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martedì, Novembre 26, 2024
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Università: Bernini, in corso verifiche su test Medicina, se illiceità responsabilità sarà chiara

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Il ministro dell’Univeristà e Ricerca, Anna Maria Bernini, ha avviato verifiche sui test di accesso alla facoltà di Medicina: “Le indiscrezioni su possibili abusi durante lo svolgimento dei nuovi test per l’accesso a Medicina devono essere subito chiarite. A tutela di tutti gli studenti coinvolti ho immediatamente convocato la Conferenza dei Rettori e il Consorzio Cisia che materialmente si occupa dei Tolc” i Test OnLine CISIA che accertano la preparazione dei futuri studenti universitari. “Uno strumento alla sua prima prova e che se non funziona va cambiato” afferma il ministro Bernini in un Tweet. 

“Su questo intendo rassicurare tutti i ragazzi: le verifiche sono in corso, se ci sono state illiceità le responsabilità saranno chiare” sottolinea la titolare del Mur. 

“Se i Tolc sono da cambiare, lo faremo. Vogliamo – assicura ancora Bernini – che l’anno accademico inizi bene e con regolarità, e soprattutto vogliamo un sistema che funzioni perché il nostro obiettivo è continuare ad aprire, sempre in maniera sostenibile, l’accesso a Medicina”.

IN DIRETTA: Celebrazione della Passione del Signore presieduta da Papa Francesco

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Foto: Vatican Media

Trasmettiamo in diretta dalla Basilica di San Pietro la Celebrazione della Passione del Signore presieduta da Papa Francesco.

Trasmissione realizzata in collaborazione con CTV – Centro Televisivo Vaticano/Vatican Media – Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede

Salerno: ferisce coetaneo a colpi arma fuoco, 15enne in comunità

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I Carabinieri della Tenenza di Scafati (Salerno) e della sezione operativa di Nocera Inferiore hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del collocamento in comunità, emessa dal gip del Tribunale per i minorenni di Salerno su richiesta della Procura per i minorenni salernitana, nei confronti di un 15enne residente a Scafati, indagato perché nella notte del 13 febbraio scorso avrebbe esploso alcuni colpi d’arma da fuoco ferendo un altro giovane ad una gamba. Il minore è gravemente indiziato per i reati di lesioni personali aggravate e detenzione di una pistola calibro 7,65 utilizzata per il ferimento.

“Ci troviamo di fronte ad un ennesimo episodio di violenza, questa volta aggravato dall’uso di un’arma comune da sparo, consumato in pieno centro cittadino ed alla presenza di altri giovani”, sottolinea in una nota la Procura presso il Tribunale per i minorenni di Salerno, che parla di “manifestazione di insensata e gratuita aggressività attese le inesistenti motivazioni che avrebbero determinato il ferimento della vittima. Lo scambio di sguardi, una risposta ritenuta ‘provocatoria’, sono molto spesso le cause determinanti di eventi quali quello verificatosi lo scorso 13 febbraio a Scafati. Sempre più spesso si registrano gravi fatti di violenza commessi da minori e giovani adulti le cui motivazioni sono di una tale levità e banalità da apparire più che come la causa determinante l’evento, un mero pretesto per lo sfogo di un impulso violento e di sopraffazione”.

Dalla filosofia al rap-rock: Club 27 il nuovo brano di Pit

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Pietro Marino, classe 1996, è uno studente della facoltà di filosofia dalle molteplici passioni, prima tra tutte la musica. Nel 2020 inizia a pubblicare brani su Youtube utilizzando basi prese dal web. In tre anni, complice anche la pandemia, ha iniziato a produrre le sue basi in autonomia. Ha esordito sulle principali piattaforme musicali il 2 marzo 2023 con “Cub27”, primo singolo totalmente autoprodotto che nei primi 4 giorni ha superato le mille visualizzazioni. Della sua principale passione ci racconta che “non ricordo un solo momento della mia vita, fin da bambino, in cui non canto o ascolto musica, è una mia passione da sempre. Scrivo canzoni da vari anni ma ho sempre rimandato la loro pubblicazione. Il primo lockdown ha rotto la mia routine. Ho ordinato un microfono, una scheda audio e ho registrato i primi brani”.

Club27 è un brano che nasce da un malessere individuale ma abbraccia sentimenti comuni a tutti i millennials e alla generazione Z. Partendo dalla ricerca del proprio posto nel mondo, Pietro si è fermato a guardare intorno a sé e a fare i conti con il proprio io. “Sono nell’età in cui i miei coetanei e anche gente più giovane stanno chiaramente trovando la propria strada, o l’hanno già trovata. E io? Penso se lo chiedano in molti nelle nostre generazioni, perché diciamo che gli scenari offertici non sono proprio il massimo. Ciò che consiglio ai tanti ragazzi e ragazze che probabilmente vivono sensazioni e pressioni simili è di prendersi il tempo necessario per vivere, gioire e costruire, senza sprecarlo, ma nemmeno correndo verso non si sa cosa”.

La base miscela rock e rap, due generi molto vicini a Pietro e che ascolta da sempre. “Avevo preparato 5 basi diverse per questo brano, tutte con sonorità rock” ci racconta “ma alla fine nessuna mi ha convinto al 100%. Così mi sono ricordato di una base rap/rock abbozzata due anni fa, senza alcuna idea di brano. Era chiaramente quella giusta, quindi l’ho recuperata e sviluppata, facendola diventare CLUB27”.

Il brano, già dal titolo, fa riferimento ai “cantanti maledetti”, star della musica scomparse all’età di 27 anni, tra cui artisti del calibro di Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Jim Morrison e Amy Winehouse. Il parallelismo con questi artisti nasce da un’introspezione di Pietro, da un bilancio sulla vita all’alba dei 27 anni. “Si stava avvicinando il giorno del mio ventisettesimo compleanno e, come da vari anni a questa parte, ragionavo sul fatto che ancora una volta avevo procrastinato.” E continua “mi è, quindi, venuta in mente la leggenda del Club27. Tutti gli artisti che ne fanno parte sono diventati iconici, immortali… oserei dire delle nuove immagini sacre della musica. Tutto ciò morendo giovani. Allora mi sono chiesto ma se invece morissi io ora? Cosa ho realizzato fin qui? Cosa resterebbe?”. Oltre alle grandi star internazionali nel brano è presente una citazione tutta italiana: “Ho voluto citare Ligabue e lo storico Bar Mario, icona di molte sue canzoni, ribaltandone ironicamente il senso. Ho inserito la citazione in un punto della canzone molto pessimista, che tratta l’illusione di dare per scontato ciò che ci circonda, rimandando progetti, incontri o attività convinti di poterli sempre fare, anche in un secondo momento. Il messaggio che voglio trasmettere è di non dare niente per scontato, di non rimandare”.

I progetti futuri per questo giovane artista non mancano, prossimi brani e possibili live sono all’orizzonte. Intanto ci lascia con una piccola anteprima: il 3 aprile uscirà un nuovo brano con il quale cavalcherà nuovi temi e sonorità. Buon viaggio Pietro, che la musica sia sempre al tuo fianco e per sempre la tua musa.

Per maggiori informazioni:

IG: https://instagram.com/ilprincipepit?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Twitter: @PietroPitMarino

Salerno: furbetti del cartellino in ospedale, sospesi 2 infermieri

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Furbetti del cartellino all’ospedale di Salerno. I Carabinieri del Nas di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di due infermieri, un uomo e una donna, sottoposti alla sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio per un anno. Agli stessi sono contestati i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e inosservanza delle norme sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Secondo quanto ricostruito, i due infermieri, dipendenti dell’Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, avrebbero attestato falsamente, con modalità fraudolente, la presenza in servizio della donna che avrebbe così percepito indebitamente la retribuzione per ore di servizio non prestate.

In diverse occasioni l’infermiera si è presentata in ospedale in orario successivo rispetto a quello accertato dai sistemi di rilevazione elettronica, avvalendosi dell’altro infermiere per registrare l’inizio del servizio prima del suo arrivo. In occasione di due giornate festive la donna non si sarebbe nemmeno recata sul luogo di lavoro, facendosi solo registrare la presenza, in entrata e in uscita. 

IN DIRETTA – Santa Messa nella Notte di Natale presieduta da Papa Francesco

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In diretta dalla Basilica di San Pietro trasmettiamo la Santa Messa nella Notte di Natale presieduta da Papa Francesco.

Trasmissione realizzata in collaborazione con CTV – Centro Televisivo Vaticano / Vatican Media

Lunedì la presentazione dell’opera postuma di Carmine Manzi “La Poesia prima di tutto – Settantacinque anni di cultura nel mio Sud”

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Lunedì 19 dicembre, alle 17,30, presso il Salone di rappresentanza della Provincia di Salerno (Via Roma 104), sarà presentata l’opera postuma di Carmine Manzi “La Poesia prima di tutto – Settantacinque anni di cultura nel mio Sud”.

La manifestazione, promossa dall’Associazione Persona e Territori, si svolge sotto il patrocinio della Provincia di Salerno e in collaborazione con la sezione regionale Campania dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia.

I lavori saranno introdotti dal presidente della Provincia, avvocato Franco Alfieri.

Del libro parleranno Alfonso Andria, già europarlamentare e senatore della Repubblica, e il professore Alberto Granese, ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Salerno.

L’attore e regista Pasquale De Cristofaro leggerà poesie e brani dal libro di Carmine Manzi.

Il giornalista Andrea Manzi tirerà le conclusioni dell’incontro.

La copertina del volume

L’opera – In questo libro postumo, ultimato pochi giorni prima della morte, Carmine Manzi propone un bilancio dettagliato della sua vita d’artista e di promotore culturale: circa settantacinque anni di impegno costante lungo i sentieri della poesia, della narrativa, del giornalismo e della critica letteraria, tesi sempre al confronto con la complessità della vita sociale e con le frammentazioni identitarie del territorio. Nel libro, dato alle stampe nel decennale della morte dell’autore per le Edizioni dell’Ippogrifo e curato dai figli Anna, Andrea e Menita, vi sono anche significativi “dietro le quinte” della vita quotidiana dell’artista Manzi, che recuperano le gioie, gli affanni e la profonda umanità del poeta e dell’intellettuale, che ha avuto un ruolo decisivo negli anni della ricostruzione post-bellica. Nella seconda parte del volume compare una dettagliata storia dell’Accademia di Paestum, il sodalizio che Carmine Manzi fondò nel 1949 per contribuire allo sviluppo del Mezzogiorno e alla costruzione di reti interculturali europee: presidente onorario fu nominato il ministro della Pubblica Istruzione Guido Gonella; nel primo Consiglio accademico, tra gli altri, figurano i parlamentari Giulio Andreotti, Alfredo Baccelli, Tristano Codignola, Vittorio Emanuele Orlando, Gaetano Quagliariello e Alfonso Tesauro.

Carmine Manzi – Foto: Wikipedia

L’autore – Carmine Manzi (18 settembre 1919 – 3 aprile 2012). Nato a Mercato S. Severino, dove è vissuto per tutta la vita, è stato poeta, scrittore, giornalista, saggista e promotore culturale. Nel 1940 fondò la rivista di lettere e arti “Fiorisce un cenacolo”, ancora attiva, e nel 1949 l’Accademia di Paestum per lo sviluppo delle lettere, delle arti, dell’archeologia e del giornalismo. Autore di più di 100 pubblicazioni, ha ricevuto per sette volte il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri e la massima onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica da parte del capo dello Stato. È stato sindaco di Mercato S. Severino negli anni 50. Ha collaborato a quotidiani e riviste anche stranieri e di lui si sono occupati i maggiori critici letterari.

CORONA-VIRUS: UNA LEZIONE DI VITA

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© Wired

In una notte di premonizione Morgan Robertson scriveva nel romanzo “The wreck of the Titan” di una collisione tra il Titan, la nave creata dalla sua fantasia, e un iceberg.

Il 14.04.1912 in una notte terribile, dopo aver toccato il cielo per un ultimo respiro riaffiorando e risalendo in verticale dal mare mostrando la sua effimera potenza, il Titanic si inabissò nel profondo dell’Oceano.  Costruita nei cantieri inglesi, la nave era stata realizzata dai costruttori con un ideale di inaffondabilità e confort. Era una città galleggiante e confortevole riservata, nelle sue caratteristiche, al pubblico dei ricchi. Nell’insieme era l’esaltazione di un’epoca di tecnologia, felicità, della Parigi della Tour Eiffel, dell’Art Nouveau e della Esposizione Universale.

Rimarrà incomprensibile, a chi legge, il rapporto tra Titan e Titanic, lo strano appuntamento tra scrittura e realtà, premonizione e constatazione.

Alcuni fatti della vita sono tramandati a lettere di fuoco nell’ eterno presente della storia perché la mitologia ne entra in possesso e il Titanic a pieno diritto e, nel tempo, diviene parte di essa.

Sono interrogativi che rimarranno senza risposta perché così è scritto, purtuttavia, molti avvenimenti sono la conseguenza di trasgressioni, omissioni, illusioni e dell’uso che riserviamo alle cose che ci circondano.

Oggi ci confrontiamo con l’iceberg di una pandemia che ha inginocchiato il mondo. La particolare mutazione di un virus mette in affanno la ricerca, la tecnologia, il cambiamento climatico, gli scongiuri e le isterie dell’ignoranza che crea fazioni e mette a repentaglio, per imprudenza di alcuni, la vita e il benessere di quanti ne constatano dolorosamente l’ambiguità, la fragilità e il sogno proibito della nave perfetta: sistemi perfetti.

Minerva diede a Perseo una spada magica con la quale decapitò la Gorgona e uno scudo lucente nel quale riflettere il suo sguardo, perché decapitata, conservava la sua malvagità nel suo occhio assassino. Un breve aneddoto perché in questa storia leggo, ancora una volta, l’assonanza con quanto stiamo vivendo in questi anni. Uno, due, tre e il quarto booster del vaccino – nulla è certo – neppure con il Corona-virus. La decapitazione non è certezza della fine. E allora…le regole della convivenza devono essere ispirate alla prudenza: lo sguardo della Gorgona, un frammento del suo Rna, un singolo serpente che fa parte della sua chioma può ancora colpire rendendosi evidente a contagio inoltrato.

Il Perseo moderno avrebbe adoperato la spada delle vaccinazioni, indossato lo scudo della mascherina, della giusta distanza dalla Gorgona-virus e avrebbe seguito l’invito alla prudenza di Minerva: dea della saggezza, dell’ingegno, delle arti e delle scienze. La contagiosità e le varianti del Covid sono il pericolo incombente. I sintomi e la pericolosità, fortunatamente, sono meno gravi, la ricerca scientifica più efficiente ma ricordiamo che, spesso, il fuoco cova sotto le ceneri…

Una piazza in memoria di un indimenticabile vecchio amico

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Caro Salvatore, amico mio, sono passati ormai 13 anni da quel tragico evento che ci sconvolse la vita eppure nessuno qui ti ha dimenticato.

Siamo andati avanti, perché è quello che bisognava fare, ed è quello che tu avresti voluto, ma la tua mancanza ancora si sente. Sai, spesso mi capita di chiedermi come saresti ora, quale sarebbe il tuo lavoro, cose cosi. Sarà forse perché la mia mente non vuole accettare che tu non ci sia più e preferisce credere che in realtà tu sia ancora qui; che non ci vediamo più solo perché ci siamo allontanati e persi di vista, cosi come è successo con gli altri della vecchia combriccola.

Non usciamo più insieme perché ognuno ormai ha una vita diversa ma ogni volta che ci si incontra siamo felici di rivederci.

Ma purtroppo non è cosi, tu fisicamente non ci sei.

Quando ho proposto a Retake di riqualificare una zona di Fuorni, ho subito pensato di dedicarti l’evento, non potevo non farlo.

Inizialmente avevo pensato al campetto, ma non abbiamo potuto farlo cosi siamo andati nella vecchia piazzetta che frequentavamo da ragazzini. Sapessi come era ridotta Tatò! Mi ha messo tristezza vederla cosi, era il nostro rifugio.

Piazzetta Fuorni
Piazzetta Fuorni

Nelle due settimane che ho passato a metterla a nuovo, mi è capitato spesso di stare da solo, e mi sono ritrovato a pensare al passato.

Ho riportato alla memoria tutti i ricordi di quando tu eri qui con noi, e non so descriverti in poche parole quello che provato, perché era una sensazione strana.
Ero triste e felice allo stesso tempo, triste perché quei momenti ormai sono lontani ed esistono solo nei nostri ricordi, felice perché ero/sono stato fortunato a viverli, e a viverti come amico.

Ho pensato a quanto eri speciale nella tua normalità, eri un ragazzo come noi con pregi e difetti, ma avevi qualcosa in più e questo è fuori discussione.

Foto con la madre di Tatò
Foto con la madre di Tatò

Con te non si poteva stare arrabbiati per molto tempo, ho sempre invidiato quella tua capacità di perdonare e andare oltre, di vedere sempre il buono negli altri e voler bene a tutti, ho cercato sempre di “rubarti” questa qualità, ma ad oggi a quasi 32 anni, ancora non ci riesco bene cosi come ci riuscivi tu.

Sabato 30 aprile 2022, il giorno in cui è stata inaugurata la piazzetta nuova, sono venute anche tua sorella Anna e tua mamma: sono stato felice di vederle, parlarci è stato come poter parlare di nuovo con te, hanno il tuo stesso sguardo e ho capito perché eri una persona cosi meravigliosa, perché anche chi ti ha cresciuto lo è, non sai quante volte ho ringraziato tua madre per averci donato un amico come te.

Posso dirti che è stata una mattinata piena di emozione, ricordarti e parlare di te, rivivere anche se purtroppo in tua assenza tutti i ricordi che ci legheranno per sempre.

Targa in ricordo di Salvatore Di Pasquale
Targa in onore di Salvatore Di Pasquale posta alla fine della riqualificazione della piazzetta di Fuorni

Io non lo so se ci sia davvero qualcosa dopo Tatò, sono successe tante cose in questi anni che mi hanno portato a smettere di crederci già da tempo, ma se in qualche modo hai potuto vedere, spero ti abbia fatto piacere sapere che noi siamo ancora qui e che tu per noi sei ancora qui.

Ti voglio bene amico mio, sono grato alla vita di aver condiviso del tempo insieme a te.

Noi e loro. Il razzismo dei media occidentali.

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Il giornalista Charlie D'Agata, protagonista in negativo di un intervento razzista.

Quel che il borghese europeo non perdona a Hitler non è il crimine come tale, il crimine contro l’uomo; non è l’umiliazione dell’uomo in sé, ma il crimine contro l’uomo bianco, il fatto di aver applicato all’Europa metodi coloniali finora riservati agli arabi di Algeria, ai coolies dell’India e ai negri d’Africa.

Aimé Césaire, Discorso sul colonialismo, 1950

Nel 2022 nessuno direbbe mai apertamente d’essere razzista. Domattina nessuno (o quasi) si alzerebbe con l’intenzione di rendere pubblico il suo senso d’appartenenza ad una razza superiore rispetto alle altre. Ma è proprio così? Se ho imparato qualcosa dai libri di storia è che l’essere umano ha sempre cercato di darsi un’identità in conflitto con le altre; se andassimo a studiare, per esempio, i nomi di varie tribù dei nativi americani, scopriremmo che il più delle volte questi si potrebbero sostanzialmente tradurre con “gli uomini”, “la gente”, come a dire: «noi siamo gli uomini, voi no». Ma potremmo fare anche esempi più familiari alla nostra cultura occidentale. I greci, infatti, identificavano se stessi e si univano solo in contrapposizione con tutto ciò che loro definivano barbaro, ovvero colui che non parla greco. Ed oggi il razzismo è scomparso? Assolutamente no.

La cronaca è ancora piena di episodi razziali. Ma quando anche il giornalismo si scopre rappresentato da soggetti intrisi fino al midollo di un forte senso di identità razziale, allora quel senso di disgusto che provavamo leggendo episodi sporadici di contenuto razzista diventa consapevolezza che il razzismo è ancora un male endemico e da estirpare.

Noi. Il razzismo dei media nella guerra in Ucraina.

Andiamo con ordine. Il 24 Febbraio i Russi sfondano il confine ucraino. Giornalisti, opinionisti e politici si sono dati da fare arricchendo (o impoverendo!) il racconto della guerra in vari modi. Il 25 Febbraio, il corrispondente della CBS Charlie D’Agata, dopo aver sottolineato la differenza tra l’europea Ucraina e la medio-orientale Afghanistan, ha espresso così il suo pensiero: «questa è una città relativamente civile, relativamente europea […] città in cui non te lo aspetteresti, o speri che accada». Ovviamente, queste non erano solo parole da evitare, ma smaschera un pensiero secondo cui la guerra, in determinati paesi, non solo viene accettata, ma è la normalità. Le scuse del giornalista sono state più goffe delle offese: con un «in a way I regret», D’Agata sembrava scusarsi più sotto costrizione anziché scusarsi dopo compreso sul serio di aver preso una toppa.

Il 26 Febbraio l’emittente britannica BBC ha ospitato, da remoto, David Sakvarelidze, politico polacco e georgiano, il quale ha definito la vicenda bellica commuovente «perché vedo persone europee con i capelli biondi e gli occhi azzurri che vengono uccise ogni giorno dai missili di Putin, dai suoi elicotteri e dai suoi razzi». Il presentatore ha reagito con un «capisco e ovviamente rispetto l’emotività». Non penso ci sia bisogno di commentare.

Sempre il 26 Febbraio, in onda su l’emittente francese BFM TV, il giornalista Philippe Corbe ha dichiarato: «non stiamo parlando di siriani in fuga dai bombardamenti del regime siriano sostenuto da Putin, stiamo parlando di europei che se ne vanno con auto che assomigliano alle nostre per salvarsi la vita».

Un discorso simile si ascolta il 27 Febbraio quando il presentatore inglese di Al Jazeera, Peter Dobbie, ha descritto i rifugiati ucraini come appartenenti alla classe media, della borghesia: «non sono assolutamente rifugiati che cercano di andare via dal Medio oriente. Loro sono come ogni famiglia europea». Per essere buoni profughi bisogna appartenere ad una determinata classe sociale? Le scuse via Twitter di Al Jazeera non sono mancate.

Il giornalista britannico Daniel Hannan è stato invece criticato per un articolo apparso su The Telegraph in cui si stupiva del fatto che la guerra non accade più nelle “popolazioni povere e remote”, ma anche in Europa. Una persona potrebbe dire che ha solo scelto le parole sbagliate, ma il punto è proprio questo: il lavoro di un giornalista è anche quello di saper trovare e usare le parole giuste.

Ma non ci sono solo i giornalisti ad aver parlato (male) a proposito del conflitto in Ucraina. In Bulgaria, il premier Boyko Metodiev Borisov ha dichiarato: «questi non sono i rifugiati a cui siamo abituati. Sono europei, persone intelligenti, istruite, alcuni sono programmatori informatici…questa non è la solita ondata di profughi di persone con un passato sconosciuto. Nessun Paese europeo ha paura di essi». Se questo non è razzismo, ditemi voi cosa è.

Anche nel nostro Paese i politici hanno preferito parlare anziché stare in silenzio. Parlare, ovviamente, è una libertà democratica che nessuno deve negare ad un altro essere umano; ma è anche vero che bisognerebbe imparare a parlare per arricchire e a stare in silenzio quando non si ha nulla da dire. Nel nostro caso, Matteo Salvini, leader della Lega, si è dimostrato aperto ad aprire le frontiere del nostro Paese ai profughi ucraini solo in quanto essi fuggono da una «guerra vera» – e questo fa degli ucraini «profughi veri». Al di là della felicità con cui abbiamo accolto la notizia secondo cui anche il centro-destra sarebbe stato pronto ad accogliere i profughi ucraini, dovremmo chiedere a Salvini quali sono le guerre false e chi sono i profughi falsi (e quale è il suo metro di misura per stabilirlo!).

Loro.

Lo storico Franco Cardini, in diretta web al programma “L’aria che tira“, sottolineando il disagio che si prova a commentare le immagini dei profughi dalla guerra, ha suggerito quanto noi occidentali dovremmo farci un esame di coscienza. Col suo discorso torniamo indietro fino al 1994 «quando la Nato ha cominciato ad attaccare la Bosnia. Non ci sono bambini che si stringono ai loro peluche o vecchiette che attraversano la strada soltanto a Kiev. Noi bambini coi peluche o vecchiette che attraversavano la strada, quando bombardavamo Belgrado, non li abbiamo visti. Non ce li hanno fatti vedere. Come non ci hanno fatto vedere bambini e vecchiette nel 2003, quando noi vedevamo i bombardamenti di Bagdad».

E questa distorsione del mondo, già illustrata dal racconto dei media sulla guerra, è descritta efficacemente dal filosofo Alessandro Del Lago. Secondo lo studioso, l’opinione pubblica non reagisce alla realtà, ma ad una combinazione tra il sistema mediale e il sistema politico: in pratica noi reagiamo ad un evento di per sé immaginario e non del tutto reale. Un esempio pratico è stato, per l’appunto, la lettura offerta dell’accoglienza ai profughi ucraini perché europei. E coloro che in Ucraina non sono europei?

Il quotidiano sulla Sicurezza internazionale, agli inizi di Marzo, ha denunciato il mancato soccorso ai profughi nigeriani e sudafricani in fuga dall’Ucraina. Si scrive: «il rifiuto di accogliere rifugiati non bianchi “conferma ancora una volta che il colore della pelle è di per sé un passaporto”». Già il 28 Febbraio, Mehdi Chebil scriveva per france24 che «la Nigeria e il Sud Africa hanno espresso allarme per le notizie secondo cui i loro cittadini non possono lasciare l’Ucraina devastata dalla guerra. Alla stazione ferroviaria di Lviv, nell’Ucraina occidentale, FRANCE 24 ha incontrato diversi studenti africani che dicono di essere stati respinti al valico di frontiera di Medyka con la Polonia». Questi sono solo alcuni degli episodi di razzismo che potremmo citare.

Conclusioni. Il razzismo mascherato.

Quanto appena raccontato è semplicemente triste. Noialtri occidentali commentiamo dal nostro altare fatto di moralismo e ipocrisia un evento bellico verso cui noi stessi abbiamo la coscienza sporca. Ma è solo razzismo mascherato. Scrive Patrick Gathara per Al Jazeera che «paradossalmente, le deformità morali dell’Europa sono sotto gli occhi di tutti fin dall’inizio dell’invasione russa […]. Il trattamento che, stando a quanto riportato, le guardie di frontiera ucraine hanno riservato agli africani, agli indiani e ad altre persone di colore che cercavano di lasciare il paese resterà una macchia indelebile sulla resistenza per altri versi eroica del paese contro l’aggressione». E noi non possiamo che essere d’accordo.


Siamo tutti Don Maurizio Patriciello!

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Il prete anti camorra Don Maurizio Patriciello

Di queste tempi, quando si parla di ordigni esplosi, la nostra mente si proietta in automatico all’est Europa dove è in corso una sanguinosa guerra. Eppure le notizie giunte in queste ore ci fanno comprendere che le “guerre” possono avere tante sfaccettature e dimensioni.

Nella giornata di ieri, infatti, è esploso un ordigno nei pressi della Chiesa di San Paolo in Caivano (provincia di Napoli) che aveva un preciso scopo: intimidire indirettamente le azioni del movimento anti camorra in provincia di Napoli e colpire direttamente il prete Don Maurizio Patriciello.

Dopo le minacce nei confronti di Biagio Chiariello (comandante della polizia locale di Arzano) “colpevole” di combattere le attività criminali sul territorio e di Don Maurizio Patriciello (che si oppone da anni alle azioni malavitose di chi inquina i territori del napoletano e del casertano), si è passati ad atti molto violenti (come d’altronde succede da oltre trenta anni a questa parte).

Il 21 Marzo prossimo, come ogni anno e in tutta Italia, migliaia di persone scenderanno in piazza per la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie. Sarà un giorno per portare alla luce del sole quel conflitto che vede “combattere” quotidianamente migliaia di attivisti contro ogni forma di sopruso e criminalità, violenza e discriminazione, mala politica e collusione con la criminalità organizzata, interesse di parte e negazione di diritti basilari.

Come redazione di Local Page non possiamo rimanere in silenzio rispetto all’evento accaduto in queste ore a Caivano, nè continuare a legittimare un’informazione di parte e collusa. Quello che faremo è usare l’arma della verità per portare a galla tutte le contraddizioni di un sistema marcio e dare voce a chi quotidianamente si oppone alle mafie in ogni ambito.

A tal proposito vogliamo ricordare le parole del giornalista Giancarlo Siani che venne ucciso dalla criminalità organizzata per aver fatto al meglio il suo lavoro da cronista:

“La criminalità, la corruzione non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. È allora quello che un giornalista ‘giornalista’ dovrebbe fare è questo: informare”.

Siamo tutti Don Maurizio Patriciello!




Sperare contro ogni speranza: il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2022

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Sulla linea dell’Enciclica Fratelli tutti e in continuità con tutto il magistero di Papa Francesco, il messaggio per la Quaresima 2022, è un invito concreto alla speranza, speranza cristiana che non è in aria, ma concretamente con i piedi per terra. L’immagine evocativa utilizzata dal Santo Padre, e ripresa dalla lettera ai Galati di San Paolo Apostolo (Gal 6,9-10a), è quella del seminatore, il quale attende pazientemente il compimento di quella promessa racchiusa nel seme. Quest’immagine diviene quanto mai evocativa in questo tempo: «La Quaresima ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere», afferma il Santo Padre. Il primo seminatore è Dio stesso, che non si stanca di diffondere semi di bene nel mondo, nonostante le tante difficoltà, problematiche e drammi che sussistono nel mondo. Senza dubbio l’attenzione di questi giorni è catalizzata dai venti di guerra che soffiano nuovamente nel mondo, ma come sottolinea Suor Alessandra Smerilli nella conferenza di presentazione del testo del Santo Padre, «tutto ciò non può farci perdere la speranza».

Una Quaresima nel segno delle azioni concrete, che richiamano i credenti ad un’autentica vita del Vangelo, perché «la Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore (cfr 1 Pt 1,21), perché solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo accogliere l’esortazione dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9)».

La preghiera, che rafforza il nostro rapporto personale e comunitario con Dio, permette ciascuno ad uscire dall’illusione dell’autosufficienza per fidarsi di Dio; il richiamo al sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, è occasione per riconoscere la propria fragilità e combatterla per aprirsi realmente all’altro. Di grande forza il richiamo alla concretezza delle relazioni umane, in questo tempo logorate dall’abuso dei mezzi di comunicazione. Il connubio necessario è dunque con azioni concrete nella quotidianità della vita: la Quaresima è tempo opportuno «per prenderci cura di chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono feriti sulla strada della vita». Azioni concrete e gesti di vicinanza sono quei piccoli semi che germogliando portano frutti di vita eterna, perché seminati nel solco dell’azione di Dio nella storia. «La quaresima non è tempo cristiano se ci si ritira dal mondo», così ancora Suor Alessandra. Il cristiano è colui che “agisce per” e non si accontenta di “stare in”. Alla Vergine Maria è dunque affidato questo nostro impegno, perché ci ottenga da Dio il dono della pazienza e della perseveranza. 

Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica

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Roberto Baggio compie oggi 55 anni. Il Divin Codino è stato non solo un calciatore, ma un’icona del suo tempo. “Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica” cantava Cesare Cremonini, una citazione che fa capire quanto questo giocatore sia stato un simbolo per molte generazioni.


L’inizio della carriera


Roberto Baggio nasce il 18 febbraio 1967 a Caldogno, in provincia di Vicenza. Sesto di otto figli, il padre Florindo, appassionato di calcio, lo chiama Roberto in onore di Boninsegna. Roby si avvicina al calcio sin da giovanissimo, entrando nelle giovanili vicentine del Lanerossi a 13 anni. Nel 1983 debutta in prima squadra e l’anno successivo realizza 12 gol in 29 presenze, riportando i suoi in Serie B. Una B che però non giocherà, perché la Fiorentina investirà quasi 3 miliardi di lire su di lui per portarlo a Firenze. Poco prima di firmare con i viola, Roby subisce un gravissimo infortunio al crociato e al menisco ma nonostante ciò il club toscano crede fortemente in lui e lo ingaggia ugualmente. Baggio resterà lontano dai campi per più di un anno, ed è in questo periodo che inizia ad avvicinarsi al buddhismo, che lo aiuterà molto nel recupero fisico ma anche nella crescita  mentale e spirtuale. Quando torna, un nuovo infortunio lo costringe a stare fermo, totalizzando  solo dieci presenze in due anni. Poi però al suo rientro definitivo esplode, mostrando a tutti la sua classe, con tre stagioni di grande livello che gli valgono anche la convocazione con la nazionale a Italia ’90. Baggio, partito da riserva, conquisterà il ruolo di titolare ed insieme al compagno Schillaci porterà i suoi fino in semifinale contro l’Argentina che però andrà in finale battendo l’Italia ai rigori.

1988, 1993, 1998: gli anni di Baggio

È un’estate particolare per Baggio che viene “costretto” ad andare alla Juventus e i tifosi della Fiorentina insorgono contro la dirigenza, scendendo in piazza e  protestando vivamente. La volontà di Baggio contò poco come più volte ha ammesso anche lo stesso calciatore, dimostrando sempre stima per Firenze, una città che ha sempre creduto in lui quando nessun altro  lo avrebbe fatto. Celebre infatti l’episodio in cui si rifiutò di battere un calcio di rigore contro la “sua” Fiorentina quando tornò per la prima volta a Firenze da avversario con la maglia della Juventus, raccogliendo poi, all’uscita dal campo, una sciarpa viola lanciatagli dagli spalti. Forse è per questo che con l’ambiente juventino non riuscì mai a legare del tutto. Eppure con i bianconeri realizzò 115 gol in 200 partite e il 1993 fu il suo anno, in cui vinse la Coppa Uefa con la Juve e a livello individuale fu premiato con il Pallone d’oro e il Fifa World Player. A questo periodo è legata la sua iconica immagine del codino, e la sua partecipazione ai Mondiali del ’94, in cui, trascinò l’Italia di Sacchi fino in finale, segnando 5 gol nella fase a eliminazione diretta. Nella finale contro il Brasile, purtroppo però, Baggio sbagliò il rigore che consegnò la coppa ai brasiliani, una ferita e un rimpianto che hanno segnato per sempre Roby nell’animo. Lasciata la Juve dopo l’esplosione di Del Piero, Roby andò al Milan. Nel primo anno vinse di nuovo lo Scudetto, ma nel secondo, prima Sacchi e poi Capello non mostrarono particolare attenzione nei suoi confronti, e così, Baggio decise di passare al Bologna. Qui avvenne la sua rinascita, diventando il leader dei rossoblu, con 22 gol in 30 partite. Nel Mondiale del ’98 l’Italia con Baggio perse per la terza volta negli anni Novanta ai rigori, questa volta ai quarti contro la Francia. Baggio passerà all’Inter di Moratti, che però sta vivendo un  periodo difficile, che non faciliterà nemmeno l’esperienza di Roby. Baggio decide così di trasferirsi al Brescia, neo-promosso in Serie A. Con Mazzone in panchina vive quattro anni splendidi, in cui non solo salva i suoi ma il porta anche a sognare per l’Europa mostrando ancora classe e talento all’età di 35 anni, esprimendo ancora calcio per il semplice piacere del gioco, che lo ha sempre contraddistinto nella sua carriera. Trapattoni non lo convoca per i Mondiali 2002, e così nel 2004 decide di dire addio alla Nazionale e al calcio. Il 16 Marzo, in un San Siro che lo ricopre di applausi, dopo 19 stagioni in Serie A, 643 presenze e 291 gol in tutte le competizioni, Baggio saluta definitivamente il calcio. 

L’uomo dietro il campione

Locandina del film Netflix
foto © Netflix

Il “Divin Codino” è il film sulla vita di Roberto Baggio e il brano “L’uomo dietro il campione” di Diodato, che fa parte della colonna sonora del film, sintetizza al meglio quello che è stato Roby per tutti noi. La sua carriera lunga e gloriosa, è stata colpita dagli infortuni, dalla sfortuna  e spesso anche dai rapporti complicati con i suoi allenatori che gli hanno impedito di lasciare un segno ancora più profondo nella storia del calcio, ma forse hanno contribuito a renderlo ancora più amato, al di là dei confini del tifo per questa o quella squadra di club: “Che poi Roberto in fondo tutto questo amore è pure figlio del coraggio, di quel campione che toccava ogni pallone come se fosse la vita. Lo so potrà sembrarti un’esagerazione ma pure quel rigore a me ha insegnato un po’ la vita”. Buon compleanno Roby, per sempre il nostro Divin Codino.

Una presentazione

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copertina Electricity

“Tutta la musica che val la pena postare”. Così recita lo slogan contenuto nella sezione informazioni della pagina Facebook di “Electricity”, un umile riferimento alle notizie atte ad essere stampate del New York Times, quel “All The News That’s Fit To Print” che il mai troppo celebrato “cantautore giornalista” Phil Ochs citerà nel suo esordio del 1964 mutando il “to print” in “to sing”.

Il “postare” si alterna ad “ascoltare” perché in primis, dal 2015, Electricity è un programma radiofonico in procinto di ripartire su Radio Raffaella Uno (ogni lunedì alle 21 a partire dal 27 settembre) e Radio Skylab (ogni giovedì alle 14 dal 9 settembre). Su quest’ultima emittente, “Electricity” trova spazio con cinque brani anche all’interno del programma “La Cimice”, condotto da Dalida Spunton e in onda ogni martedì alle 17, a partire dal 7 settembre.

Electricity a Radio Raffaella Uno

La Musica, quella di ieri e di oggi, senza barriere geografiche, di qualità, che trasuda passione ed emana buone vibrazioni: questo è il senso del motto da sempre. Far conoscere cose nuove, ricordare i suoni del passato, stimolare perennemente all’ascolto.

E da oggi, su Local Page, magari anche approfondire, lasciando maggior spazio alla parola: Electricity fino ad oggi ha sempre “parlato” poco e “suonato” molto e da oggi prova ad “invertire il trend” raccontando di dischi, artisti, anniversari, visioni legate alle sette note, concerti (o almeno di quel che passa il convento, nella dannata era della pandemia) e altro ancora, a ruota libera, perché parlare di musica è sempre importante: non si potrà garantire sulla qualità, ma sulla Passione non v’è dubbio.

E poi c’è la Songweek, l’appuntamento settimanale con la playlist Spotify attraverso la quale, ogni lunedì, Electricity pone costantemente il suo sguardo alle novità del mercato discografico.

La songweek

Da oggi, all’infuori di Facebook, la trovate anche qui con “due righe” d’introduzione, ricordando altresì che cercando “Alboman” su Spotify potete trovare anche tutte le playlist finora pubblicate.

Tra i 20 pezzi di questa settimana si distingue sicuramente la britannica Little Simz, al secolo Simbiatu Ajikawo, che con il ricco quinto album (quasi 70 min) “Sometimes I Might Be Introvert” arriva a toccare nuovi vertici di creatività, di riflesso confermando l’ottimo stato di salute della black music d’Oltremanica.

Foto di repertorio di Little Smiz


Non accolta, almeno per ora, dallo stesso quantitativo di parole, ma in grado di piazzare un altro lavoro folgorante, peraltro un esordio, è la statunitense Marley Munroe in arte Lady Blackbird con “Black Acid Soul”, dotata di una voce che cattura all’istante e che si staglia su trame sonore fra jazz, soul, e qualche piccolo tocco psichedelico qui e là. È stata definita già “la Grace Jones del jazz” e affinità/citazioni con nomi storici come Billie Holiday, Nina Simone, Chaka Khan e via discorrendo si sprecano. Da ascoltare con attenzione.

foto di repertorio di Marley Munroe


Per il resto, in ambito di ambito di hip hop eclettico e dintorni con estratti dai lavori di The Bug e Damu The Fudgemunk. E ancora nei 20 brani totali, suoni alternative, power pop e dintorni, electropop, incontri sperimentali in quel di Chicago tra maestri e allievi all’insegna della sperimentazione post rock nel senso più largo possibile, e tanto altro ancora.

Buon ascolto a chi vorrà avventurarsi.
E buone letture, qui su Local Page.

LocalPage, una nuova realtà al passo con i tempi

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La nostra società è invasa da strumenti di informazione che ci consentono di captare notizie in tempo reale e di documentarci sui più svariati aspetti del sapere, sfociando in settori umanistici, scientifici, turistici, economici, ecc. 

Pertanto, potremmo chiederci qual è la motivazione di un nuovo sito. Tante le risposte. In primis la passione per la comunicazione e per l’approfondimento in una visuale allargata, liquida, fuori da qualsivoglia connotazione di natura politica o di parte.

Uno spazio, quindi, libero da schemi ideologici, affidato ad esperti dei diversi settori per fare informazione ma anche e, soprattutto, per avviare un percorso di arricchimento culturale nei diversi campi di interesse del lettore.

È questo lo scopo principale che ci ha spinto a concretizzare un’iniziativa che ha trovato riscontro positivo tra i professionisti che si sono resi disponibili a dedicare un po’ del loro tempo collaborando con contributi e riflessioni su argomenti di particolare interesse e di attualità.

Siamo aperti al dialogo ed al confronto costruttivo per cui accetteremo interventi da parte di chiunque volesse interagire rendendo più vivace il nostro osservatorio sui problemi della nostra società in un momento storico particolarmente complesso e delicato.

La redazione si riserva di visionare gli articoli prima della pubblicazione allo scopo di garantire una consona adesione ai principi di corretezza e di gestione di spazi e strumentazioni tecniche.

Ci auguriamo che questo contenitore possa diventare punto di riferimento e di confronto, permettendoci di aggiungere un ulteriore tassello alla crescita del nostro Paese e dell’intero tessuto sociale.

Il punto centrale della vita

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Tutte le opere di Luigi Torino

<<Nel mezzo del cammin di nostra vita… >>. La Divina Commedia si apre con una precisa indicazione: la vicenda prende avvio nel 1300, quando Dante ha 35 anni. Il fatto che il Sommo Poeta ritenesse quest’età il «mezzo», il punto centrale della vita, lo spiega in un’altra sua opera, il Convivio, dove, riprendendo un passo biblico, paragona l’esistenza dell’uomo ad un arco il cui apice corrisponde al trentacinquesimo anno di età.

Ha ragione Dante? Siamo sicuri che <<il mezzo della vita>> vada ricercato in una divisione matematica del tempo, ossia tra quello che abbiamo vissuto e quello che presumibilmente ancora ci resta da vivere? O non sia più giusto e, perché no, più esatto attribuire questo significato ad un particolare momento della nostra vita, precisamente a quel momento in cui si acquisisce la consapevolezza della morte in quanto reale, ed il nostro tempo si spezza irrimediabilmente in un prima e in un dopo?

Immagine iconica de “Il sommo poeta” Dante Alighieri

Già Confucio, 2400 anni fa, aveva detto: <<Abbiamo solo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una>>.

Quel momento fatidico, il mezzo della vita, può presentarsi per alcuni già in giovane età, per altri in età avanzata, per altri ancora può presentarsi soltanto alla fine della vita. Un evento tragico, la morte di un genitore, di una persona cara, una grave malattia, una forte delusione, ecc., può generare questa ripartizione del tempo, del nostro tempo, in un prima di quell’evento e in un dopo.  Se ti raggiunge una tempesta, quando la bufera sarà finita, su un punto non c’è alcun dubbio: che tu, uscito da quel vento, non sarai più lo stesso che vi è entrato

Io ho conosciuto questo momento a 37 anni. Una sera che ero seduto alla scrivania del mio studio, accusai una fitta al petto. Era un infarto. Mia moglie e mia sorella dottoressa si accorsero subito che non si trattava di un malore di poco conto. In ambulanza venni trasportato all’ospedale dove mi fu somministrato un nuovo farmaco, ancora in fase di sperimentazione, che forse fu la mia salvezza.

Fu quello il “mezzo del cammin” della mia vita: da quel momento non sono più riuscito a sbarazzarmi dell’idea della morte. Cambiai stile di vita, ripresi a leggere libri di narrativa e di filosofia, e mi misi a scrivere non soltanto opere scientifiche, ma anche romanzi e racconti. Nasce da quell’evento il mio primo libro LE MIE RAGIONI, “libro un po’ diario, un po’ saggio e un po’ romanzo”, come lo definì nella prefazione il poeta Carmine Manzi. Seguì il mio primo racconto “Andrea”, che vuol essere uno scritto contro la morte e al tempo stesso sulla necessità, per diventare essere umani, della sua accettazione sia da parte mia sia da parte di tutti gli uomini. 

Come Van Gogh che instancabilmente ritorna a dipingere i Girasoli, cambiando la prospettiva e la luce, così mi ritrovo, o in prima persona o nascondendomi dietro la maschera di un personaggio, a ritornare sempre, in un indissolubile patto di fedeltà, all’evento terribile e fondativo che mi ha fatto scoprire la precarietà della vita e lo scandalo della morte. Un evento che è insieme personalissimo e universale, perché, in un lampo, rende evidente la finitudine che tutti ci accomuna. Ognuno di noi, prima o poi, deve affrontare la prova di veder scomparire ciò che ama, e tutti dovremo restituire tutto al nulla nel quale, a nostra volta, finiremo per scomparire. Ma da quell’evento amaro nasce anche il mio progetto, folle e coraggioso, di tentare di sconfiggere la morte ricordando uomini e donne che ho amato e facendoli rivivere almeno sulla pagina. La “Vita Nova” generata dalla ferita infertami dal tempo è, innanzi tutto, impegno di scrittura come testimonianza. Testimoniare, infatti, è l’impegno che mi sono assunto a partire da “Andrea”, continuando con “Ehi, dottoressa, che isola?”, fino al recente “Va dove ti porta il cane”.

Un collage delle opere di Van Gogh in cui vengono raffigurati i girasoli

Non so se sia stato scritto un romanzo che racconta la storia di un uomo che, dopo aver visto scomparire tutte le persone più care della sua vita (i genitori, il cane, un amico, la donna amata), vede sprofondare anche la propria casa. Un libro siffatto, se da una parte è testimonianza della verità del precipitare degli esseri nel nulla; dall’altra, con il suo rammentare pietosamente ciò che è stato e chi è stato, è anche un “no” a quel niente che rimane l’ultima parola del mondo. E forse, allora, è davvero possibile che ogni morto aspetti la sua perfezione in questo risorgere che un superstite con il suo scritto gli offre.    

Queste considerazioni, che possono apparire come banalità più o meno filosofiche, sono presenti nelle opere dei maggiori scrittori. Molti romanzi e racconti, credo anche qualcuno dei miei, sono la prova della labilità dei confini tra il genere narrativo e il genere filosofico. Un esempio magistrale è la Recherche di Marcel Proust, opera né completamente romanzo né completamente saggio. 

Affidare alla narrativa il compito etico della testimonianza significa anche interrogarsi su quali siano le sue possibilità, sui suoi splendori e sulle sue miserie; significa rendersi conto che il romanzo e il racconto acquistano senso solo in funzione del tempo dove lasciano la loro vana impronta di memoria.

Lo sviluppo sostenibile

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La sostenibilità è in sostanza un modello di vita che punta a preservare le risorse attuali per le generazioni future, sia ambientali che non, affinché possano essere utilizzate anche in futuro allo stesso modo di quella attuale. Difatti la sostenibilità è ambientale ma anche economica e sociale.

Quando parliamo di sostenibilità parliamo di fonti rinnovabili e materiali ecocompatibili ma parliamo anche di finanza etica, di responsabilità sociale delle imprese, di turismo sostenibile, agricoltura sostenibile e così via.

L’obiettivo, dunque, è di mantenere uno sviluppo economico compatibile con l’equità sociale e gli ecosistemi (ecocompatibilità), operante quindi in regime di equilibrio ambientale.

La sostenibilità è sicuramente una cultura di vita ma è, anzi può e deve essere opportunità di business.

Non vi è dubbio, infatti, che c’è la possibilità di sviluppare attività e servizi improntati a questa cultura proprio negli ambiti di cui abbiamo parlato sopra (green finanza mobilità etc etc)

Molti di questi servizi possono avere anche un’elevata valenza sociale, pensiamo soprattutto a quelli per il turismo per disabili o i meno abbienti.

Evidentemente, questo ragionamento vale per tutte le organizzazioni oltre che per le imprese, ma assume una particolare rilevanza in quelle pubbliche e destinate al no profit dove è evidente che la connotazione di sostenibilità è quasi “naturale”.

In merito, proprio riferendoci al no profit, le formule imprenditoriali con cui portare avanti tali attività sono molteplici, in alcuni casi va bene sviluppare tali attività con le forme societarie classiche (srl, sas..) in altri casi assume particolare valenza invece farli con la formula della cooperativa sociale, sia di tipo A che di tipo B.

In alcune zone addirittura questi servizi vengono sviluppati in forma aggregata attraverso più Comuni con lo strumento dell’Unione dei Comuni (servizi sociali, trasporti etc) attraverso società o cooperative organizzate dall’Unione stessa nell’ottica della piena compartecipazione tra pubblico e privato. Di sostenibilità e di sviluppo economico sostenibile ne parlo in maniera ampia nel mio ebook “Sviluppo Sostenibile l’unica crescita futura possibile” edito da Lulu.com a giugno 2019 dove, partendo dalla definizione di sostenibilità e di sviluppo sostenibile, ripercorro le varie tappe, da Kyoto a Parigi ad Agenda 2030, che dovrebbero garantire nel futuro l’attuazione di questo nuovo modello di vita e di visione di crescita economica del pianeta.

Sport e Statuti.. Sport e regolamenti..

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Modifica Statuto

La pandemia ha cambiato le scadenze, ma non la modalità del rinnovo delle cariche sportive. Questo rito quadriennale coinvolge il CONI, le Federazioni, gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) e le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD), e si perpetua nonostante le sfide.

  Olimpiadi e scadenza Olimpica, dei mandati sportivi, in seno a Federazioni ed entità sportive in genere, CONI compreso, sono in corso d’opera. La pandemia, devasta piani e sposta scadenze, ma non modalità, che, purtroppo, restano.

   Insomma, rito quadriennale che nel tempo, oltre a scadenzare i Giochi Olimpici Estivi, “sposa”, il rinnovo delle cariche direttive, a cascata, dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), alle Federazioni Sportive Nazionali (FSN), agli Enti di Promozione Sportiva (EPS), alle Associazioni Benemerite (AB), fino alla base dello Sport tutto, le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD), le Società Sportive Dilettantistiche (SSD).

   Un movimento che si rinnova in toto e che, pur avendo avuto degli slittamenti, a causa del corrente COVID 19, non ha cambiato gli umori, non ha cambiato le guerre interne, non ha cambiato, l’ancoraggio o il tentativo d’ancoraggio alle poltrone, guadagnate in precedenza, magari, con stessa tipologia, rito, stesse “correnti politiche”, interessi, patti o scambi, fra le parti interessate, elettori e candidati. E, pur, con la nuova riforma dello Sport (“Spada di Damocle” che limita a tre, i mandati olimpici per i Dirigenti) sulla testa, non si rinuncia a mettere in atto, anche bassezze, per restare nella governance, politico sportiva, del proprio feudo.

   Dai Nazionali, ai Regionali e da questi, ai Provinciali, bolgia che si ripete, si perpetua.

   Diversi, clamorosi, tentativi in passato, sono stati posti in essere, con risultati vicendevoli. Come quello di Yuri Chechi, alla Presidenza della Federazione Ginnastica d’Italia (FGI 2016), che non gli valse, vittoria. Certo, non si può pensare, che cotanto blasonato nome olimpionico, non sia stato gradito alla base, soprattutto, se si pensa che, comunque, nel frattempo, aveva anche avuto esperienza politica, nel Comune di Prato (2009). Allora, dove risiede, magione e ragione, di questa bocciatura?

   Forse, il tutto si racchiude, nei “giochi di palazzo” che, purtroppo, non sono solo riferiti alla politica, dei politichesi giochi di poltrone, a cui, siamo abituati. Forse..

   L’ultima, a cui stiamo assistendo, in ordine di tempo, si riferisce ad una “grossa” Federazione in Campania, che si trova al rinnovo delle cariche regionali (22.05.2021), dopo l’esperienza nazionale (27.02.2021), e che, anche in questo caso, ha visto e sta vivendo, una battaglia di ogni “ordine e grado”, senza esclusione di colpi ed onestamente, di infime bassezze. Il Nazionale, di questo Ente, registra una vittoria/conferma, del Presidente uscente (per il 60%) ma, con una, “messa in minoranza”, almeno in un settore, del suo orticello. Anche in questo caso, sconfitto l’olimpionico di turno, che almeno, era riuscito a candidarsi, pur, con tutte le ostruzioni, poste in campo. Non erano poche, assicuriamo..

   Ed in Regione? Nulla cambia, anzi, si procede anche peggio. Il “nuovo” candidato alla Presidenza partenopea (tenuta da quasi quarant’anni), si è trovato a veder, quasi vanificati sforzi, vedersi negare e sottrarre candidature, vedersi e sentir “minacciati” i suoi simpatizzanti.. Una Vergogna! Ed ancora, vedersi tradito, dai propri amici, in funzione di utopiche promesse nazionali.. “Da mano nei capelli”! Vien da chiedersi: qual’è, la definizione più opportuna, di tutto questo?

   “Cambiamento”, la parola d’ordine che, in questo periodo, sembra aleggiare, nella bocca di tutti  e trova, puntualmente, di contro, “veti e paletti, sgambetti e non tanto velate minacce, scippo di proposte di candidature e deleghe di voto”, restano, comune denominatore, di loschi traffici, in funzione delle poltrone. Poltrone poi, senza compensi, senza rimborsi, solo titoli di visibilità da esporre ed  elencare nei curriculum, forse, solo gestione di un “potere” effimero, fatto di genuflessioni e di preghiere. Nient’altro!

   La gestione del potere dei poveri (con tutto il rispetto dei veri indigenti), dove i “poveri”, sono le piccole realtà, i piccoli clubs, gestiti da “piccoli” Tecnici, e tutto, in funzione dei “grandi”. Dove, anche stavolta, la meritocrazia, può avere mille volti, come quella di risiedere nel posto giusto, al momento giusto e conquistare, il giusto Atleta, in quel preciso, storico, sportivo, momento e guadagnarsi quindi, il diritto al voto futuro, il “diritto”, di “mercanteggiare”. Dove si arriva, in questo tempo di social, finanche a bannare, zittendo voce, dell’avversar molesto o del suo amico, a cui, nulla è concesso.

   Insomma, storia che si ripete, si perpetua. Alla faccia ed in disprezzo, della Legge vigente che, dovrebbe essere applicata. Uno schiaffo alla meritocrazia, uno, alla democrazia ed uno, al cambiamento.

   L’Italia dei bulli, o meglio dei bulletti, ancor vige, in questa povera Italia, in questo Bel Paese. L’esempio dello sport, quello, delle regole e regolamenti da rispettare, dove lo ritroviamo? Forse, (mi sto ripetendo), in qualche blasonato bagno, a fungere da nettore di profumate terga. Speriam si cambi e che nel frattempo, le giovani promesse, non imparino a leggere e a ottemperar, agonistica pulsione o quantomeno ed almeno, a praticar passione che, dallo sport diviene e dall’educator, che sappia suo mestiere e sia capace, di depurar magagne, tenendoli lontani, ancora un poco, da questo olezzo, che certo, non sa di fiori.

Fiere: torna a Roma ‘Evootrends’, l’evento imperdibile per amanti olio extravergine d’oliva

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(Adnkronos) – Usiamo quotidianamente l’olio evo, ma siamo sicuri di conoscerne davvero caratteristiche, proprietà e potenzialità? Immaginiamo il lavoro e la specializzazione di un’intera filiera che fa sì che quel liquido prezioso arrivi dal campo alle nostre tavole? 

Dal 29 novembre al 1 dicembre, torna a Roma ‘Evootrends’ con tutto il fascino e la bontà dell’olio extravergine d’oliva: un elisir di benessere, simbolo di tradizioni secolari e di eccellenza made in Italy. Per la sua quinta edizione, l’evento organizzato da Fiera Roma e Unaprol, in collaborazione con Fondazione Evooschool e Coldiretti Lazio, con il supporto di Regione Lazio e Camera di Commercio di Roma, trasformerà il Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo (Via di San Teodoro 74) in un’agorà del gusto e della conoscenza. 

La manifestazione dedicata all’olio extravergine di oliva e a tutti gli attori della sua filiera è un’occasione preziosa per incontrare i migliori produttori di olio extravergine d’oliva, assaggiare e acquistare prodotti d’eccellenza. Oltre ai momenti espositivi, ‘Evootrends’ propone un ricco programma di talk tematici, utili per apprendere informazioni che cambieranno il nostro rapporto con questo alimento, grazie all’expertise scientifica di esperti internazionali, coordinati dal neuroscienziato tra i massimi studiosi mondiali di longevità, Giovanni Scapagnini, e dal medico presidente dell’Osservatorio internazionale dello Stress Ossidativo e fondatore dell’Università Popolare Medicina degli Stili di Vita, Eugenio Iorio. 

Venerdì 29 novembre alle ore 10 si apre con un focus sulla dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo come stile alimentare sano ed equilibrato, passepartout di gusto e benessere. Con il contributo di esperti nazionali e internazionali, il talk si propone di esplorare a fondo l’importanza dell’EVOO, attraverso un’analisi scientifica e pratica dei suoi effetti positivi, sia dal punto di vista della prevenzione delle malattie che della qualità della vita. 

Si prosegue, alle ore 15 con il talk ‘Olio evo. Tra storia, mito e falsi miti: come conoscere e riconoscere un olio evo di qualità’, con il coordinamento del direttore generale di Unaprol Nicola Di Noia. È l’occasione per fare il punto sulle ultime scoperte relative all’olio evo come alimento funzionale e imparare a riconoscere le caratteristiche distintive dell’olio evo di qualità. 

La mattina di sabato 30 novembre, dopo la presentazione istituzionale della manifestazione, a partire dalle 10.30 la tavola rotonda ‘Evoolution’ riunisce esperti e ricercatori provenienti da vari ambiti scientifici – nutrizione, medicina, biotecnologia e scienze alimentari – per esplorare le ultime innovazioni e scoperte relative all’olio evo, offrendo un quadro aggiornato sul suo potenziale come alimento funzionale e sulla sua applicazione in ambito terapeutico e preventivo e promuovendo sinergie tra ricerca, sviluppo tecnologico, comunicazione e applicazione clinica.  

Si prosegue, dalle 11.45 con ‘Il biologico nella vendita diretta: il caso campagna amica’, con la presentazione dei risultati di recenti studi sul fenomeno del canale di vendita dei mercati contadini per i prodotti bio, grazie al contributo di esperti del settore e testimonianze di aziende agricole. Nel pomeriggio di sabato dalle 14.30 si parla di olio extravergine d’oliva e invecchiamento in salute con la tavola rotonda ‘Longevoo’, che farà una vera e propria radiografia all’olio evo dal punto di vista chimico e nutrizionale, approfondendo le relazioni fra il consumo di questo alimento, l’invecchiamento e la longevità e raccontando le numerose evidenze che suggeriscono come la regolare assunzione di olio evo possa contribuire a favorire un invecchiamento di successo, grazie ai suoi principi bioattivi e, in particolar modo, all’acido oleico e ai derivati polifenolici, potenti antiossidanti e antiinfiammatori.  

Domenica 1 dicembre alle 10.00 protagonista del dibattito è Sua maestà la pizza, con una tavola rotonda pensata per sensibilizzare le migliaia di operatori della filiera a usare e promuovere l’uso dell’olio extravergine di oliva, l’unico in grado di garantire gusto, qualità e sicurezza. Il tutto, secondo le peculiarità di ciascuna regione italiana: dalla Pisciottana, Caiazzana, Carpellese e Rotondella della Campania alla Casaliva del Garda, passando per Carboncella, Ciera, Itrana, Marina, Olivastrone, Rosciola, Salviana e Sirole del Lazio. In tale scenario, le pizzerie restano un target ideale per la commercializzazione dell’olio evo. Nel corso della tavola rotonda un gruppo di ricercatori incontrerà gli operatori della filiera e il pubblico per delineare lo stato dell’arte e tracciare le linee future di questo promettente matrimonio gastronomico e culturale, tutto mediterraneo, fra l’olio extravergine di oliva e la pizza. Tra le curiosità, verrà presentato l’affascinante studio sulla prima pizza integrale antiossidante al mondo. A conclusione, show cooking del Maestro della Pizza Marco Quintili.  

Grazie a Evootrends al Mercato di Campagna Amica sarà possibile compiere un vero e proprio viaggio alla scoperta dei produttori di eccellenza dell’olio extravergine di oliva, con una ricca varietà di aziende che incarnano tradizione, innovazione e qualità. Ogni azienda partecipante racconta una storia unica attraverso i suoi prodotti. Dalle colline della Maremma laziale alle terre fertili della Sabina, passando per i Monti Lepini e i Castelli Romani, fino all’Agro Pontino, ogni produttore esprime la sua identità olivicola attraverso le varietà autoctone coltivate con passione e dedizione.  

La gamma di oli presenti include prodotti biologici, DOP e IGP, ognuno con caratteristiche organolettiche distintive che ne esaltano il sapore e l’aroma. L’attenzione alla qualità è il filo conduttore che unisce tutte le aziende presenti. Gli oli extravergine di oliva esposti sono il risultato di un meticoloso processo di coltivazione e produzione, che spesso prevede l’uso di tecniche tradizionali affiancate da tecnologie moderne. Questo impegno garantisce un prodotto finale che rispetta le proprietà organolettiche del frutto e conserva intatte le sue virtù nutritive.  

Le aziende partecipanti si distinguono per diversi punti di forza. Chi adotta pratiche sostenibili e biologiche, chi si dedica alla valorizzazione di varietà locali, chi si distingue per l’innovazione nella produzione e nella trasformazione del prodotto, creando derivati di alta qualità come oli aromatizzati, paté, e conserve. Le tecniche di estrazione a freddo e la coltivazione rigenerativa sono solo alcuni esempi di come queste aziende riescano a coniugare rispetto per la tradizione e apertura all’innovazione. Questa combinazione assicura oli di altissima qualità, capaci di soddisfare i palati più esigenti e di valorizzare ogni piatto.  

Durante l’evento, i visitatori avranno l’opportunità di degustare una vasta gamma di oli extravergine di oliva, scoprendo un’ampia gamma di percezioni ‘gustolfattive’ dei diversi oli. Sarà un viaggio sensoriale alla scoperta delle eccellenze italiane, un’occasione ideale, per appassionati e professionisti del settore, per apprezzare l’incredibile patrimonio olivicolo del nostro Paese. 

Leucemia, ematologo Isidori: “Terapie orali svolta per prognosi e qualità vita”

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(Adnkronos) – La leucemia mieloide acuta è “una patologia estremamente aggressiva e con una prognosi infausta. Per questi pazienti, grazie all’impegno di Otsuka abbiamo a disposizione terapie completamente orali ed efficaci che permettono di avere un’ulteriore opzione di cura della patologia e, allo stesso tempo, un’attenzione alla loro qualità di vita”. Così all’Adnkronos Salute Alessandro Isidori, dirigente medico Ematologia e Centro trapianti dell’Ospedale di Pesaro, in occasione della conferenza stampa a Roma (Palazzo Ferrajoli) per celebrare il mezzo secolo di attività dell’azienda farmaceutica giapponese in Europa: presenti clinici, associazioni di pazienti e rappresentanti dell’Ambasciata del Giappone in Italia.  

La ricerca scientifica in onco-ematologia “è guidata dalla Società italiana di ematologia – spiega Isidori – e il contributo di Otsuka in questa area è estremamente importante, in quanto sta sviluppando nuovi farmaci orali per pazienti affetti da leucemie mieloidi acute che hanno degli unmet medical need, cioè delle necessità cliniche irrisolte estremamente rilevanti”. In Italia si stimano “circa 3.500 nuove diagnosi di leucemia mieloide acuta ogni anno, l’età media è di 64 anni. Per i pazienti anziani, quindi con più comorbidità e non candidabili alla chemioterapia intensiva, le terapie orali permettono minori ospedalizzazioni e una migliore aderenza alle cure”. conclude.  

Alzheimer e disturbo cognitivo, in Lombardia i casi sono 190.000 “Nuove prospettive per la ricerca e la cura”

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(Adnkronos) –
A Brescia la seconda tappa di una Road Map multiregionale, un confronto sulle traiettorie da esplorare per affrontare le nuove sfide  

Brescia, 26 novembre 2024 – Con 48 milioni di persone colpite nel mondo, di cui 600.000 solo in Italia, l’Alzheimer si sta affermando come una delle principali cause di disabilità, con proiezioni che indicano una progressiva crescita, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione. L’Italia, dal canto suo, ha messo in campo importanti risorse finanziarie, che ora possono essere investite promuovendo la sinergia tra la sanità pubblica, l’assistenza socio-sanitaria e sociale e la ricerca scientifica che, negli ultimi anni, ha fatto importantissimi passi avanti dal punto di vista diagnostico-terapeutico, dell’innovazione e della tecnologia. Di questo, e molto altro, si è parlato a Brescia in occasione del convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo. Traiettorie da esplorare”. 

Un incontro, quello organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Lilly e di Project Way, che ha preso spunto dall’azione dell’Intergruppo Parlamentare per le Neuroscienze e l’Alzheimer e rappresenta la seconda tappa di un percorso iniziato a Padova che proseguirà su scala regionale coinvolgendo almeno sei tra le Regioni più rilevanti d’Italia. A Brescia, si sono confrontati clinici, esperti, stakeholders e rappresentanti delle istituzioni, tutti concordi sul fatto che i sistemi regionali siano chiamati a nuove sfide e sia arrivato il momento di dare risposte, traducendo raccomandazioni e suggerimenti in azioni concrete.  

La ricerca scientifica ha affrontato numerose sfide nel corso degli anni, con significativi investimenti, perseverando sull’importanza dell’innovazione tecnologica per la diagnosi precoce, per il trattamento delle fasi iniziali della malattia e sull’importanza della riabilitazione cognitiva al fine di contrastare, su molteplici fronti, la progressione della malattia sin dalle sue fasi iniziali. Alla luce di queste considerazioni, emerge come prioritaria la necessità di una collaborazione sinergica tra il Servizio Sanitario Nazionale e i Sistemi Sanitari Regionali per favorire uniformità di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali dedicati alle persone con Disturbo Neurocognitivo con l’obiettivo di garantire diagnosi precoce e tempestiva per una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa. In conclusione, solo unendo gli sforzi della ricerca, della sanità pubblica e dell’assistenza sociale, possiamo sperare di migliorare significativamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie, affrontando al contempo le sfide organizzative che questa malattia pone alla nostra attenzione. 

I DATI DELLA LOMBARDIA E L’IMPORTANZA DI RIDURRE I FATTORI DI RISCHIO
 

In Lombardia, le persone con diagnosi di demenza sono circa 190mila, di cui 115mila malate di Alzheimer. A queste vanno aggiunte almeno 160mila persone che si stima siano interessate da un declino cognitivo lieve. Ed è su queste ultime che occorre concentrare l’attenzione in un’ottica di diagnosi precoce e prevenzione per ridurre l’impatto della malattia. Le statistiche, infatti, dimostrano che agendo sui fattori di rischio e sui corretti stili di vita, si può ridurre l’incidenza delle patologie neurodegenerative. Un’analisi dell’ASST di Brescia, ad esempio, ha preso in analisi i dati dal 2003 al 2019, rilevando un aumento assoluto del numero dei casi (da 6.766 nel 2003 a 17.856 nel 2019) dovuto all’invecchiamento della popolazione, ma anche una riduzione dell’incidenza, passata da oltre 3 casi ogni mille abitanti nel 2011 a 2 ogni mille nell’ultimo anno considerato. “Con un miglior controllo dei fattori di rischio e degli stili di vita – ha spiegato Alessandro Padovani, Direttore Clinica Neurologica, Università degli Studi di Brescia e Presidente SIN – Società Italiana di Neurologia -, a parità di persone che si ammalano, c’è una riduzione dell’incidenza. Questo dato si riscontra in molti Paesi, e sottolinea l’importanza della prevenzione”. 

Delle 160mila persone con declino cognitivo lieve, secondo le stime, oltre 50mila risiedono in provincia di Milano, 19mila in provincia di Brescia, quasi 17mila a Bergamo. E poi: 14mila e 500 a Varese, 13.800 in provincia di Monza e Brianza, 9.600 a Como, 9.000 a Pavia, 6.600 a Mantova, 5.900 a Cremona, 5.500 a Lecco, poco più di 3000 in provincia di Sondrio. 

I soggetti over 65 con demenza, secondo le stime, sono così suddivisi nelle province lombarde: 18.381 a Bergamo, 22.044 a Brescia, 11.347 a Como, 7.118 a Cremona, 6.492 a Lecco, 3.855 a Lodi. E poi: 8.061 a Mantova, 62.242 a Milano, 16.078 Monza e Brianza, 11.115 a Pavia, 3.551 a Sondrio, 17.489 a Varese.  

Questi numeri sono destinati ad aumentare considerando il progressivo invecchiamento della popolazione registrato negli ultimi anni, con crescente impatto della patologia sul sistema sanitario e sul carico socioassistenziale. 

ALPARONE: “RAFFORZARE LA RETE E PUNTARE SU TERAPIE INNOVATIVE”
 

“Quella dell’Alzheimer e delle malattie neurodegenerative”, ha detto Marco Alparone, Vice Presidente e Assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia, “è una sfida importante che dobbiamo vincere insieme. Una sfida a fare prima e a fare meglio, confrontandoci sui processi e sulla presa in carico della malattia”. In questo senso, “il tema della diagnosi precoce è assolutamente fondamentale per garantire qualità di vita ai nostri cittadini”. Riuscire a fare una presa in carico precoce del disturbo neurocognitivo e della malattia di Alzheimer vuol dire permettere ai pazienti e ai loro famigliari di condurre una vita più lunga, in salute”.  

“Oggi – ha sottolineato Alparone – possiamo contare sull’innovazione tecnologica e sull’accesso a tutte quelle terapie farmacologiche innovative che ci permettono di ridurre il decorso della malattia attraverso la presa in carico territoriale”.  

Alparone ha sottolineato la necessità di “lavorare in rete, partendo dall’ottimizzazione delle risorse disponibili, perchè la tenuta del Sistema sanitario nazionale sotto il profilo economico vuol dire anche avere una capacità di risposta rispetto ai bisogni dei pazienti”. In questo senso, “la prevenzione diventa fondamentale. Nel disturbo neurocognitivo intercettare la malattia il prima possibile vuole dire non soltanto mettere il paziente nelle migliori condizioni di vita”, ma anche offrire alla sua famiglia “il percorso migliore per poter affrontare il percorso di cura”. In questo, ha proseguito Alparone, “dobbiamo fare di più e fare meglio rafforzando l’attività territoriale”.  

“Le attività da implementare – ha proseguito Alparone – sono tutte correlate: dalla presa in carico territoriale, all’accompagnamento del paziente e della famiglia, all’accesso alle terapie innovative e all’innovazione tecnologica”. “Questi sono i percorsi da costruire insieme, partendo anche dalla formazione e dall’informazione”. Coinvolgendo anche “tutte quelle associazioni di volontariato che si occupano di questi pazienti e possono fare un lavoro importante”. Oggi, pazienti e caregiver, possono avere “risposte molto positive grazie alle terapie farmacologiche nuove che, se prese precocemente, rallentano in maniera significativa la malattia, grazie all’innovazione tecnologica e grazie a quella rete fatta di persone, dai professionisti sanitari ai volontari, che possono prendere in carico queste famiglie accompagnandole in un percorso difficile che, se non viene fatto da soli, è sicuramente meno faticoso”. 

BERTOLASO: “AZIONI CONCRETE CON NUOVI FINANZIAMENTI”
 

“Il positivo allungamento della vita – ha detto Guido Bertolaso, Assessore Sanità della Regione Lombardia – comporta anche alcune problematiche come la cronicità e la inevitabile degenerazione del nostro organismo. Ecco perché siamo molto impegnati sulla prevenzione, soprattutto per quello che riguarda nuove regole e nuovi approcci agli stili di vita”, fondamentali anche per le “patologie neurodenegerative di cui si parla oggi”.  

Secondo Bertolaso, “devono essere sicuramente individuati nuovi percorsi, nuove procedure, nuovi sistemi anche per quello che riguarda l’accesso ai servizi di una platea di persone destinata ad aumentare in modo esponenziale. Dobbiamo quindi rivedere tutte quelle che sono le problematiche della presa in carico e dei nuovi metodi di approccio e di assistenza. Sono fermamente convinto – ha proseguito – che dobbiamo individuare tutte le modalità che possano consentire anche alle persone con gravi problemi di demenza senile o legate a una situazione degenerativa una modalità di assistenza e di aiuto adeguata”. Nel piano sociosanitario approvato dal consiglio regionale quest’anno, ha sostenuto l’assessore, “ci sono indicazioni molto precise sull’approccio che vogliamo conferire a queste patologie”. L’importante, ha sottolineato Bertolaso è “studiare” le questioni come quella delle malattie degenerative, “ma poi attuare e mettere in pratica le idee che emergono in convegni come questo”. “Noi – ha concluso Bertolaso – siamo pienamente consapevoli dell’importanza di questo problema che tenderà sempre più ad aumentare e complicarsi. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Come vedrete nelle regole che stiamo definendo per l’anno prossimo, intendiamo dare a questo settore, e al problema più ampio della salute mentale, una priorità assoluta, non solo come impegno politico, ma soprattutto come finanziamenti, per rendere davvero operative tutte quelle iniziative di cui si parla ma, sul territorio, vediamo ancora sporadiche. Quello che vogliamo fare è renderle omogenee, almeno nell’ambito della realtà straordinaria della nostra Regione”. 

PDTAR E TRAIETTORIE FUTURE TRA INTEGRAZIONE DEI SERVIZI E NUOVE TERAPIE
 

“La Regione Lombardia – ha spiegato Alessandro Padovani, Direttore Clinica Neurologica, Università degli Studi di Brescia e Presidente SIN – ha sostenuto un numero importante di centri dedicati e promosso interventi sociosanitari con PDTA locali, come quelli di Milano, Brescia, Mantova, Cremona e Bergamo. Per lungo tempo, poi, c’è stata una realizzazione di reti che ha funzionato, con i Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) che, pur senza una definizione dei requisiti, hanno raggiunto un buon livello relativamente alla diagnostica e alla terapeutica”. Il Fondo nazionale demenze, “ha portato a scrivere un PDTAR che è stato deliberato dalla Regione a fine 2023 e permetterà, entro il 2026, di arrivare a una integrazione tra i CDCD e tutto il sistema delle cure primarie e intermedie. Questo farà sì che la Lombardia possa diventare una Regione di riferimento anche nella gestione dei pazienti con demenza”.  

“Le traiettorie per il futuro – ha spiegato il professor Padovani – sono strettamente correlate alla messa a terra e alla implementazione di PDTA aziendali. Va poi realizzata l’integrazione dei CDCD all’interno di una filiera che sia funzionale alle attività previste per la continuità delle cure per la deospedalizzazione delle attività. Occorre inoltre valorizzare la telemedicina, un aspetto che va integrato sia nella realizzazione del DM77, sia nelle attività della rete dei CDCD che va costituita all’interno delle diverse realtà territoriali socio-sanitarie, realizzando un vero e proprio registro dei nuovi casi in modo da valutare eventuali interventi per terapie innovative, non farmacologiche e farmacologiche”. Terapie, ha concluso Padovani, “che stanno per arrivare. E mi aspetto che, entro la fine del 2025, vengano identificati alcuni centri in Lombardia per cominciare a testarne e monitorarne gli effetti”.
 

“La Lombardia – ha detto il direttore scientifico di Motore Sanità, Claudio Zanon – è già un benchmark, e lo scopo dell’evento di oggi è quello di individuare punti di forza e criticità”. Tra le azioni intraprese, la creazione, a partire dal 2019 del “tavolo delle neuroscienze”, nel cui ambito è stato definito un tavolo dedicato a cefalee, Parkinson e demenze. Il tavolo tecnico delle demenze ha costituito il comitato per la definizione del PDTAR, tutt’ora attivo per portare a termine una serie di progettualità relative anche al fondo nazionale per le demenze. “I disturbi neurocognitivi – ha sottolineato Zanon – si configurano come una priorità di sanità pubblica che richiede l’implementazione di interventi diagnostici e terapeutici precoci con l’obiettivo di rallentare il decorso e prendere in carico tempestivamente. È fondamentale un approccio multidisciplinare e multiprofessionale trasversale nella gestione del paziente con disturbo cognitivo, valutando l’istituzione di un Tavolo permanente di confronto a livello regionale o un Intergruppo per monitorare l’implementazione del PDTAR e favorire una rete integrata”. 

Ufficio stampa Motore Sanità 

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Stefano Tamagnone – 338 3703951 

www.motoresanita.it
 

X Factor 2024 – Francamente sorpassa Mimì: ora è lei la grande favorita Il trionfo dell’allieva di Jake La Furia a 3,50 su Sisal.it

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(Adnkronos) –
Roma, 26 novembre 2024 – Cresce l’attesa per la semifinale di X Factor 2024, puntata in cui scopriremo i quattro finalisti che, nella serata del 5 dicembre in piazza del Plebiscito a Napoli, si contenderanno la vittoria. 

Ribaltone in testa per la vittoria finale: secondo gli esperti Sisal, infatti, Francamente, sotto la guida di Jake La Furia, è la nuova favorita per il trionfo a X Factor 2024. Con il suo inedito Fucina, che ha incantato pubblico e giudici, la cantante torinese è data vincente a 3,50 superando Mimì e il suo emozionante brano Dove si va, scritto da Madame, che rincorre a 4,00.  

I talenti di Achille Lauro, Lorenzo Salvetti e Les Votives, inseguono rispettivamente a 4,50 e 5,00. Entrambi appartenenti alla squadra del poliedrico cantautore, con la loro grande versatilità dimostrata nelle ultime settimane di live potrebbero chiudere il quartetto dei finalisti.  

Considerati i veri outsider di questa edizione, i Punkcake, guidati da Manuel Agnelli, sono invece i maggiori candidati a lasciare la competizione nella prima delle due eliminazioni previste per la serata di giovedì. La loro uscita di scena è data infatti a 1,20. E la seconda? Potrebbe toccare a I Patagarri offerti a 6,00. 

Non ci resta che aspettare che i riflettori si accendano sulla semifinale di X Factor 2024 per scoprire chi riuscirà a strappare un pass per la tanto attesa finale e chi invece dovrà abbandonare la competizione a un passo dal sogno! 

Sisal ricorda sempre che il gioco è vietato ai minori e che bisogna giocare sempre con consapevolezza e moderazione. 

Sisal è uno dei principali operatori internazionali nel settore del gioco regolamentato ed è attualmente attiva in Italia, Marocco e Turchia, con un’offerta che comprende lotterie, scommesse, giochi online e apparecchi da intrattenimento. 

La strategia di Sisal poggia su tre pilastri: la sostenibilità, con un impegno costante sullo sviluppo del programma di Gioco Responsabile e attraverso l’offerta di un modello di intrattenimento sicuro e trasparente – l’innovazione digitale, grazie alla piattaforma di gioco all’avanguardia orientata all’omnicanalità e alle competenze per lo sviluppo in-house di software e applicazioni per cogliere le opportunità della transizione digitale – l’internazionalizzazione, con l’obiettivo di partecipare a gare per aggiudicarsi nuove concessioni all’estero sulla base della solida expertise maturata. 

Dal 4 agosto 2022 Sisal è parte di Flutter Entertainment plc, il più grande operatore al mondo di scommesse sportive online e iGaming, con un portafoglio di marchi riconosciuti a livello globale e quotato alla Borsa di New York e Londra. 

Sisal Italia S.p.A. 

Ufficio stampa 

Milano, apre le porte il nuovo incubatore di startup targato Autogrill

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(Adnkronos) – F&B Innovation Hub è il nuovo acceleratore di imprese per il mondo Food & Beverage autostradale realizzato da Avolta Next e dedicato allo sviluppo di soluzioni innovative per migliorare la competitività dei servizi del settore. Numerosi i progetti presentati, come Hoooly!, un cestino intelligente che, grazie all’unione tra robotica e intelligenza artificiale separa automaticamente i rifiuti e offre analisi dettagliate per migliorare l’efficienza e la sostenibilità. C’è Simply Sfa che, con i suoi kit dedicati, conduce test personalizzati in grado di analizzare aspetti come gusto, odore e presentazione visiva dei prodotti. Le preferenze e le percezioni dei consumatori aiutano così a ottimizzare ricette, processi di produzione, scelta degli ingredienti e valutazione di nuovi prodotti, fornitori e materie prime. O Loquis, un’ app gratuita e disponibile in 7 lingue, che connette le persone con i territori e la loro cultura, promuovendo un nuovo modo di viaggiare, più consapevole e sostenibile.  

“Ogni grande idea ha bisogno di un ambiente favorevole per crescere e l’Innovation Hub di Milano è il luogo dove il settore del travel retail può contaminarsi e incontrare progetti che guardano al futuro, grazie al contributo delle startup innovative” ha affermato Alessandro Benetton, presidente di Edizione e presidente onorario di Avolta. “Innovazione, giovani e sostenibilità – ha aggiunto – sono le direttrici strategiche del nostro Gruppo e sono per questo felice nel constatare come l’esperienza dell’Innovation Hub di Aeroporti di Roma abbia ispirato Avolta nell’avviare una progettualità analoga in un altro settore, a testimonianza di un dna che vogliamo continuare a diffondere per creare nuovi campioni globali”. 

Le cinque startup che hanno superato la selezione di una prima ‘call for ideas’, lanciata a dicembre 2023 e che ha visto più di 100 richieste provenienti da 4 continenti, sono state insediate nel nuovo polo di 220 metri quadri realizzato ad Assago, in provincia di Milano, all’interno dello storico headquarter di Autogrill, leader nei servizi di ristorazione per chi viaggia e parte di Avolta. L’obiettivo è quello di creare una vera e propria community che, in uno spirito di collaborazione e ispirazione, svilupperà i progetti, a stretto contatto con esperti del settore, su tre principali ambiti: esperienza del consumatore, operations and employee experience e sostenibilità. 

Sono cinque le startup entrate a far parte della community di Avolta Next F&B Hub Milano. Ganiga Innovation, produttori del cestino intelligente Hooly. Georadio srl che ha realizzato Loquis, prima piattaforma gratuita di Travel Podcast che racconta le storie legate ai luoghi di tutto il mondo. I podcast sono geolocalizzati, suddivisi in canali creati da editori, istituzioni, esperti, e organizzati in categorie per favorire la migliore esperienza di navigazione e ricerca sulla base di posizione e interessi. Plastiz, impegnata a combattere l’emergenza dei rifiuti di plastica, Plastiz si dedica al riciclo degli scarti per creare superfici estetiche e funzionali. Utilizza processi di termoformatura, trasformando grandi quantità di materiale plastico in pannelli su misura, ideali per il design d’interni. Sensei è invece il principale fornitore europeo di tecnologie per negozi autonomi, la prima azienda tecnologica ad aprire un supermercato completamente autonomo in Brasile e in America Latina, in collaborazione con un partner retail. Grazie a un sistema integrato di telecamere, sensori e algoritmi di intelligenza artificiale, Sensei offre una soluzione completa, sicura e precisa abilitata dall’IA per catturare una serie di metriche del negozio e garantire un’esperienza di acquisto di qualità. Simply Sfa offre una piattaforma avanzata e kit dedicati per condurre test personalizzati per analizzare aspetti come gusto, odore e presentazione visiva dei prodotti. I dati dettagliati sulle preferenze e percezioni dei consumatori aiutano a ottimizzare ricette, processi di produzione, scelta degli ingredienti e valutazione di nuovi prodotti, fornitori e materie prime. 

“Oggi compiamo un ulteriore passo avanti nel nostro percorso volto a investire in modo concreto e tangibile in progetti di sviluppo innovativo, in linea con la nostra visione e quella di Avolta di cui siamo parte, dando spazio alle idee creative di giovani che hanno voglia di mettersi in gioco”, ha commentato Massimiliano Santoro, Ceo Italy F&B di Avolta. “Ospitare qui nel nostro headquarter una community di startup e accompagnarle nei loro percorsi di innovazione – ha sottolineato – significa favorire le nuove competenze e la contaminazione tra saperi ed esperienze, diffondendo la cultura dell’innovazione e stimolando la creatività delle nostre persone, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità dei servizi e la sostenibilità”. 

Gli spazi messi a disposizione affiancano la Factory Food Designers, l’incubatore di idee dove nascono i sapori, i prodotti e i concept che Autogrill utilizza nei suoi locali in tutto il mondo, realizzati grazie a una strategia di ricerca e sviluppo incentrata su qualità, sicurezza alimentare, sostenibilità e tecnologia. Oltre agli spazi, le startup potranno beneficiare di un finanziamento diretto attraverso un programma di accelerazione, che prevede anche un percorso di mentorship dedicato, grazie al quale saranno messe a disposizione risorse, competenze e un’esposizione globale per il lancio del proprio progetto a milioni di viaggiatori in tutto il mondo, rendendo le startup ancora più attraenti per potenziali partner o investitori. 

Anziani, Fondazione Longevitas e Lottomatica per l’alfabetizzazione digitale degli over 65

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(Adnkronos) – Ha preso il via il progetto nazionale e territoriale “Digitalmente Attivi” grazie alla collaborazione tra Fondazione Longevitas e Fondazione Lottomatica, con l’obiettivo di promuovere l’alfabetizzazione digitale tra gli over 65. Un percorso essenziale per combattere l’emarginazione sociale e favorire un ruolo più attivo e partecipativo degli anziani all’interno della comunità, contribuendo a una longevità sana e consapevole. Il progetto vede coinvolte cinque regioni, tra cui il Lazio (insieme a Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo) dove vengono organizzati incontri di formazione digitale all’interno di centri sociali per anziani, enti e associazioni di promozione sociale. 

Digitalmente Attivi arriva adesso nel Lazio con un doppio appuntamento: a Roma, alla Casa Sociale delle persone Anziane e del Quartiere (Csaq) La Romanina in via Gregoraci 140, mercoledì 27 novembre dalle ore 15:00 e nella Csaq San Basilio, in via Pergola 19 dalle ore 15:00, venerdì 29 novembre. Seguiranno le tappe di Perugia – Sabato 7 dicembre e Ancona – Mercoledì 11 dicembre. Questi incontri, della durata di 4 ore, di cui 2 dedicate a laboratori interattivi, si svolgeranno in diverse città e avranno l’obiettivo di fornire strumenti utili aumentare le competenze necessarie per utilizzare con più facilità strumenti digitali come smartphone e tablet, quindi per migliorare la vita quotidiana. L’iniziativa si propone di favorire l’accesso a nuove forme di socializzazione e informazione, grazie ad un uso corretto del web, delle app e dei social, nonché di sensibilizzazione alla prevenzione delle truffe online, un fenomeno in grande crescita. Secondo una ricerca dell’Università Bicocca di Milano, infatti, due anziani su dieci sono stati vittime di abusi finanziari e raggiri. 

“Digitalmente Attivi” rappresenta un’occasione per abbattere le barriere digitali e offrire alle persone senior nuove opportunità di connessione, crescita e protezione, contribuendo così a una società più inclusiva e sicura. “Con ‘Digitalmente Attivi’ puntiamo a creare un ecosistema in cui le persone over 65 possano sfruttare le tecnologie per rafforzare la loro indipendenza e partecipazione sociale, contribuendo attivamente alla vita della comunità. Siamo convinti che promuovere il dialogo tra le generazioni attraverso la tecnologia possa portare a una società più coesa ed interconnessa, valorizzando il ruolo di ognuno. Tutto questo è possibile grazie al sostegno di Fondazione Lottomatica, che condivide con noi la visione di una società più inclusiva e connessa”, dichiara Eleonora Selvi, Presidente di Fondazione Longevitas. “Con il progetto ‘Digitalmente Attivi’, si inaugura un nuovo entusiasmante viaggio, insieme alla Fondazione Longevitas, per costruire una società più inclusiva, dove la tecnologia sia ponte capace di connettere le generazioni, permettendo agli anziani, veri depositari di conoscenza e saggezza, di interagire con i più giovani. Promuovere l’alfabetizzazione digitale tra le persone over 65 significa aiutarle a essere più autonome e integrate, riducendo il rischio di isolamento sociale” – spiega Riccardo Capecchi, Presidente di Fondazione Lottomatica. “La formazione pratica sull’uso di smartphone e tablet, unita alla sensibilizzazione contro le truffe online, incide direttamente sulla sicurezza e sul benessere degli anziani. Formazione e educazione sono, infatti, i pilastri fondamentali sui quali Fondazione Lottomatica costruisce le proprie iniziative, con l’obiettivo di valorizzare le capacità e l’esperienza di ciascun individuo, inclusi gli appartenenti alla terza età.” 

Latina, 80enne uccisa a Terracina: fermato il marito 93enne

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(Adnkronos) – Una donna di 80 anni è stata uccisa a Terracina, in provincia di Latina. Potrebbe trattarsi di un femminicidio: sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno fermato il marito di 93 anni.  

Fedez, cena romantica da Cracco con una ragazza: l’ultima volta era andato con Chiara Ferragni

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(Adnkronos) –
Fedez è tornato a mangiare nel ristorante di Cracco, ma questa volta non in compagnia dell’ex moglie Chiara Ferragni. I Ferragnez hanno, ormai, messo un punto alla loro storia d’amore: l’imprenditrice digitale è uscita allo scoperto e pare faccia coppia fissa con Giovanni Tronchetti Provera, al contrario Fedez mantiene ancora un certo riserbo sulla sua vita sentimentale, non svelando l’identità del suo nuovo amore.  

La foto condivisa sul suo profilo social, tuttavia, non lascia dubbi all’immaginazione: Fedez è andato a cena da Cracco, il lussuoso ristorante situato in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, in dolce compagnia. Lo scatto mostra solo il cibo servito al tavolo, le mani di Federico e della ragazza, di cui però non svela l’identità. I due hanno cenato e brindato nel cuore di Milano, nello stesso posto in cui il rapper era andato con l’ex moglie Chiara Ferragni, proprio il giorno di San Valentino.  

La foto, pubblicata sul suo profilo Instagram ieri sera, lunedì 25 novembre, attualmente non esiste più: Fedez l’ha rimossa. E il motivo potrebbe essere legato al gossip nato nelle ultime ore. Secondo gli utenti, infatti, Fedez avrebbe mostrato di essere in dolce compagnia solo dopo la notizia del weekend trascorso a Roma della Ferragni in compagnia di Giovanni Tronchetti Provera. La nuova coppia questa volta è stata avvistata, sorridente e mano nella mano, nei vicoli di Roma.  

“Quest’anno mi ha insegnato che ogni perdita porta con sé una possibilità”, aveva scritto su Instagram Chiara, “oggi sento che la mia libertà non è punto d’arrivo ma d’inizio: quello di una nuova vita, più autentica, più forte e, finalmente, più mia”. Un messaggio che molti hanno interpretato sia come una frecciata al suo ex marito, che come un augurio sincero per la sua nuova storia d’amore. 

Life Science, Pelissero su filiera lombarda: “Driver chiave per la sostenibilità del Ssr”

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(Adnkronos) – “La filiera delle scienze della vita, mai come oggi, si dimostra un driver fondamentale per guidare la nostra Regione in un percorso di sostenibilità sanitaria e capacità di garantire una risposta ai bisogni di salute della popolazione, facendo leva su componenti pubbliche e private che caratterizzano il nostro modello economico e sanitario”. Lo ha detto Gabriele Pelissero, presidente Cluster lombardo scienze della vita, commentando i dati del report presentato oggi al ‘Milano Life Science Forum 2024’, evento annuale dedicato alle scienze della vita promosso dall’associazione in partnership con il Cluster lombardo scienze della vita. 

“Oggi in Lombardia la percentuale di cittadini con cronicità che vive in buona salute è più elevata rispetto alla media nazionale: il 50,9% in regione vs il 44,7% a livello nazionale – sottolinea Pelissero – La Lombardia oggi si trova davanti ad un’importante sfida. Da un lato quella di garantire sostenibilità e risorse al Servizio sanitario regionale per rispondere a bisogni di salute sempre più emergenti, anche alla luce del cambiamento demografico, e dall’altro la capacità di competere con le regioni d’Europa sulla capacità di attrarre fondi europei, investimenti privati, competenze e sviluppare brevetti e tecnologie avanzate. Il cluster, rinnovato nella sua mission, intende rafforzare la sua capacità di raccogliere esigenze e trend di sistema, sostenendo Regione nel costruire una nuova visione per la ricerca, la salute e le scienze della vita. Un obiettivo chiaro, ma molto ambizioso, che richiede un lavoro congiunto tra Regione, cluster, cittadini ed ecosistema della salute”. 

Farmaceutica, Life Science, Dompé: “Filiera lombarda asset per Ssn”

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(Adnkronos) – “L’innovazione della filiera, documentata dalla ricerca presentata oggi, ha generato benefici in termini di salute e benessere per i nostri cittadini. E’ diventata un asset per il nostro Ssn, pur impiegando risorse inferiori rispetto ad altre realtà europee. La spesa sanitaria complessiva per cittadino in Italia sfiora i 2.947,1 euro, mentre in Germania raggiunge quasi 5.316,9 euro e in Francia oltre 4.309,8 euro. Eppure, nonostante questi gap, la nostra aspettativa di vita risulta più elevata rispetto ai benchmark e la mortalità infantile più bassa”. Così Sergio Dompé, vicepresidente Assolombarda con delega alle Life Sciences, commenta i risultati del report presentato oggi al ‘Milano Life Science Forum 2024’, evento annuale dedicato alle scienze della vita, promosso dall’associazione in partnership con il Cluster lombardo scienze della vita. 

“In questo scenario i dati indicano la Lombardia come un modello per l’intero sistema – sottolinea Dompé – Il merito è dell’asse pubblico-privato, ma anche della sinergia tra università, ospedalità e imprese, che collocano la nostra regione al primo posto per addetti, brevetti e ricerche cliniche. Dobbiamo continuare a sostenere innovazione e ricerca per sviluppare ancora prodotti farmaceutici e dispositivi ad alto contenuto innovativo. Per farlo, è necessario incrementare gli investimenti e traguardare la digitalizzazione del sistema sanitario: i dati, infatti, sono fondamentali per promuovere nuove cure e per adottare tecnologie innovative”.  

Life Science, Fontana: “Lombardia regione leader in Italia ed Europa”

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(Adnkronos) – “I dati del nuovo rapporto sulla filiera Life Science consentono di celebrare con orgoglio la Lombardia come una delle regioni leader in Italia e in Europa per innovazione e sviluppo. Questo successo è il frutto di un ecosistema unico che valorizza la collaborazione tra pubblico e privato. Ne è un esempio il Cluster lombardo scienze della vita, una rete di attori europei, nazionali e regionali impegnati in una visione di sistema. Un comparto così fiorente, con impatti così importanti per l’economia e la vita dei cittadini, merita maggiore libertà di azione. Quella che potremmo avere con l’autonomia differenziata, che potrà finalmente liberarci da vincoli burocratici che limitano le nostre potenzialità”. Così il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, commenta i risultati del report presentato oggi al ‘Milano Life Science Forum 2024’, settima edizione dell’evento annuale dedicato alle Scienze della vita, promosso da Assolombarda in partnership con il Cluster lombardo scienze della vita. 

G7, Gesualdo (Fism): “A Bari Villaggio salute per far germogliare prevenzione”

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(Adnkronos) – “L’obiettivo principale del Villaggio della salute, a Bari dal 29 novembre fino al primo dicembre in occasione dell’evento conclusivo del G7 Salute, è come dicono gli americani fare ‘awareness’ ovvero consapevolezza, cioè fare prevenzione è meglio che curare. Quindi il nostro slogan è ‘facciamo germogliare la prevenzione’ e per farlo ‘innaffieremo’ questo seme che vorrà crescere per inculcare nel cittadino la voglia di fare prevenzione”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Loreto Gesualdo, presidente della Fism, la Federazione delle società medico-scientifiche italiane, oggi a Roma a margine della presentazione al ministero della Salute dell’evento finale del G7 Salute.  

“Ci dedicheremo anche a quella fetta della popolazione, gli over 65 – ha sottolineato – che sono maggiormente colpiti da patologie come ipertensione, diabete, obesità, che possono portare a malattia cronico-degenerative che hanno un grosso peso sull’assistenza sanitaria del Paese”.  

Life Science Lombardia vale il 12,6% del Pil regionale e il 2,5% di quello nazionale

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(Adnkronos) – Il Life Science è un comparto che in Lombardia si conferma un driver di sviluppo per il sistema sociosanitario regionale, avvalendosi di un forte asse pubblico-privato. Il modello, con un valore aggiunto superiore ai benchmark europei, contribuisce a garantire standard di cura e di efficacia clinica elevati, oltre a una qualità di vita più elevata rispetto alla media nazionale. Il sistema integrato garantisce un elevato tasso di innovazione sanitaria, oltre che competenze di alto profilo, generando un valore aggiunto pari al 12,6% dell’intero Pil regionale e al 2,5% di quello nazionale. Lo scenario è reso possibile grazie all’impegno profuso dalle imprese presenti che, complessivamente, rappresentano un terzo della filiera pharma e medtech nazionale. Sono alcuni dati contenuti nella nuova edizione del rapporto ‘La rilevanza della filiera Life Sciences in Lombardia: benchmarking tra regioni italiane ed europee’ presentato al ‘Milano Life Science Forum 2024’, settima edizione dell’evento annuale dedicato alle scienze della vita promosso da Assolombarda in partnership con il Cluster lombardo scienze della vita, che si è svolto oggi a Milano nella sede dell’associazione. L’analisi, realizzata con cadenza biennale dal Centro studi di Assolombarda, in collaborazione con le principali associazioni di categoria, Cergas-Bocconi e Cluster lombardo scienze della vita, esplora l’impatto economico e le tendenze di sviluppo di questa filiera.  

In base alle evidenze emerse – si legge in una nota – la filiera lombarda ha saputo uscire rafforzata dalla pandemia, sperimentando una crescita economica robusta già emersa dai dati della precedente edizione del rapporto: il valore della produzione ha raggiunto nel 2022 quasi 85 miliardi di euro, segnando un incremento del 17,5% rispetto al 2019. Il valore aggiunto sfiora i 30 miliardi di euro, in crescita del 16,4%, più che nell’intero Paese dove la variazione è del +13,8%. Il valore aggiunto diretto e indotto attivato dalla filiera Life Science lombarda, inoltre, incide appunto per il 2,5% sull’intero Pil nazionale.  

Il rapporto restituisce dunque la fotografia di una filiera regionale in continua espansione economica, che consolida il proprio ruolo primario nel contesto nazionale e il posizionamento competitivo tra le regioni europee più avanzate nelle scienze della vita, con un traino sempre maggiore dell’industria. La Lombardia si riafferma anche come hub primario nazionale delle scienze della vita, distinguendosi tra i maggiori player in Europa: qui, d’altra parte, risiede un sesto della popolazione nazionale e si registrano ben il 19% degli addetti, il 26% del valore aggiunto e il 31% del valore della produzione della filiera italiana. Un confronto che regge anche con le altre regioni continentali rilevanti per insediamenti Life Science, ossia Cataluña, Baden-Württemberg e Île de France: l’industria farmaceutica lombarda spicca per un valore aggiunto per abitante superiore a tutti i benchmark e pari a 695 euro.  

In base ai risultati della ricerca, significativo, sui mercati internazionali, è anche il posizionamento dell’industria farmaceutica lombarda. L’export ammonta infatti a 9,8 miliardi di euro nel 2023, più della regione francese (9,2 miliardi) e di quella spagnola (9 miliardi). L’incremento lombardo del 28,3% rispetto al 2019 è secondo solo a quello eccezionale della Cataluña (+41,4%). Relativamente ai servizi sanitari, il valore aggiunto pro-capite cresce in Lombardia del 9,1% tra il 2019 e il 2022, più che in Cataluña dove flette del 4,9%. Nel 2022 il valore della produzione e il valore aggiunto dell’industria lombarda superano rispettivamente i 38 e gli 11 miliardi di euro, in aumento più che nel totale nazionale e rispettivamente del 28,7% e 26,8% rispetto al 2019.  

In Lombardia, mostra l’analisi del Centro studi Assolombarda, l’industria attiva da sola il 45,2% del valore della produzione e il 37,1% del valore aggiunto dell’intera filiera Life Science regionale: incidenze decisamente superiori a quanto rilevato in Italia e, soprattutto, con un contributo in crescita rispetto al 2019, quando le corrispondenti percentuali erano il 41,3% e il 34,1%. Estremamente interessante – prosegue la nota – è anche l’analisi sull’attività svolta dalle imprese industriali in Lombardia, driver di salute e attrattori di innovazione per il cittadino. Considerando le 77 maggiori aziende lombarde (fatturato superiore ai 100 milioni di euro), il 66% ha una attività produttiva in regione, il 55% svolge trial clinici, mentre una quota sempre importante, ma più ridotta, pari al 39%, ha in regione un centro di ricerca aziendale.  

Un ulteriore rilievo dell’analisi riguarda la rilevanza strategica dei servizi sanitari e socio-assistenziali. I servizi sanitari rappresentano il 54% del valore aggiunto e il 35% del valore della produzione dell’intera filiera lombarda. Inoltre, il settore si caratterizza per dinamica positiva nelle sue dimensioni tra il 2022 e il 2019: +8,3% il valore aggiunto, +8,5% il valore della produzione. I servizi sanitari lombardi attivano il 18,3% del valore aggiunto nazionale del settore, esprimendo un’incidenza superiore rispetto a quella della popolazione: questo deriva, da un lato, dall’attrattività verso pazienti non residenti grazie ai centri di alta specialità presenti, dall’altro da una maggiore offerta sanitaria privata. 

Grazie alla collaborazione con il Cluster lombardo scienze della vita, l’edizione 2024 del ‘Milano Life Science Forum’ ha ospitato anche il ‘Forum Ricerca clinica’, iniziativa giunta alla terza edizione che nasce da un progetto di sistema – Visione ricerca 2030 – e ha promosso una riflessione tra attori europei, nazionali e regionali, mettendo in luce le politiche attuali e le aree su cui agire per consolidare la competitività della Lombardia e dell’Italia nell’attrazione di studi, sperimentazioni, investimenti e innovazioni a favore del sistema sanitario e del cittadino.  

Nel contesto nazionale, la Lombardia è polo rilevante della ricerca, realizzando più di un quinto (22%) delle pubblicazioni italiane del settore e attivando la metà dei trial clinici farmacologici. Secondo lo studio, l’ambito Clinical & Life Science è altamente prolifico nelle regioni benchmark considerate e in Lombardia rappresenta il 47% di tutti gli articoli pubblicati nel 2023. Allargando al benchmark europeo, la Lombardia registra 785 articoli Clinical & Life Science per milione di abitanti nel 2023, un numero inferiore ai peer europei, ma con un divario in riduzione negli ultimi anni grazie alla più elevata intensità di incremento: +31,3% gli articoli scientifici pubblicati dagli enti lombardi nel 2023 rispetto al 2015. In termini di qualità della ricerca, la Lombardia ha una quota di articoli altamente citati (1,9% del totale) simile a quella del Baden-Württemberg e non troppo distante dalla Cataluña top performer (2,9%). 

Al ‘Milano Life Science Forum 2024’ hanno preso parte, oltre al presidente Alessandro Spada e al vicepresidente con delega alle Life Science Sergio Dompé, anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, e l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi. Presenti lo special advisor Life Sciences di Confindustria Gianfelice Rocca, il presidente del Cluster lombardo scienze della vita Gabriele Pelissero, e i vertici di Aiop, Anitec-Assinform, Confindustria dispositivi medici, Farmindustria, Federchimica-Assobiotec e Human Technopole. Alle sessioni istituzionali sono intervenuti anche rappresentanti dell’Agenzia europea per i medicinali, dell’Agenzia Italiana del farmaco, del ministero delle Imprese e del Made in Italy e del ministero della Salute. 

G7, Gemmato: “L’Italia ha quasi dimezzato l’uso di antibiotici negli animali”

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(Adnkronos) – “All’evento conclusivo del G7 a Bari declineremo tutte quelle che sono le misure di prospettiva che il governo Meloni, insieme al ministro della Salute Orazio Schillaci, sta ponendo in essere con un ottica risolutiva di carattere nazionale e internazionale. La lotta all’antibiotico-resistenza vive su due step, uno nazionale e uno internazionale, e noi riteniamo che da Bari possono arrivare le soluzioni per ambedue i livelli. C’è un forte investimento da parte del governo Meloni, 100 milioni di euro sono previsti in legge di Bilancio per la lotta all’antibiotico-resistenza. Con orgoglio rivendichiamo il fatto che l’Italia è il Paese che in Ue ha ridotto di più il consumo di antibiotici nella filiera zootecnica, quasi il 50%. Sintomatico del fatto che la carne italiana è sana”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, a margine della presentazione a Roma dell’evento conclusivo del G7 Salute, che si svolgerà a Bari.  

Questo risultato è stato ottenuto “grazie ad un rigoroso sistema di tracciatura dei medicinali reso possibile dalla ricetta elettronica veterinaria e all’applicazione di precise ‘stewardship’ previste dal Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar), sul quale non a caso abbiamo destinato un finanziamento di 40 milioni di euro annui – ha proseguito Gemmato – La strategia veterinaria di contrasto all’antibiotico -resistenza è ad oggi tra le più all’avanguardia. Basti pensare che grazie al sistema informativo Classyfarm siamo in grado di classificare gli allevamenti sulla base del rischio di sviluppo e diffusione di resistenza agli antibiotici, premiando gli allevatori virtuosi con un fondo annuale di 376 milioni nell’ambito della Politica agricola comune (Pac 2023-2027)”.  

“E’ importante anche parlare delle buone pratiche e soprattutto ringraziare chi ne è fautore – ha concluso il sottosegretario – ovvero i medici veterinari che svolgono un lavoro eccezionale di sorveglianza e prevenzione, nel nostro sistema sanitario nazionale pubblico come in quello produttivo”.  

G7, a Bari evento chiusura Salute: proposte concrete contro super batteri

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(Adnkronos) – Si svolgerà a Bari il 28 e il 29 novembre l’evento conclusivo del G7 Salute che si è svolto a metà ottobre ad Ancona. Al centro il tema dell’antibiotico-resistenza. Oggi al ministero della Salute a Roma la presentazione della 2 giorni barese che vedrà anche l’inaugurazione, il 29 novembre, del Villaggio della salute promosso dalla Federazione delle società medico-scientifiche italiane (Fism) in collaborazione con il ministero della Salute, che permetterà alla popolazione in un’area di 1.500 metri quadrati di svolgere screening e counseling. Coinvolti 200 professionisti sanitari per 3 giorni e per la promozione della donazione del sangue ci sarà l’ex nazionale di rugby Martin Castrogiovanni, testimonial della campagna realizzata dal ministero della Salute.  

“Un terzo dei decessi per antimicrobico resistenza in Ue sono italiani – ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, presentando l’evento oggi al Roma al ministero della Salute insieme a Loreto Gesualdo, presidente della Fism – A Bari vogliamo proseguire la discussione avviata al G7 Salute di Ancona lo scorso ottobre e andare oltre condividendo proposte concrete per il contrasto alla resistenza agli antimicrobici, insieme a referenti politici e tecnici dei Paesi del G7 (Giappone, Germania, Uk, Usa, Francia, Canada, Unione Europea, più Arabia Saudita e Albania), alle organizzazioni internazionali (Fao, Oms, Oecd), alla comunità scientifica, ai parlamentari italiani, alle istituzioni nazionali e locali, all’industria e a tutti i portatori di interesse”.  

L’evento – ricorda il ministero della Salute – si colloca come naturale evoluzione del dibatto su quella che è ormai dichiarata come emergenza di salute globale più critica e soprattutto come ponte tra gli impegni annunciati a livello globale e le strategie intraprese a livello nazionale. Gli fanno da cornice i recenti incontri internazionali sul tema dell’antibiotico-resistenza: il G7 della Salute di Ancona, la riunione di alto livello in occasione della 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite dello scorso settembre a New York, il G20 in Brasile e, non ultima, la Conferenza globale di alto livello tenutasi a Gedda 2 settimane fa. “Vorrei evidenziare – ha sottolineato Gemmato – che mentre gli altri eventi satellite dei G7 sono stati preparatori alla riunione ministeriale, questo di Bari viene proprio a chiudere il ciclo dei lavori dei tavoli internazionali per avviare la discussione con un passaggio di consegne per i successivi appuntamenti”. 

Tra gli obiettivi già delineati nel G7 di Ancona, ha rimarcato Gemmato, c’è anche “l’ingresso per la prima volta dell’Italia a livello internazionale nel sistema strutturale di incentivi per favorire lo sviluppo di nuovi antibiotici attraverso i 21 milioni per il finanziamento della partnership globale no profit CarbX. In questo modo – rimarca il sottosegretario alla Salute – promuoviamo gli incentivi ‘push’ per incoraggiare gli investitori privati ad allocare risorse nella fase di ricerca di nuovi antibatterici. Allo stesso tempo, a livello nazionale, con le misure in legge di Bilancio 2025 intendiamo destinare fino a 100 milioni di euro del Fondo farmaci innovativi per lo sviluppo di agenti antinfettivi per infezioni da germi multiresistenti”.  

Tornado al Villaggio della salute, sarà aperto per 3 giorni, dal 29 novembre al primo dicembre, in piazza Libertà a Bari e si trasformerà in un grande polo di prevenzione, informazione e sensibilizzazione, accogliendo i cittadini. “Si tratta di uno spazio unico, capace di favorire il dialogo e la collaborazione tra medici, società scientifiche, istituzioni, associazioni, enti no profit e i cittadini. Un format innovativo per la salute e per la prevenzione”, evidenzia la Fism. “Vogliamo far crescere il seme della prevenzione e vogliamo creare cultura della prevenzione, quindi oltre ai controlli e agli screening ci saranno momenti di comunicazione e sensibilizzazione verso la popolazione”, ha precisato Gesualdo.  

Il Villaggio – conclude la Fism, sarà strutturato intorno ad una tensostruttura centrale che ospiterà: una sala conferenze con 9 workshop tematici, organizzati nelle giornate del 30 novembre e del primo dicembre, dove esperti e professionisti si confronteranno con il pubblico su temi chiave della salute e della prevenzione; un ambulatorio multidisciplinare, cuore pulsante dell’iniziativa, che vedrà alternarsi medici, infermieri e psicologi per offrire screening gratuiti, visite specialistiche e corsi di formazione; stand informativi e unità mobili nello spazio esterno e all’interno della tensostruttura. I partner della manifestazione accoglieranno i cittadini per promuovere campagne di sensibilizzazione e svolgere ulteriori attività di prevenzione. 

Potenza, incidente in tribunale: muore operaio di 57 anni

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(Adnkronos) – Un operaio è morto in un incidente sul lavoro nel tribunale di Potenza. L’uomo aveva 57 anni ed era di Villa d’Agri, frazione di Marsicovetere, in provincia di Potenza. A darne la notizia e riportare le condoglianze è il sindaco di Marsicovetere, Marco Zipparri, su Facebook. “Apprendiamo con tristezza e immenso dolore – ha scritto – che un nostro concittadino ha perso la vita sul luogo di lavoro. La comunità tutta si stringe al dolore dei familiari per l’improvvisa perdita di un onesto lavoratore e padre di famiglia”. 

Egitto, naufragio nave turisti Mar Rosso: trovati altri sopravvissuti

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(Adnkronos) – Le autorità egiziane hanno trovato altri tre sopravvissuti e quattro cadaveri dopo il naufragio di imbarcazione turistica nel Mar Rosso ieri. Lo ha annunciato il governatore della regione del Mar Rosso spiegando che le persone trovate in vita sono due cittadini belgi e un egiziano. In totale sono state soccorse 31 persone, mentre 9 risultano ancora disperse. 

La nave turistica viaggiava con 44 persone a bordo, 31 turisti di diverse nazionalità e 13 membri dell’equipaggio, quando è affondata nel Mar Rosso. 

Jason Guo, Head of Europe realme: “innovazione e prodotti d’eccellenza per conquistare i mercati”

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(Adnkronos) – Realme si è distinta per una crescita significativa e una presenza sempre più consolidata in Europa, in particolar modo in Italia. Jason Guo, capo di realme Europa, condivide con Adnkronos le strategie che hanno permesso al marchio di scalare rapidamente le classifiche e i piani futuri per innovazioni che promettono di rivoluzionare ulteriormente l’industria. Tra le nuove tecnologie, l’integrazione avanzata dell’intelligenza artificiale e le strategie di marketing mirate, realme si appresta a ridefinire l’esperienza smartphone, focalizzandosi sulle esigenze e le aspettative di un pubblico giovane e dinamico. 

Realme ha ottenuto una rapida crescita e un significativo aumento della quota di mercato in Italia. Quali strategie ritiene siano state fondamentali per raggiungere questo successo, specialmente nel competitivo mercato italiano?
 

La nostra rapida crescita in Italia si basa su una profonda comprensione delle esigenze dei consumatori locali e un chiaro focus sui prodotti di fascia media-alta. Il successo della serie realme 12, lanciata all’inizio di quest’anno, ha stabilito un forte riconoscimento nel mercato. Questo è stato seguito dal debutto globale della serie GT 6 a Milano, segnando il ritorno della linea GT sul palcoscenico internazionale dopo due anni. La serie GT 6 è stata un grande successo, superando 1,2 milioni di spedizioni globali in soli quattro mesi e diventando lo smartphone più venduto su Amazon Italia nel segmento da €399 a €1000, con vendite aumentate del 167% rispetto alla generazione precedente, la serie GT 2. 

Con il prossimo lancio del GT 7 Pro, l’intera lineup GT sta ufficialmente ritornando in Italia. Progettata per superare le aspettative tecnologiche degli utenti giovani, la serie GT Pro guiderà come flagship delle prestazioni AI, la serie numerica GT dominerà come un “flagship killer” completo, e la serie GT T numerica sarà la scelta per i giocatori orientati alle prestazioni. 

Inoltre, il rafforzamento delle partnership con i principali rivenditori e operatori di telecomunicazioni è stato fondamentale per espandere la nostra presenza nel competitivo mercato italiano. 

Il recente lancio del realme GT 7 Pro mira a stabilire nuovi standard in termini di prestazioni AI e fotografia. Potrebbe descrivere le filosofie che guidano lo sviluppo dei prodotti realme, specialmente in termini di soddisfazione e superamento delle aspettative degli utenti?
 

realme è stata fondata con una chiara direzione: No Leap, No Launch. Per portare innovazioni nella forza del prodotto, introduciamo le nostre nuove linee di prodotto, con la serie GT posizionata come Flagship di Prestazioni di Livello Successivo con AI, la serie numerica come Prestazioni di Nuova Generazione & Fotocamera, e la serie C come Migliore Tecnologia per i Giovani. Inoltre, l’AI sarà integrata in tutta la linea di prodotti, posizionando realme come un divulgatore di AI. 

Per la nuovissima serie GT Pro, essa esemplifica la nostra filosofia di innovazione senza compromessi. Il mercato di fascia alta ha bisogno di nuovo sangue. Mentre molti flagship priorizzano una singola caratteristica, come la fotocamera, realme GT 7 Pro offre eccellenza in ogni area—fotocamera, chipset, display, batteria, AI e design. Riflette sei anni di ricerca e sviluppo e feedback da giovani appassionati di tecnologia che richiedono la perfezione. Equipaggiato con il chipset Snapdragon 8 Elite, l’obiettivo telefoto Sony IMX882 e il display Eco² OLED, il GT 7 Pro è il flagship definitivo delle prestazioni AI, stabilendo un nuovo punto di riferimento per gli smartphone di fascia alta e garantendo che il GT 7 Pro offra un’esperienza da flagship che supera le aspettative. 

realme pone particolare attenzione ad un pubblico giovanile con la creatività, le prestazioni e l’estetica. Il design Mars del GT 7 Pro, ispirato all’esplorazione spaziale, risuona con il loro spirito avventuroso e il desiderio di innovazione. Funzioni come AI Sketch to Image e Live Photos li abilitano ad esprimersi e migliorare i loro stili di vita digitali. 

Sul fronte del marketing, ci concentriamo sul connetterci con i giovani attraverso piattaforme come TikTok, sfruttando collaborazioni con influencer, posizionamento di risorse e live stream per creare campagne autentiche e coinvolgenti. Per esempio, entro dicembre, approfondiremo la nostra partnership con l’e-commerce di TikTok, cementando ulteriormente la nostra connessione con questo demografico e distinguendo realme dai concorrenti. 

Essendo entrato tra i primi quattro marchi di smartphone in Italia, quali sono i prossimi obiettivi di espansione di realme sia all’interno dell’Italia che in altri mercati europei?
 

Il 2025 segna l’inizio di un nuovo capitolo per realme mentre ci sforziamo di renderlo l’Anno delle Nuove Altezze. L’Europa rimane un focus strategico, con l’obiettivo di raddoppiare le vendite e assicurare una posizione stabile tra i primi 4 marchi di smartphone entro il 2025. In Italia, miriamo a mantenere la nostra posizione tra i primi 4 mentre soddisfiamo le esigenze in evoluzione dei nostri utenti. 

Per raggiungere questo obiettivo, ci stiamo concentrando su cinque aree chiave: Eccellenza del Prodotto, Espansione dell’E-commerce, Partnership con Operatori di Telecomunicazioni, Sviluppo dei Mercati Chiave e Costruzione del Marchio. 

Eccellenza Prodotto – focus su prodotti di fascia media-alta: la serie GT ha registrato ottimi risultati a giugno con la serie GT 6, e il Flagship di Prestazioni AI GT 7 Pro è pronto per essere lanciato a breve. 

E-commerce: i prodotti di fascia media-alta sono un canale chiave per l’espansione. Continueremo a rafforzare la nostra presenza su Amazon e le piattaforme online locali. 

Operatori di Telecomunicazioni: nel 2025, prevediamo di collaborare con i principali operatori. 

Crescita del Mercato Chiave: stabilire due mercati con milioni di utenti in Polonia e Italia, mentre la Spagna è il nostro motore di crescita principale. 

Investimento nel Marchio: continuare ad investire nella costruzione del marchio. 

Mentre realme introduce caratteristiche innovative come i sistemi avanzati di fotocamera nel GT 7 Pro, quali sono alcune delle tecnologie chiave che realme prevede di lanciare nei futuri dispositivi e quale impatto prevede che queste avranno sul mercato?
 

Oltre alla fotocamera, l’AI rimarrà centrale nella nostra strategia di innovazione, con dispositivi futuri che avanzano l’efficienza AI, l’imaging AI e il gaming AI mentre integrano prestazioni di nuova generazione. 

Per l’AI, il nostro investimento in ricerca e sviluppo AI è cresciuto del 613% quest’anno, e abbiamo fatto crescere il nostro team di ingegneria di sette volte. Collaborando con oltre 20 leader del settore, il nostro obiettivo è di spedire 100 milioni di smartphone AI entro tre anni, ridefinendo l’esperienza flagship. 

Per le prestazioni, ogni generazione della serie GT nasce per spingere ancora oltre i confini delle prestazioni grazie anche a collaborazioni con partner d’eccezione come Qualcomm. Queste tecnologie non solo elevano le aspettative degli utenti ma anche consolidano la posizione di realme come pioniere nel mercato di fascia alta. 

La tecnologia di ricarica rapida è un’altra area in cui realme è leader. Dopo la ricarica rapida di 240W nel GT 3, quest’anno abbiamo svelato la SuperSonic Charge da 320W, capace di caricare completamente uno smartphone in soli 4 minuti e 30 secondi. Questa innovazione leader mondiale non solo stabilisce nuovi standard per velocità e sicurezza ma trasforma anche l’esperienza utente, rafforzando la leadership di Realme nella tecnologia energetica. 

Strategia Nazionale dell’Idrogeno, tre scenari al 2050

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(Adnkronos) – Orizzonti temporali di breve, medio e lungo termine, con diversi scenari da qui al 2050, per la diffusione dell’idrogeno rinnovabile e a bassa emissione carbonica: così è delineata la Strategia Nazionale dell’Idrogeno, realizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e presentata nella sede del Gse a Roma.  

“L’idrogeno è una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, che abbiamo chiaramente delineato nel Pniec e devono portarci al ‘Net Zero’ al 2050. La nostra Strategia si articola su diversi scenari, sapendo che l’affermazione del vettore idrogeno dipenderà da molteplici e trasversali tematiche. Oggi il governo – spiega il ministro Gilberto Pichetto – vuole dunque condividere con imprese e industrie una visione su un settore che già può contare su risorse complessive superiori ai 6 miliardi, ma che ha ancora bisogno di sviluppare un mercato solido e va dunque accompagnato con nuovi strumenti, insieme a una forte coesione inter-istituzionale”.  

La Strategia nazionale – spiega il Mase – si articola attraverso una matrice che vede tre possibili scenari sviluppati su un orizzonte temporale di lungo periodo. La strategia stima una ‘domanda nazionale’ tra 6 e 12 Mtep con una corrispondente necessità di elettrolizzatori variabile da alcuni GW fino ad alcune decine di GW a seconda delle condizioni di contesto. Nel testo è chiarito che per decarbonizzare i consumi servirà la combinazione di diverse fonti, tra cui l’aumento della produzione da rinnovabili, lo sviluppo della ‘Carbon Capture Storage’, di biofuel, biometano e, non ultimo, dell’idrogeno, anche eventualmente affiancato dalla ripresa della produzione nucleare. Solo così, è spiegato, si potrà soddisfare la domanda a fronte di fonti non programmabili e intermittenti, con la capacità di trasportare grandi quantità di energia su lunghe distanze e a costi competitivi. 

Se dunque, si legge nel testo, nei prossimi decenni ogni alternativa troverà uno spazio applicativo, sono indicati come le variabili che incidono sull’idrogeno la decarbonizzazione degli usi finali (trasporto pesante, settore marittimo e aereo), l’integrazione del sistema energetico, la realizzazione di una filiera forte e competitiva. Altri aspetti da considerare sono l’aumento della sicurezza negli approvvigionamenti di energia e il relativo contributo dell’idrogeno, la realizzazione dell’obiettivo ‘Italia hub energetico nel Mediterraneo’, su cui molto incide l’attività di cooperazione, un sistema di certificazione che assicuri di non rilocalizzare le emissioni ma di contribuire concretamente alla loro riduzione, come anche lo sviluppo di ricerca e innovazione che possano creare nuovi prodotti e componenti.  

“Nel medio e lungo periodo – viene spiegato nella Strategia – lo sviluppo di una produzione ‘large scale’ e di una infrastruttura dedicata permetterà di abbattere i costi di produzione”, e altrettanto “una logistica su gomma di idrogeno gassoso e liquido potrà essere di supporto nel medio periodo”. Viene citato nel documento il progetto ‘Southern Hydrogen Corridor’, di cui la dorsale italiana è parte integrante, che “renderà l’Italia un hub europeo dell’idrogeno, favorendo i flussi di importazione”. 

Vendite da record per il lancio in Cina del realme GT 7 Pro

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(Adnkronos) – Realme ha diffuso gli straordinari risultati di vendita del realme GT 7 Pro, registrati subito dopo il suo debutto in Cina. I numeri ottenuti sono stati descritti come senza precedenti, consolidando il successo del GT 7 Pro come “Flagship delle Prestazioni AI”. Questo risultato è frutto dell’impegno costante di Realme nell’attenere alle esigenze degli utenti, nonché delle importanti partnership con aziende di spicco come Qualcomm e Google. Il realme GT 7 Pro, il primo smartphone flagship in Europa a essere equipaggiato con il processore Snapdragon 8 Elite, una batteria da 6500 mAh e una ricarica rapida da 120 W, ha stabilito nuovi record di vendite e di incassi il giorno del suo lancio sul mercato cinese. Inoltre, il dispositivo si è classificato primo nelle vendite giornaliere su JD.com, il maggiore portale di e-commerce per prodotti digitali in Cina, e ha dominato anche la classifica delle vendite di smartphone su TikTok in Cina, esaurendosi durante il primo giorno di vendite live online. 

“Con il lancio del realme GT 7 Pro, abbiamo stabilito un nuovo record nel mercato cinese, battendo tutti i precedenti in termini di vendite e ricavi al lancio. Questo smartphone non solo dimostra il nostro impegno verso l’innovazione nell’intelligenza artificiale, ma è anche testimonianza del nostro focus su esperienze utente rivoluzionarie. Siamo entusiasti di introdurre questa novità tecnologica, dotata di Snapdragon 8 Elite, come primo brand in Europa, dove confidiamo che il GT 7 Pro conquisterà anche i consumatori europei”, ha dichiarato Chase Xu, Vicepresidente e CMO di realme.