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martedì, Novembre 26, 2024

Dialoghi con l’altro, intervista a Soumaya Bourougaaoui

ATTUALITÀDialoghi con l'altro, intervista a Soumaya Bourougaaoui

Nel corso delle mie peregrinazioni da internauta alla ricerca delle comunità italiane che si erano insediate sulle rive dell’Africa del Nord e su quelle del Medioriente, ho avuto l’opportunità di conoscere molti intellettuali, docenti, studenti e attivisti di varie nazionalità impegnati anch’essi alla ricerca della comune cultura e civiltà che unisce i popoli del Mar Mediterraneo.

foto di Soumaya Bourougaaoui

Uno degli incontri più belli, fruttuosi e stimolanti è stato quello con la professoressa Soumaya Bourougaaoui, giovane docente universitaria di lingua italiana, da tempo impegnata nell’incontro interculturale e religioso tra le sponde mediterranee. Soumaya è nata nella città di Tozeur nel sud della Tunisia, diventata mitica in Italia da quando il compianto Franco Battiato compose la famosa canzone “I treni di Tozeur”. Poi si è trasferita in una cittadina della periferia sud di Tunisi, un altro luogo mitico e storico, Hammam-Lif sovrastata da una bellissima collina, il Bou-Kornine sempre visibile in tutte le fotografie del Golfo di Tunisi. Una presenza maestosa che ricorda un po’ quella del Vesuvio nel Golfo di Napoli.

Gruppo fb citato nell'articolo
Gruppo facebook citato nell’introduzione all’intervista fatta da Mario Brunetti

Nel 2020 Soumaya ha promosso un gruppo su Facebook “La Tunisie d’Antan” (al quale mi invitò di collaborare) che oggi conta circa 144.000 iscritti e continua ogni giorno a crescere. In questo gruppo vi sono affluiti persone di tutto il Mediterraneo e di altri paesi del mondo, a dimostrazione del patrimonio cosmopolita che caratterizza la Tunisia dove sono affluite molteplici culture e lingue, in particolare nell’età moderna.

L’intervista

In Tunisia si sono incontrati e hanno convissuto italiani, francesi, maltesi, spagnoli, russi assieme agli autoctoni di origine berbera e araba. Si è trattato di una sorta di melting pot culturale e religioso di grande valore specie in un mondo agitato oggi da nazionalismi ed estremismi religiosi. Abbiamo chiesto a Soumaya se e come questa commistione di individui di origini, religioni e culture diverse nel suo paese abbia influito nella scelta dei suoi studi e nel suo impegno odierno.

Ci risponde che la Tunisia è stata nella storia, fin dall’antichità, un punto di incontro tra diverse popolazioni. I suoi stiti archeologici rappresentano la varietà di popoli vi erano: Cartaginesi, Romani, Amazigh, Arabi, ottomani, francesi, italiani, ebrei, maltesi, greci, russi… I suoi monumenti testimoniano, nel loro mix di stili architettonici che mediano il gusto europeo con quello middle-orientale…

Pescatori siciliani in Tunisia
Pescatori siciliani in Tunisia

Nel XIX secolo, tra le comunità europee in territorio tunisino, quella italiana, era la più numerosa e la più rilevante! Il gran numero di migrazioni, che fa parte della storia nazionale, ha contribuito alla ricchezza linguistica del paese. La Darija tunisina è stata influenzata dalle lingue dei popoli che hanno vissuto o amministrato la Tunisia nel corso della storia. Direi che la Tunisia è un mosaico! Stiamo cercando di creare una Tunisia del multilinguismo e della multiculturalità, nella quale, la diversità sia tutelata e le minoranze religiose e culturali siano protette. Sono interessata ai temi della multiculturalità e alla questione delle minoranze. Lavoro su: la diversità linguistica, la situazione delle minoranze culturali e religiose in Tunisia e in Italia. Attualmente sto facendo una ricerca: La Tunisia, punto di incrocio di popoli e di culture tra passato e presente. In diverse città tunisine, si incrociano e si mescolano culture diverse e religioni differenti con rispetto reciproco. La Goulette, rimane un’esempio di integrazione pacifica! È conosciuta anche per il film sulla tolleranza razziale “Un estate alla Goulette” (1996), diretto da Ferid Boughedir, interpretato dall’ attrice Claudia Cardinale, tunisina di nascita, la più bella italiana di Tunisi che afferma:

«Ricordo la processione della madonna di Trapani, seguita a Tunisi con religioso rispetto anche da ebrei e arabi. La Sicilia… Io qui ho fatto tanti film, quest’isola è molto Oriente, ritrovo l’allegria dei mercati, i colori, i profumi, il calore. Adoro il mare, la sua, la mia libertà.»

Anche l’isola di Djerba, si contraddistingue per l’atmosfera di tolleranza e di serenità; ebrei e musulmani coabitano in pace e in armonia da sempre. Alcuni musulmani sono nati nello stesso quartiere, hanno avuto buone relazioni con gli ebrei e andavano insieme alla stessa scuola. Oggi, i loro figli vanno a scuola con gli altri bambini ebrei. Un’altra cosa da aggiungere, nel campo universitario e dell’istruzione, è stato attivato presso la Facoltà di Lettere e delle Scienze umane dell’Università di Manouba, il Master di ricerca in civiltà e religioni comparate. È stata una buona iniziativa e unico modo per partecipare alla costruzione di un futuro di pace e di convivenza armonica di diverse culture, ovvero, lanciare un messaggio di pace, e consolidare la coesistenza pacifica sottolineando come la tolleranza e la convivenza interreligiosa siano un valore distintivo della società tunisina.

Alla domanda di come pensa che la valorizzazione di questo passato interetnico possa servire alla crescita e allo sviluppo della Tunisia (e non solo), ci risponde che per lei è molto importante consolidare relazioni tra Tunisia e le nazioni, assicurare scambi culturali più intensi ed equilibrati e promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, assicurando alle generazioni che verranno un futuro da vivere. La diversità è ricchezza. La diversità non contribuisce solamente alla vitalità culturale, ma anche può sviluppare il nostro paese.

Italiani clandestini in Tunisia
Italiani clandestini in Tunisia

La nostra politica, afferma, deve essere l’ambito in cui si dialoga e ci si confronta su idee differenti per il bene collettivo, soprattutto, consentire una vita in una società basata sul rispetto reciproco.

Un viaggio in profondità nella vita di Soumaya

Così Soumaya ci riassume i suoi attuali impegni: “Ho conseguito il mio dottorato nel 2018 in lingua e letteratura italiana con specializzazione in civiltà italiana presso la Facoltà di Lettere e delle Scienze umane-Università della Manouba, discutendo una tesi dal titolo: “La comunità ebraica nell’Italia Meridionale ai tempi di Federico II di Svevia”, sotto la direzione del Professor Alfonso Campisi. L’obiettivo di questa tesi è quello di illustrare l’evoluzione della comunità ebraica nell’Italia meridionale, all’epoca di Federico II di Svevia lo Stupor Mundi. A differenza della maggior parte degli altri sovrani coevi Federico II, come accennato, quest’ultimo aveva un sincero interesse per la cultura ebraica perché crebbe nel Mezzogiorno, a Palermo, in un ambiente cosmopolita e multiculturale con una forte tradizione di convivenza pacifica tra cristiani e ebrei. Ho voluto trattare questo argomento perché considero che la protezione delle minoranze etniche e religiose, è essenziale per la stabilità, la sicurezza e la pace. E considero che la creazione di un clima di tolleranza e di dialogo è necessaria per consentire alla diversità culturale di essere fonte non di divisione, bensì di arricchimento per ciascuna società.

Dal 2018, ho iniziato a collaborare con Religions for Peace Italia. Religions for Peace Italia, accanto alle organizzazioni internazionali, e assieme a molti altri movimenti, essa vuole operare per promuovere, all’interno della nostra umanità, una convivenza pacifica e giusta fondata sul rispetto, mediante un impegno di educazione alla pace e al dialogo, la diffusione di ideali di fraternità e di riconciliazione, della collaborazione fra i popoli. Dal 21 giugno 2019, sono redattrice del mensile “Mediterranea”, che ha l’obiettivo di diffondere la cultura del dialogo nel Mediterraneo. L’8 maggio 2021, ho cominciato a collaborare con la rivista “etnie”, scienza, geopolitica e cultura dei popoli. 2021: membro aderente al Centro di ricerca sulle minoranze-Università degli Studi dell’Insubria.

moschea di Kairouan
Moschea di Kairouan, luogo sacro dell’Islam

Continuo a lavorare sulle minoranze culturali e religiose. Un evento importante online è stato organizzato, in Tunisia, il 16 maggio 2021 in occasione della giornata di convivenza tra i popoli: Tunisia-Italia “Convivenza laiche e religiose tra popoli del Mediterraneo” (incontro organizzato da Religions for Peace Italia e figli di Abramo- amici per la pace), animato da realtà italiane e tunisine per una migliore reciproca conoscenza. Hanno partecipato il Dottr. Luigi De Salvia la Professoressa Silvia Finzi, Padre Jawad, la signora Enrica Giraldi della Caritas di Tunisi, e sono proprio contenta di aver partecipato a questo incontro.

L’educazione a un dialogo interreligioso e interculturale tra esseri umani che professano la propria concezione religiosa, e che sono pronte a interagire con altri credenti o non-credenti è molto importante! Per favorire l’integrazione, l’apertura e la conoscenza culturale di tutte le grandi Culture e Religioni dell’umanità! Nel 2021, è nata una convenzione tra l’Istituto di Studi Umanistici di Sbeitla (Università di Kairouan) e Religions for Peace Italia, desideriamo collaborare nel quadro di diversi programmi di ricerca, al fine di promuovere il dialogo e la cooperazione tra la Tunisia e l’Italia. Considerando le diversità religiose e culturali esse sono un incentivo alla crescita umana e sociale.

Cattedrale cattolica a Tunisi
Cattedrale cattolica nel pieno centro di Tunisi

Nei giorni 18 e 19 ottobre 2022 si svolgerà a Sbeitla il secondo Convegno internazionale Nadwet Limdina: “L’uomo e le religioni”, L’obiettivo sotteso di questo Convegno è riunire ricercatori del mondo accademico, rappresentanti delle comunità di fede presenti in Tunisia, in Italia e in altri paesi, attivisti, per affrontare questa questione sotto vari punti di vista, e mia ad aprire nuove prospettive per valorizzare le diversità religiose e favorire la convivenza feconda di culture dialoganti. Colgo l’occasione per invitare a partecipare a questo importante convegno”.

Infine non potevano mancare la domanda su quali riflessioni emergono dall’esperienza dell’ormai famoso gruppo” La Tunisie d’Antan”?

Il nostro gruppo, ci risponde, è aperto a tutti, e mira a creare ponti, oltrepassare confini, dialogare con culture e civiltà diverse, raccoglie numerosissimi membri da diversi Paesi del mondo: (inclusa la Tunisia), Francia, Algeria, Canada, Italia. I membri sono attivi! Condividono i loro ricordi, la nostalgia di quegli anni ormai lontani, post, vecchie foto per ricordare il nostro passato, i bei tempi. Ma l’obiettivo è far conoscere il nostro paese e recuperare la sua memoria storica. I tunisini devono accettare le differenze, anche superare stereotipi e pregiudizi: credenti e atei possono convivere. Il dialogo interreligioso e interculturale permette di creare un senso di affinità e contribuire a una convivenza pacifica nella società tunisina, in realtà, c’è tanta strada da fare! Purtroppo, non tutti accettano la diversità.

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Mario Brunetti
Mario Brunetti
Nato sulla sponda sud del Mediterraneo, studia e s'interessa di politica strategica, storia, popolazioni, cultura e tradizioni di questo mare che unisce tre continenti. Ex docente di materie letterarie, storia e geografia, ora promuove e gestisce gruppi d'interessi transculturali sui social network.

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