescindere.

Meritevoli di maggior considerazione, su tutti, si segnalano almeno tre titoli:

  1. Jucarà Marcal – “Delta Estàcio Blues”. Esclusi vari altri titoli con diverse formazioni, su tutti i Metà Metà, è il suo secondo albo da solista, con la mano produttiva di Kiko Dinucci. Un suggestivo e visionario incontro tra MPB, elettronica e psichedelica, fra tradizione e futurismo. Il Brasile che non smette d’incantare e più ci piace;
  2. Spencer Cullum Coin Collection – “S/T”. Nativo di Londra e con base a Nashville, Spencer Cullum esordisce con un album che cerca di unire la sensibilità folk di entrambe le sponde, con un pizzico di psycho-pop e proto-prog di fine ’60. E ci riesce molto bene, risultando classico e atemporale al tempo stesso;
  3. Kit Sebastian – “Melodi”. World Music, jazz, psichedelia, pop. Frullate il tutto e avrete un’idea di massima del suono di questo duo con base a Londra. Secondo disco, secondo centro. ‘Na delizia.
foto della band “Kit Sebastian”

E poi, fra le altre cose, ancora da segnalare:

Il primo singolo di sempre di Gina Birch delle Raincoats, in combutta con la chitarrista della band, Ana Da Silva, Youth dei Killing Joke alla produzione, Jack White che edita il singolo su Third Man Records: più di così. L’esordio delle Gustaf, da New York, che dimostra come la lezione dell’art-punk di nomi come ESG o Bush Tetras non si sia mai estinta e vibri ancora.

E ancora menzioni per Boy Scouts, Bad Bangs, Ducks LTD, Colourist Orchestra con Howe Gelb e via suonando…

Si’, è un bell’inizio di ottobre. Buon piacere della scoperta a tutti.

Una donna primo ministro in Tunisia, prima volta in un paese arabo

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C’è una situazione molto ambigua dopo il 25 luglio. Un presidente che si avvalora di un art. della Costituzione per rimediare a una condizione di stallo delle istituzioni: conflitto tra presidente e capo del governo, parlamento in continua rissa, pandemia incontrollabile, economia allo sfascio. Egli licenzia e blocca il parlamento, abbatte una scure sul più importante partito quello islamista che ormai stava sulle scatole alla maggioranza dei tunisini. Nei giorni successivi gli osservatori della politica internazionale ci fanno capire che in realtà dietro le quinte si tratta anche di una manovra per sganciare la Tunisia dall’influenza turca e del Qatar.

Ovviamente a quel punto si poneva la questione della transizione. Invece di sciogliere il parlamento (non so se si potesse davvero fare) e tornare al voto, il presidente impone una linea autoritaria. Con un decreto avoca a sé dei pieni poteri e incarica una donna, docente universitaria, di formare un nuovo governo. Ovviamente questo governo non risponderà a un parlamento eletto e in piena funzione ma soltanto al presidente. Ciò già di per sé solleva molte questioni. Sembra una mossa abile e probabilmente lo è. Infatti la finanza internazionale plaude.

n Foto da manifestazioni di piazza in Tunisia


La Tunisia da mesi chiede un prestito alla Banca mondiale che è rimasta sorda sino a oggi. Sicuramente per la situazione ambigua e confusa della stessa Tunisia governata malissimo da un partito islamista legato a una Turchia che cerca di destabilizzare il Mediterraneo. Una Turchia che sta portando avanti una politica espansionista a doppia faccia: alleata della NATO e insieme amica della Russia di Putin (c’è in gioco la Siria).


Da quello che si capisce, la Tunisia ha estrema necessità di un prestito di alcuni miliardi. La via scelta dal suo presidente appare come quella più breve e più percorribile. Quindi tutte le polemiche scatenatesi dopo la nomina verticistica di una donna a capo del governo (chi esulta perché è donna e ne fa un vanto, chi al contrario sostiene che questa mossa sia uno specchietto per le allodole), a mio avviso, non si focalizzano sul problema centrale: la Tunisia rischia un collasso economico e sociale di grande portata.

Foto del presidente Saied

C’è un pianeta in subbuglio a causa della pandemia, un capitalismo che si avvia ad una ristrutturazione di cui è difficile prevedere gli sblocchi, la presenza di una nuova potenza planetaria, la Cina che sta sparigliando i giochi, gli USA che non ce la fanno più a reggere il ruolo di gendarme prepotente del mondo, l’ascesa di piccole potenze regionali difficili da controllare/sottomettere. Una piccola nazione come la Tunisia si ritrova tra quelle che maggiormente rischiano di rimanere sempre più staccate dal mondo ricco.


La Tunisia, in questo momento, sfugge agli schemi classici e consolidati. Ci vorrà un po’ di tempo per capire bene.


Ormai la visione politica ristretta unicamente alle questioni interne nazionali mi fa pensare al fotografo dilettante che sbaglia obiettivo e focale. Oltretutto siamo vittime di una disinformazione ben organizzata basata sulla distrazione delle masse.
Questa distrazione non si limita più al trash televisivo ma anche, purtroppo, all’informazione politica dei mass media. Meglio la cautela e la riflessione lenta, è poco assennato stare al passo con la velocità supersonica delle news.

Fatti e non parole, Please!

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Salta agli occhi, come sempre del resto, nei periodi elettorali, campagne, promesse e santificazioni, di chi si candida o si sottopone, al giudizio dell’elettorato, per essere preferito.

   Fra i vari “cartelli” che si leggono in giro, rimbalzano agli occhi, ovviamente, quelli sullo sport (per chi, addetto al settore).

   Celandosi dietro i vari uffici, assessorati, deleghe e quant’altro, rimbalzando, dalle Politiche Sociali allo Sport, dalle Pari Opportunità, alle Politiche Giovanili e tanto altro, si riscontrano, definizioni, di uffici preposti altisonanti, che sembrano, andare verso il cittadino e renderlo partecipe, ingannandolo, con la pseudo partecipazione alle attività dei Comuni, Province, Regioni; e, salendo verso l’alto, nella scala gerarchica e burocratica di uno Stato, si ritrova, sempre più una lontananza, dalla comune gente e dalle loro problematiche. Di fatto, se non conosci “l’amico degli amici”, neanche ti ricevono o ti ascoltano.

   <<“Lo Sport e i Giovani”, si invita la cittadinanza all’incontro>>, titola uno di questi, tenutosi da poche ore, in luoghi ameni (forse proprio per i temi trattati), sempre meno accoglienti e capienti, profittando, oggi, delle ristrettezze Covid-19, gestendo “diversamente”, l’eventuale flusso degli interessati: i veri protagonisti dello Sport. Di fatto, solo e continua, campagna elettorale, dove le promesse, continuano a fioccare e le verità, quelle che bruciano e scottano, si allontanano dall’attenzione della gente.

   Prendiamo, solo a caso, la Città di Salerno. Cosa ha fatto per lo sport salernitano? Per l’ennesima volta, si parla del Palazzetto dello Sport, il megagalattico progetto, che fu già bocciato, in Consulta dello Sport (prendendo sempre per i fondelli, FSN e EPS, chiedendogli pareri – 1999/2000?), di fatto mai realizzato; riproposto (2016); per ritornare in auge, nella ultima tornata elettorale regionale (2020) ed ancora in corsa, nel presente, corrente anno, guarda caso, alla vigilia delle comunali.

   Per non parlare della formazione degli elenchi o Albi Comunali, anche con vari bandi pubblici (gli ultimi in ordine di tempo, anche con riunioni “polvere negli occhi”, 2012 e 2017). E le progettazioni sulle riqualificazioni rionali? Oppure, si vuol toccare argomento delle strutture pubbliche o scolastiche, le prime, affidate, seppur con bando, “maneggiate ad hoc”, e le seconde, che restano ostaggio, dei presidi scolastici?

   La Città Europea che si dota di piazze europee, ma che non sa accogliere i flussi turistici che scalano nel porto salernitano o nella stazione ferroviaria, e, non si osi pensare all’aeroporto; all’allungamento metropolitano della linea interna pubblica; o degli orari, decapitati, degli altri mezzi pubblici, su gomma, nei giorni festivi. Di contro, non si hanno strutture ricettive, vere e veritiere, a norma, che possano sostenere le attività sportive, anche di base. Vogliamo fare un confronto con il nord? Amiamo, i nostri luoghi natii, la nostra Città, le nostre origini, ma il confronto, non può essere evitato, anche nelle tipologie di gestione. Anche per chi, insomma, non si occupa, di politica attiva, se non di quella sportiva, tutto questo, ancora una volta, come sempre, resta mera e sola: Campagna Elettorale, ci vorrebbero fatti e non parole!

La nuova era dell’MGA Campania FIJLKAM

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   Ufficialmente riunita ed ufficializzata, con tanto di accettazione di incarico, la nuova Commissione, della Sezione Regionale Campania MGA (Metodo Globale Autodifesa) FiJLKAM.

   I componenti: Domenico Farina, Luigi Garofalo, Riccardo Marzi, capitanati dal Fiduciario Regionale MGA, Luigi Di Maio (nomina, prot. 08 del 24.06.2021), si sono riuniti per l’organizzazione e l’operatività da porsi in campo, in questo nuovo Quadriennio Olimpico (anche se di fatto, causa pandemica, ridotto, in un lasso di tempo minore, considerate, le ritardate assemblee elettive, che de quo, si sono tenute solo nel 2021).

   Chiare, le linee guida individuate, come chiari, gli obiettivi a cui riferirsi, in progettualità e, per l’ordinaria, istituzionale, attività Federale.

   Individuata la data e l’appuntamento aggiornativo, promozionale, formativo, riservato a tutti e tre i livelli operanti sul territorio regionale (20.11.2021), come la costrizione, per sovrapposizione di date utili, che scaturisce nello slittamento al prossimo anno, per i corsi di formazione per 1° e 2° livello MGA.

   Quello che maggiormente colpisce, è l’entusiasmo che condivide questo gruppo di lavoro che si spera, riesca a coinvolgere e convogliare tutte le energie, affinchè tutti gli abilitati in questo settore, ritrovino stesso entusiasmo e maggiore voglia partecipativa alle iniziative che si andranno a porre in essere.

   Occhio particolare vuole essere posto alle categorie “svantaggiate” ma, bisognose maggiormente, di attenzione, in un ambiente sociale sempre più a rischio, a tutela, della propria ed altrui integrità. Così come l’attenzione che sarà posta in essere nel correlare le varie sfaccettature e peculiarità del mondo marziale in correlazione con l’unica ed ufficiale, riconosciuta, metodologia ed abilitazione alla Difesa Personale, a tutela delle minoranze “deboli”.

   Guarderemo con attenzione il futuro programmatico posto in essere da questo gruppo, figlio di una ventata di rinnovamento regionale che pone le sue radici e partenza, dall’elezione del nuovo Presidente Regionale, Antonio Bracciante.

   Ad Majora (LdM)!

FederKombat Campania

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FK Campani
Riunione FederKombat Campania

   Domenica si è tenuta l’Assemblea Regionale della FederKombat (già FiKBMS) Campania, presso il centro riabilitativo e convitto (riservato ai diversamente abili), IFLHAN Srl, ove vengono applicate anche attività sportive agonistiche, riservate ai paralimpici. Il Presidente ha nome altisonante, storicamente legato al Napoli, dei tempi di Maradona, il portiere Enrico Zazzaro ed il suo centro, “fiore all’occhiello”, di quella partenopea, positiva, prolificazione d’ingegno e stavolta, serietà d’azione e d’intento.

   Protocolli Covid 19, applicati in toto, forse, questo, non ha fatto registrare la piena presenza delle associazioni sportive aderenti all’ente Regionale (qualcuno, ancora non ha compreso appieno che, se non si riprende in sicurezza, non si riprende e, dopo quasi 2 anni di fermo, per l’intero settore e sistema, non si porta vantaggio, allo stesso); poco conta, la mancata presenza (chi, non è presente, ha sempre torto), in questo caso. Quelli presenti, hanno animato riunione ed il potersi rivedere, ha riacceso animi e volontà. Il fermo, ha recato danno economico indubbiamente, ma non ci si è, ancora resi conto, di quanto grave invece, sia la mancata possibilità empatica, applicata, la socializzazione, l’isolamento forzato e le derivanti ricadute psicologiche.

   Resta da sottolineare, la presenza fra gli ascoltatori, del ritrovato Francesco Frasca, storico Atleta di punta campano, nell’attuale Point Fighting (all’epoca, ancora Semi Contact) e soprattutto, perdonate la marcatura, sull’attività promozionale ed organizzativa, svolta dal padre, in ambito Regionale.

   Presenti gli eletti a supporto del Presidente in carica, Gianni Di Bernardo (così come le commissioni, i rappresentanti di settore, i delegati, i gruppi di lavoro, etc., o parte di essi) che, ha presentato alla platea, le nuove linee guida, le programmazioni, gli obiettivi regionali e nazionali, le proiezioni nazionali ed internazionali, sia dal punto di vista agonistico che, formativo. Ha aggiornato sui rapporti politici e sulle direttive emanate, dalla sede centrale; presentando anche il calendario generale che, caratterizzerà l’anno sportivo appena iniziato.

   Interviene anche l’anfitrione, che porta i saluti e presenta, la struttura, ponendola a disposizione dei presenti e di tutti colori che, si prodigano nell’ambito sportivo e, bisogna dire che, questa struttura, merita il plauso e la considerazione che merita. Lo segue il Dott. Vitale Monte che, aggiorna i presenti, anche sulle nuove disposizioni adottate in ambito del regolamento medico Federale. Così, come attenta la presentazione rivisitazione delle linee guida della Scuola Regionale di formazione, effettuata dal buon Gianluca Amato, attuale responsabile. Chiude la seduta, l’intervento a braccio del Vice Presidente Regionale, Luigi Di Maio che, ponendo accento sulla, speriamo pregressa situazione pandemica e sulle derivazioni e ricadute che ha subito il comparto, anche con qualche battuta di spirito, sdrammatizzando, sulla serietà e sobrietà della riunione.

   Nuova strada, riaperta al passo, che questi uomini, devono, nuovamente percorrere (LdM).

Quando anche l’oscurità è luce

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Vita

Il 29 settembre di 450 anni fa nasceva l’artista Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio dal paese lombardo di cui erano nativi i suoi genitori. La sua attività artistica si svolse a Roma, in particolar modo alla committenza del cardinale Francesco Maria Del Monte, raffinato collezionista d’arte. Il suo talento artistico era affiancato, allo stesso tempo, da un carattere iroso e violento, tanto da condurre Caravaggio all’omicidio di Ranuccio Tommassoni nel 1606.

Da allora la sua produzione è sparsa tra i diversi luoghi dove esule trovò riparo, come Napoli, Malta e alcune città della Sicilia. La sua vita si spense sulla spiaggia di Porto Ercole nel 1610, stroncato dalla malaria e probabilmente anche a causa di un’infezione intestinale trascurata.

Autoritratto di Caravaggio

La grandezza di Caravaggio


Caravaggio è detto “pittore inquieto” a motivo del suo carattere; un artista che ha raggiunto alti traguardi ma anche basse cadute.


Quanto abbiamo ereditato, tele di 450 anni fa visitate e ammirate in tutto il mondo, sono semplicemente arte pura. La sua capacità è stata quella di raffigurare tutto ciò che dipingeva così com’era, semplicemente cogliendo, come in una foto, la cruda e vera realtà. Sì, in effetti, Caravaggio ha anticipato la fotografia secoli prima che nascesse, cogliendo il clou di quel momento per poi renderlo eterno.

Morte della Vergine, Caravaggio (1604-1606)


E i dettagli per lui erano fondamentali, perché sapeva già avrebbero destato sorpresa e perché no, scalpore, per coloro che avrebbero visto una sua opera. Tutto ciò che faceva, era senza scrupoli, sapendo bene di mettere in crisi non solo i valori tradizionali dell’arte, ma anche quelli morali e religiosi.

Come quando nel scegliere i soggetti di quadri sacri, convertiva prostitute in madonne, come nell’opera “Morte della Vergine”, dove appunto Caravaggio scelse come modello per ritrarre la Vergine una prostituta trovata morta nel Tevere.
E rimanendo sempre fedele alla sua idea di raffigurare la realtà, seppur raffigurasse personaggi biblici o mitologici, non cercava di abbellirli, ma anzi cercava di renderli più umani possibili.

Fabrizio De Andrè e Pier Paolo Pasolini



Il Novecento: il secolo di Caravaggio


Come ogni grande artista, Caravaggio era all’avanguardia ed infatti è stato solo nel Novecento che si è iniziato a capire a pieno il suo genio. Uno dei primi a scoprirlo fu Roberto Longhi, grande critico d’arte. Egli insegnava a Bologna ed ebbe tra i suoi allievi Pier Paolo Pasolini.

È così che Caravaggio divenne il maestro di riferimento anche per Pasolini, che nello studiare la vita e le opere del pittore rivide sé stesso. È in effetti poi la vita stessa di Pasolini a porre una somiglianza tra i due: entrambi eretici, irregolari e insieme partecipi del dolore dei disperati, innamorati della vita e dell’eros e creatori di arte inimitabile, pervasa dal labirinto della passione.

Entrambi con una vita irruenta che porta uno ad uccidere, l’altro a morire, forse entrambi ad essere uccisi. E una frase di “Una storia sbagliata”, canzone che Fabrizio De Andrè scrisse in seguito all’omicidio di Pasolini, può descrivere in breve la vita di Michelangelo Merisi: “Storia diversa per gente normale, storia comune per gente speciale”.

Per farla finita con Settembre (Songweek 2021 n.38)

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copertina Electricity

Ci sono sempre dei buon motivi per parlare dei Velvet Underground e comunque li si può sempre inventare.

In attesa del film di Todd Haynes su di loro, presentato a Cannes e dal 15 ottobre disponibile su Apple Tv+, è finalmente giunto il weekend della pubblicazione di “I’ll Be Your Mirror” , il tribute album che omaggia tutto il leggendario primo album di Reed, Cale e soci.

1965 — The Velvet Underground and Nico — Image by © Steve Schapiro/Corbis

Abbiamo selezionato “Heroin” suonata da Thurston Moore e Bobby Gillespie (tra gli altri partecipanti in maniera convincente si segnalano almeno Michael Stipe, Iggy Pop e Matt Sweeney, Kurt Vile,Andrew Bird e Lucius).

Nel novero delle migliaia di band “vellutate” venute fuori nel corso di mezzo secolo c’erano sicuramente anche negli anni ’80 i Magic Roundabout da Manchester che non arrivarono nemmeno a pubblicare un disco durante il loro breve percorso, condividendo tuttavia il palco con gente del calibro di My Bloody Valentine, Pastels, Spacemen 3, Loop, Inspiral Carpets.

La band “Magic Roundabout”

A rimediare a questa pecca ci ha pensato la Third Man Records di Jack White (ricomparso con un nuovo look proprio in questi giorni per il suo primo live in due anni dalla sede Londinese della Third Man appena inaugurata, giusto per la cronaca) e il disco si chiama semplicemente “Up”.

Intanto Sufjan Stevens non sbaglia un disco (non è proprio vero, ma volete mettere lo sfizio di parafrasare il titolo dell’esordio di Luca Carboni?) e per la propria Asthmatic Kitty, in compagnia del suo protégé Angelo De Augustine pubblica “A Beginner’s Mind”, ispirato dalla visione di film come “La Notte Dei Morti Viventi”,”Il Silenzio Degli Innocenti”, “Point Break”, eccetera.

Sufjan Stevens

Vi si lascia al piacere della scoperta dell’insieme, ma volendo giungere almeno la metà dei 20 nomi coinvolti citiamo senza dubbio la canzone raffinata di Andy Shauf, tornato a sorpresa con “Wilds”; l’ep di cover dell’Irlandese Brigid Mae Power (con, tra gli altri, brani dal repertorio di Townes Van Zandt, Bob Dylan, Songs:Ohia); Mac McCaughan, capobanda dei Superchunk e padron di Merge Records con “The Sound Of Yourself”, un indie cult hero di quelli di cui si ha sempre un dannato bisogno; il progetto Soccer96 da una costola dei The Comet Is Coming, gli storici The Connels , quelli di “74/75”, di ritorno dopo 20 anni a dimostrare nuovamente che se vi siete fermati al brano succitato vi siete persi parecchio; e poi il secondo lavoro di Ada Lea, i nostrani Giardini Di Mirò con una traccia di ben 19 minuti reminiscente i tempi migliori e via discorrendo.

Le parole si chiudono qui, a voi le emozioni…

From Time To Time (3) : Nirvana – “Nevermind” (Geffen, 1991)

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Se, come dice il poeta, non si può essere seri a 17 anni, figurarsi a 12: a quell’età fai solo quel che ti si dice e assorbi un po’ tutto senza la consapevolezza di quanto ciò che vivi possa eventualmente essere “life-changing”. Quello solo il tempo saprà dirtelo.

Oggi, ad esempio, so dire che fu proprio probabilmente a quell’età, nell’anno santo 1991, che avvenne il definitivo passaggio di consegne tra passioni nella mia esistenza.

‘O pallone, le partite tutte insieme la domenica alle 15, il “Pibe De Oro”: così la radio cominciò ad attrarmi e nelle mie orecchie, inconsapevolmente, entrò di tutto sin dalla più tenera età. Nel 1991, la musica si era fatta largo dentro in maniera definitiva mentre sullo sfondo Maradona, in primavera, era scappato via da Napoli come un ladro nella notte.

Avevo tutto un gusto da affinare, non sapevo ancora cosa mi potesse rappresentare al meglio, era semplicemente un po’ troppo presto e sarei dovuto entrare nei “teen years”per cominciare a capire meglio tutto: credevo pure che i Queen fossero un gruppo (per dire) poi fortunatamente la morte del capobanda il 24 novembre aprì la mente e, a quel punto della situazione “Nevermind”, era fuori già esattamente da due mesi circa e aveva innescato il big-bang che mi avrebbe travolto in pieno attorno al ’93.

American singer and guitarist Kurt Cobain (1967 – 1994), performs with his group Nirvana at a taping of the television program ‘MTV Unplugged,’ New York, New York, Novemeber 18, 1993. (Photo by Frank Micelotta/Getty Images)

Non sarebbe durato poi molto quel big-bang, ma intanto tutto un mondo alternativo che si prendeva e dava soddisfazioni in termini di popolarità e qualità musicale faceva semplicemente volare.

E oggi?

Rimane qualcosa, all’infuori dei ricordi, di: un rammarico ancora forte per ciò che poteva essere e non è stato; di un bimbo oramai trentenne che denuncia la band per quella foto di copertina oramai iconica (e il solo leggere la notizia fa cadere le braccia nel mentre, giustamente, l’ex-infante si attira addosso tutte le ironie possibili)?

Un live della band

Dipende da quanto ottimismo c’è nel vostro DNA e anche un po’ dal mero dato anagrafico: nel discorso d’introduzione nella Rock’n’Roll Hall Of Fame 2014, Michael Stipe dei R.E.M. (un decennio già trascorso dal loro scioglimento nel settembre 2011, e sembra un secolo) riassume 5 minuti di memorabile intervento in una frase: “This is not just pop music, it’s something much greather than that”.

Quel qualcosa di “molto più grande”, potente, incisivo, diretto al cuore della gente (in modo particolare di quelli che la società non considera) non andrà mai dimenticato e da sognatori (più o meno boomer) sarà sempre lecito attendere qualcuno che continui a portare avanti la “torcia” di un nuovo miracolo rock’n’roll (o quel cavolo che sarà, in quel momento).

Da 3:12 a 8:30 il discorso riportato nell’articolo di Electricity nella rubrica “From Time To Time”

Una nuova, potentissima catarsi liberatoria.

Ah già, dovrei parlare anche del contenuto musicale. Ma credo che se pur foste coetanei del bimbo di copertina dovreste sapere tutto a memoria, secondo per secondo, ergo rinuncio. Mi sembra un po’ d’insultare la vostra intelligenza e la vostra sensibilità. Faccio bene, vero? vero?

P.S. proprio mentre chiudo l’articolo si diffonde la notizia dell’inevitabile ristampa del trentennale, con uscita prevista per il 12 novembre. Smells Like Eternal Business, ovviamente, but well, whatever (and forever), nevermind.

Di songweek e “incipit autunnali”

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copertina Electricity

Non è il quantitativo di nomi “in vista” a definire la riuscita di una playlist: ogni Songweek è interessante a modo suo. Almeno, mi piace pensarlo. Andiamo incontro all’autunno in compagnia del rock’n’roll di The Coathangers e L.A.Witch che condividono uno split single edito dall’etichetta Suicide Squeeze di Seattle, con due cover (sul lato A “One Way Or Another” di Blondie, sul lato B di “Ghost On The Highway”dei Gun Club).

Per le quote power pop e dintorni: un estratto dal debutto dei Blunt Bangs from Athens (Georgia) intitolato “Proper Smoker”; un preascolto dal nuovo Grand Drifter (il Piemontese Andrea Calvo); un piccolo e toccante omaggio a David Bowie dai britannici di culto Spearmint, quelli per cui il personaggio protagonista di “500 Days Of Summer” si doleva non ci fosse nessuno al mondo ad ascoltarli.

foto di repertorio di Jarvis Cocker

Sempre a proposito di anteprime: c’è spazio anche per il buon Jarvis Cocker (fresco 58enne) in procinto di esternare il suo amore per il pop francese d’antan con “Tip Top – Chansons d’Ennui” che, in compagnia della soundtrack ufficiale, uscirà il 22 ottobre in concomitanza con l’uscita nelle sale americane del nuovo film di Wes Anderson, “The French Dispatch”.

Udibile anche nel trailer del film, “Aline” è un classico datato 1966 del francese Christophe, scomparso per Covid nel 2020, di origini italiane (al secolo si chiamava Daniel Bevilacqua). Oltre al già citato Grand Drifter, le quote tricolori di questa settimana comprendono assaggi dall’esordio sulla lunga distanza della “Bresciana di Manchester” Julia Bardo che si chiama “Bauhaus – L’appartamento” e da un Catanese D.O.C. come Mario Venuti che con “Tropitalia”, si diverte a rileggere in chiave brasileira classici pop di Alan Sorrenti, Nada, Gigliola Cinquetti, Domenico Modugno e via discorrendo (qui ascolterete “Vivere” di Enzo Jannacci).

Le quote senior invece sono rappresentate dai cubani del Buena Vista Social Club (ristampato l’album per il 25esimo anniversario) e dalla quasi 93enne jazz singer Sheila Jordan, “la cantante con le orecchie da milioni di dollari” nella definizione di Charlie Parker, di cui è uscito “Comes Love: Lost 1960” con registrazioni precedenti il debutto della cantante (recentemente riscoperte).

foto per l’anniversario dei 25 anni dei “Buena Vista Social Club”

Dulcis in fundo, ascolti dal nuovo di José Gonzalez (il primo in sei anni) e dai dischi di Jordan Rakei con la sua classe soul/jazz e non solo; la poliedrica afrofuturista Moor Mother con “Black Encyclopedia Of The Air” e il curioso e stimolante incontro di anime sonore tra Africa ed Europa denominato Mushroom Hour Half Hour.

Poi il post rock mai domo dei Giapponesi MONO; Alexis Taylor in libera uscita dagli Hot Chip; l’alt country dei The Felice Brothers; le mistiche trame strumentali rivolte per lo più ad Oriente del Sudafricano Guy Battery; il chill pop dei Mild High Club e il “gothic country blues” di Adia Victoria.

Ascoltate, diffondete, incuriositevi, siate felici. That’s all.

Yvan Sagnet: “In piana del Sele un progetto contro il caporalato”

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foto di Yvan Sagnet, presidente di No Cap

“No Cap” è un’associazione nata nel 2011 su iniziativa di Yvan Sagnet (attualmente il presidente) per contrastare il “caporalato” in agricoltura e favorire la diffusione dei diritti umani, sociali e dell’ambiente. In questi anni si è impegnata a costruire una rete che, dalla produzione alla distribuzione, diffonda dignità e rispetto.

Poche associazioni hanno un nome che, in poche lettere, riesca a diffondere un messaggio così potente come ha fatto in questi anni, a partire dal 2011 (anno della fondazione ad opera di Yvan Sagnet e di professionisti di diversa formazione e competenza), “No Cap”. In quest’articolo, scritto a distanza di settimane dalla chiacchierata avuta con Yvan Sagnet, si parla della rete costruita da “No Cap” in Piana del Sele insieme a tante altre organizzazioni e, in generale, delle dinamiche che avvengono all’interno della filiera agricola del mezzogiorno (ma non solo).

Come mi ha detto lo stesso Yvan Sagnet: “L’obiettivo è creare un’alleanza che parta dal bracciante e arrivi fino alla grande distribuzione e ai supermercati”.

Buona lettura!

Come si chiama il progetto? E che portata ha?

Yvan Sagnet: “Non vogliamo mettere etichette. Per questo parliamo di “Progetto sulla filiera etica”. Concretamente è promosso dall’associazione “No Cap”, dall’associazione di promozione sociale Frontiera Sud, dall’Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno, dalla Caritas, dalla fondazione Migrantes di Salerno, dalla Caritas di Teggiano-Policastro e dalla Cooperativa Falcone e Borsellino di Campolongo. L’obiettivo è promuovere, nella Piana del Sele, la cultura della legalità e dei diritti dei lavoratori.

Vogliamo partire in tal senso da una dimensione sociale: daremo una casa in affitto a lavoratori “liberati” dalle dinamiche di caporalato. Questa struttura, messa a disposizione dalla Diocesi di Salerno, sarà in centro a Eboli e non più a Campolongo dove i ragazzi venivano controllati e sfruttati.

Abbiamo poi messo un furgone a disposizione che consentirà di raggiungere l’azienda dove lavorerrano: il tema del trasporto nel mondo agricolo è un tema importante perché permette di dare sicurezza e libertà negli spostamenti dalla città alla campagna”.

Assemblea con i lavoratori e le lavoratrici di un’azienda della Piana del Sele in vista della partenza del progetto di “No Cap”

Quali sono le altre funzioni del progetto?

Yvan Sagnet: “Il progetto ha tante funzioni. Per quanto riguarda l’aspetto dell’inserimento lavorativo, ha due funzioni specifiche. Come prima cosa, dare un lavoro dignitoso e un’alternativa allo sfruttamento al quale tanti sono abituati. Provare a far capire che c’è un lavoro diverso, affrontare il tema del lavoro da una diversa prospettiva.

Come secondo aspetto, quello dell’inserimento lavorativo ha come obiettivo la formazione di una classe sindacale tra i lavoratori, allo scopo di diffondere la conoscenza dei diritti di base. Lo scopo è promuovere una “cultura della legalità” all’interno delle aziende e formare dei “guardiani dei diritti” che riferiranno delle condizioni di lavoro e di possibili problemi in termini di violazione dei diritti e di rispetto di umanità e dignità”.

Nel concreto?

Yvan Sagnet: “Visto che fungiamo da tramite per l’inserimento lavorativo all’interno delle aziende, chiediamo a lavoratori e lavoratrici di riferirci sulle effettive ore di lavoro, sui comportamenti dell’azienda e sulla violazione dei diritti, sull’effettiva congruenza tra busta paga e pagamento, sui comportamenti dei capi squadra, sulla sicurezza sul posto di lavoro.

Quando ci saranno problemi, intereverremo in prima persona. Si tratta di un monitoraggio continuo e sistematico all’interno dell’azienda. Anche perché è difficile capire da un semplice controllo, come fa l’ispettorato del lavoro, se le aziende con le quali collaboriamo rispettano i patti del progetto e si comportano bene. Con il nostro modo di fare, monitoriamo quotidianamente le aziende e vigiliamo sul rispetto dei diritti”.

Yvan Sagnet in giro per l’Italia per promuovere “No Cap”

Abbiamo parlato della dimensione sociale e della questione lavoro, ci sono altre dimensioni in gioco?

Certamente. Altra dimensione è quella della sostenibilità economica del progetto che va di pari passo con quella sociale e ambientale. Nel pacchetto che proponiamo c’è un sostegno alle imprese agricole. La conduzione nel mezzogiorno, in Italia e nel mondo è andata peggiorando negli ultimi 30/40 anni perché il tema dell’agricoltura è un tema di sistema e cosi va trattato. Le multinazionali nel settore agricolo, in particolare la grande distribuzione organizzata (i supermercati per far capire), dettano le regole del mercato a loro beneficio e a discapito di tutti gli altri attori della filiera produttiva.

Per esempio: se il prezzo del pomodoro è basso (quest’anno sarà di 0,10 centesimi al kg), è chiaro che il contadino produttore di pomodoro a Foggia non ce la farà mai a sostenere altre spese. Perché se il prezzo è così basso, è chiaro che l’agricoltore non ha interessa a produrre. Un po’ come è successo un paio d’anni fa in Sardegna con i pastori sardi che preferivano buttare il latte e non venderlo alla misera cifra di 0,60 centesimi al litro. Se trovate al supermercato un prodotto che costa 0,30 centesimo al kg è chiaro che è il prodotto di un lavoro fatto di schiavismo.

Cosa si potrebbe fare in merito?

Molto semplicemente, il prezzo deve farlo chi produce e non chi compra. Chi produce non può subire le scelte dall’alto, ma fare lui il prezzo in modo da rientrare con le spese. Deve pagare il lavoro, gli strumenti, il trasporto. Il sistema così come è, fa sì che gli agricoltori scarichino questa impotenza su chi lavora, togliendo diritti e abbassando vertiginosamente i salari. Siamo di fronte ad un sistema di sfruttamento a catena. Credo che dovremmo parlare di questa: è necessario parlare del sistema ultraliberista e ultracapitalista che ha dato potere ai supermercati e alle multinazionali.

Una serie di prodotti marchiati “No Cap”

Come si muove, in tal senso, il progetto che avete messo in piedi?

Noi abbiamo un marchio (“No Cap”) che è presente nei supermercati. “No Cap” è un’alleanza tra i braccianti, i produttori, i supermercati e i consumatori. Vogliamo parlare sopratutto con i consumatori perché hanno un potere enorme che non sanno di avere. Il fatto di andare in un supermercato e comprare un prodotto “sano” con consapevolezza è un grande atto. Chiedersi “chi produce questo prodotto?”, “da dove viene?”, “come è prodotto?” permette a chi compra di cambiare, nel suo piccolo, un sistema ingiusto.

Come riconosco che un prodotto viene dalla rete promossa da “No Cap”?

Visto che molti consumatori hanno difficoltà ad avere quella consapevolezza di cui parlavo prima, abbiamo prodotto un bollino “No Cap” che certifica la provenienza di ciò che si acquista. Nei nostri prodotti c’è la qualità del lavoro, il rispetto dell’ambiente e la dignità umana. Ciò che facciamo noi, una volta presi accordi con un’azienda, è farli entrare anche in contatto con la grande distribuzione a patto che rispettino tutti i diritti dei lavoratori. C’è uno scambio economico e sociale: noi permettiamo a queste aziende, tramite il nostro marchio, di entrare in un mercato nel quale loro hanno un profitto maggiore.

Yvan Sagnet con uno dei mezzi di trasporti della rete “No Cap”

Come vi rapportate con la grande distribuzione e i supermercati?

Quando ci contatta un supermercato che vuole entrare nella rete “No Cap”, facciamo presente a chi ci contatta quali sono le nostre “regole”. In primis, il prezzo deve essere fatto con la partecipazione di chi produce. Se accettano questo principio, partono i rapporti. Se vuoi vendere i prodotti “No Cap”, che hanno anche una certa visbilità e appettibilità per i consumatori, devi avere un prezzo sostenibile per il produttore che deve affrontare una serie di spese. Al tempo stesso, come supermercato, devi garantire un’adeguata comunicazione rispetto alla provenienza e al senso del prodotto con marchio “No cap”. Ovviamnente non riusciamo a trovare un accordo sempre e non su tutti i prodotti: in quel caso si passa avanti e si continua a lavorare per portare avanti un progetto fatto di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

From Time To Time (2): dEUS – “In A Bar, Under The Sea” (Bang! / Island, 1996)

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copertina album "in the bar, under the sea" by dEUS

Nuovo appuntamento con “From Time To Time” by Electricity. Un modo per ricordare la musica buona che è stata e quella che potrebbe essere.

Sì, è vero. Il tempo fugge, la polvere si accumula, la ossa cominciano a scricchiolare… ma passa tutto in un attimo quando è tempo di “CELEBRARE FORTE”.

E questo ovviamente è uno di quei momenti. Nonostante i troppi ricordi ce la faccio, mentirei sapendo di mentire se affermassi il contrario. Non ero lì ad “accoglierlo”, il 14 settembre 1996, ma al Palazzo dei Padiglioni Auricolari “IN A BAR, UNDER THE SEA” è giunto per la prima volta poco tempo dopo e non se n’è più andato da li’.

Quando serviva un ascolto c’era sempre, anche come sorta di amuleto: come per i quarti di finale di Euro 2020, quando per Italia – Belgio ho “schierato in campo” i Deus, convinto che dopo per gli avversari non ci sarebbero state più occasioni ( sono solito da tempo, per puro diletto, sottolineare ogni partita di Europei o Mondiali di calcio con due brani, uno per Nazione ). È andata bene e si sono innescati dei sortilegi sonori a catena che han scaramanticamente contribuito a riportarla a Roma dopo 53 anni.

Foto di repertorio della band “Deus”

Quisquilie sportive a parte, tornando alla musica, due notizie per gli eventuali neofiti: provenienti da Anversa dove nacquero circa trent’anni fa e capitanati dal cantante e chitarrista Tom Barman(al fianco del quale nel tempo è rimasto del nucleo originario il solo Klaus Janzoons), i Deus sono 3 ottimi titoli (1994-1999) e un più che onesto invecchiare(altri 4 lavori dal 2005 al 2012).

“IN A BAR, UNDER THE SEA”, è il pannello centrale del primo trittico, preceduto da “WORST CASE SCENARIO”, l’esordio a sensazione, quello dell’inno “Suds & Soda” e “THE IDEAL CRASH”, il lavoro della maturità e lo splendido calco da cui prenderà forma il suono dei Belgi nel nuovo millennio.

foto di repertorio della band “Deus”

Sulle intuizioni e le stravaganze “arty” dell’album altre band ci avrebbero forse intere discografie, ma i Deus implementano la quantità di rimandi e riferimenti del primo disco e si divertono a spiazzare quasi pezzo dopo pezzo.

Velvet Underground,Pixies,Sonic Youth,Violent Femmes, Captain Beefheart, da sempre fonti d’ispirazione per i nostri, s’intravedono qua e là più o meno in controluce. Il Capitano Cuor Di Bue spicca di più per la presenza di un suo vecchio sodale, Eric Drew Feldman come produttore e musicista (ospiti ulteriori: Scott McCloud dei Girls Against Boys, Dana Colley dei Morphine,Bart Maris degli X-Legged Sally) e per la connection anche artistica tout court con due membri della band (Rudy Trouvè, autore anche della copertina, e soprattutto Stef Kamil Carlens, il bassista e vocalist il cui abbandono causerà un po’ di perdita di verve friccicosa nel progetto, la cui assenza, va detto, si fa un po’ sentire ancora oggi).

E i brani quindi?

Beh, dopo il minuto iniziale registrato al telefono da Karlens, che dal titolo, “I Don’t Mind Whatever Happens”, la dice lunghissima, s’incontrano le frenesie simil-funk di “Fell Off The Floor,Man”; una misteriosa “Theme From Turnpike”, soundtrack per una spy story un po’ fuori dai canoni; “Little Arithmetics”, la prima ballad del disco (con tanto di veleno rumoroso nella coda), prologo per i 7 minuti e mezzo avvolgenti di “Gimme The Heat” che con la “Serpentine” a seguire forma una sequenza per cuori malinconici che, eventualmente ancora in piedi, capitoleranno sul dittico finale “Disappointed In The Sun/Wake Me Up Before I Sleep”, senza se e senza ma.

Ancora, fra le varie, il crescendo di tensione di “For The Roses”; il jazz di “Nine Threads”; i rumorismi waitsiani di “A Shocking Lack Thereof”, il break finto lounge di “Supermarket Song”e poi…che altro dire?

Difficilmente non desidererete alla fine del viaggio farvi un giro nel bar sotto il mare (Stefano Benni,ricordate?): il sottoscritto, che è pure dei Pesci e forse per questo si trova a suo agio come in pochi altri luoghi della mente, sarà lì ad attendervi per alzare un bicchiere e non parlare più della pioggia.

Ci potete contare, saranno bei momenti davvero.

Vado matto per le playlists ben riuscite

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copertina Electricity

“Vado matto per le playlists ben riuscite” era solito dire il protagonista di un vecchio telefilm, se ben ricordo (e forse non ricordo proprio bene, ma tant’è).

Con il “ben riuscite” s’intende la decisa agilità con cui la Songweek viene compilata, data la piacevole messe di nuove uscite.

Ma prima di tutto, Michael Chapman. Si era autodichiarato “sopravvissuto pienamente qualificato” nel 1970, nemmeno trentenne, nel titolo del suo secondo e più celebrato album (da “Fully Qualified Survivor” proviene anche il brano con cui lo omaggiamo e che chiude questa Songweek n.36). Ed è stato uno splendido sopravvivere, fino allo scorso 10 settembre:prolifico, ispirato, intenso, influente anche su personaggi apparentemente insospettabili come Thurston Moore, che indicò “Milestone Grit” del 1973 come la scintilla che diede vita ai Sonic Youth.

foto di repertorio di Michael Chapman

Assieme ai due sopraccitati, si segnalano almeno tre titoli come l’esordio “Rainmaker”(1969) o i più recenti “50”(2017) e “True North”(2019), giusto per comprendere quanto la grazia compositiva e la maestria chitarristica siano rimaste immutate nel tempo. Anche lui mancherà non poco. Passando all’attualità, questa settimana, volendo spiegare la playlist in due parole, potremmo riassumere con un titolo: HEY WHAT.

Non c’è niente di meglio di un gruppo dalla straordinaria esperienza consolidata come i Low in grado ancora di spiazzare, convincere e lasciar immaginare semplicemente che ci sia ancora tanto da dire, dopo 13 album (ultimo incluso) in 27 anni.

foto di repertorio di Mimi Parker

Ancora lunga vita all’ispirazione di Alan Sparhawk e Mimi Parker, a questo giro senza nemmeno il loro bassista Steve Garrington. Risalendo lungo la playlist, oltre alla loro “Disappearing” e alla “Broken Heart” degli Spiritualized per celebrare la riedizione in vinile di “Ladies And Gentlemen We Are Floating In Space”.

Si segnalano in ordine sparso l’energia di Amyl And The Sniffers e la ruvidezza dei nostrani Sloks, dei Bevis Frond in ottima forma, gli Stranglers e il commovente omaggio a Dave Greenfield all’interno di un lavoro, “Dark Matters”più che onesto, la maturità di Martina Topley-Bird, un piccolo ma interessante esordio cantautorale con Nico Hedley e via discorrendo.

Senza false modestie, un bel finale d’estate, prologo di un autunno caldo e vivace, in barba alle ansie da pandemia che ancora perdureranno. Se non ci fosse la musica…

From Time to Time (1): R.E.M. – “New Adventures in Hi-Fi” (Warner, 1996)

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"From Time to Time" è la sezione di Electricity che si occuperà degli album e degli artisti del passato. Un passato più "presente" che mai, anche grazie all'instancabile mercato delle ristampe discografiche, e del quale è sempre doveroso mantenere la memoria.

80 milioni di dollarazzi e via verso nuove avventure. Ovviamente in alta fedeltà, ma giusto per scherzare. almeno finchè la musica non parte. A quel punto, la sorpresa di un’ora di musica genuina, diretta e senza troppi fronzoli (anche dal punto di vista della registrazione). Un diario di viaggio scritto, composto e registrato fra una tappa e l’altra del tour di “Monster”, un successo minato anche dai problemi di salute dei tre quarti della band (in particolare quelli di Bill Berry, ricoverato e operato d’urgenza con successo a seguito di un aneurisma occorsogli durante un live a Losanna).

“New Adventures In Hi-Fi” rimarrà anche l’ultimo lavoro della formazione originaria, proprio a seguito dell’abbandono di Berry nel 1997.

Copertina di “New Adventures in Hi – Fi” dei R.E.M

E quindi, mentre altri magari pensano a far loro i conti in tasca, i R.E.M. mettono a segno, al loro decimo passaggio, uno dei loro lavori più apprezzati dai fan e anche da loro stessi. Sebbene, ancora oggi, un pelino sottovalutato. E come si fa non so!

Anche solo con 5 brani si respirerebbe aria di indispensabilità per ogni collezione di dischi: l’iniziale “How The West Was Won And Where It Got Us” e la sua narrazione cupa e disincantata di un Sogno Americano che fa acqua da tutte le parti; il folk rock da manuale di “New Test Leper” ed il lebbroso (un malato di Aids) ospite/cavia di un programma spazzatura in televisione, con tutta l’amarezza a trapelare dal cantato; ”E-Bow The Letter” e Michael Stipe che, in voce e in poesia, corona più che dignitosamente il suo sogno da ragazzo di duettare con Patti Smith; la sirena ossessiva di “Leave” e quella voglia di scappare dove non si sa che permea tutti i 7 minuti (record di durata di un brano dei R.E.M.);

poi, laggiù a fine corsa, il profumo di “Automatic For The People” nelle note di “Electrolite”, dolce amara elegia per un secolo morente con qualche anno di anticipo, ma anche piccolo grande invito a vivere la vita senza remore: una deliziosa uscita di scena con Los Angeles sullo sfondo, ideale tappa finale di un viaggio in cui si rievocano inoltre ricordi glam (“The Wake-Up Bomb”, ma anche “Departure”), si snocciolano messaggi di San Valentino in un testo ( perché sì un po’ di sdolcinatezza a volte non guasta e insomma ci siamo capiti).

Foto dei R.E.M (1996)

Se ancora oggi, a 10 anni di distanza dal rompete le righe, la loro mancanza si fa sentire forte, è anche per dischi come questo.

Giusto celebrarlo anche con una deluxe edition, in arrivo il prossimo 29 ottobre sia vinile che in cd: rarità, lati b, un dvd con un film inedito di 64 minuti che nel 1996 fu proiettato per l’uscita sui muri di 5 differenti città, un libro di 52 pagine e via così, memorabiliando.

Ad ogni modo, che siate collezionisti o meno, non perdete l’occasione, anche conoscendolo, di metterlo nuovamente su e farlo rigirare. Gli anniversari, in certi casi, van sempre onorati al meglio.