Tanti i fattori, coincidenti, ricercati, casuali, metereologici, tutto un insieme che ha contribuito a creare un evento da dimenticare, da accantonare nel dimenticatoio, anche se la location, immersa nel verde, era di rilievo green, anche per i tentativi di arginare l’uso di alcool e fumo, fra i giovani universitari, nelle dimenticate e abbandonate, terre Ungheresi. Fuori da quelle aree, alcool, droga e miseria, invece dilagano.
Il caldo asfissiante ha fatto il resto, come il bag informatico che ha bloccato il mondo a partire dal 19.
Certo, i ragazzi in qualche modo, hanno fatto di situazione esperienza, ma i dormitori, con camerate sporche, bagni in comune e cibo da discutere, per non parlare delle distanze da raggiungere, hanno avuto un certo peso. I giovani sportivi si adeguano, soprattutto gli stranieri, forse abituati a certe situazioni, ma gli italiani, hanno dovuto segnare passo. La situazione sociale nel d’intorno, alquanto preoccupante, i tanti locali sfitti, nel centro di Miskolc, ne fanno eco e segnale preoccupante.
Le percentuali, in ogni caso, premiano risultati, su 5 Atleti nel karate partecipanti, di vari CUS di appartenenza, 2, sono andati a medaglia; 2 i Bronzo, solo nel kata (forme), di Elena Roversi e Cristian Serra, l’altro partecipante di specialità, Mario Miranda, ha superato solo un turno. Nel kumitè (combattimento), l’unico partecipante italiano, Pierangelo Ferraiolo, si è fermato dopo il secondo turno, al terzo, pur partito in vantaggio, non ha saputo gestire situazione, eludendo i suggerimenti dell’angolo, che forse, lo avrebbero maggiormente sostenuto nell’azione combattiva.
Ottenere un risultato, non è stato certo facile. Il 50% degli Ufficiali Gara convocata, era del Paese ospitante, il resto, dei Paesi amici dell’Est. Ovviamente nessun italiano, quindi il gioco adottato, era chiaro: sostenere gli Atleti appartenenti a certe zone europee in primis, consegnandoli in zona medaglia o alquanto limitrofa, dopodichè, sostenere quelli che erano i Paesi simpatizzanti. Il risultato del medagliere, salvo qualche eccezione, ne è lo “specchio” tangibile. Questa situazione purtroppo è alquanto nota a tutti, ci auguriamo che nel vicino futuro, le Federazioni di appartenenza, non ne acquisiscano solo benefici a ricaduta, ma abbiano il coraggio di investire su questi giovani Atleti che invece e per la bandiera di appartenenza, si mettono in gioco, indossandola con orgoglio, quando c’entrano obiettivo. I CUS di riferimento, oltre ad investire, dovrebbero ottenere anch’essi gratificazione, se non altro, nella giusta parità d’intenti e considerazione. Guarda caso infatti, gli EUSA, non sono ad appannaggio delle federazioni ma, sono controllati dai CUS/Associazioni quindi, perdono di potere e controllo, mentre, gli eventuali risultati, come i protocolli cerimoniali, sono acquisiti da essi. Insomma, della serie: come gestire solo i vantaggi. Questo spiega e, non tanto stranamente, come mai, solo in certi CNU annuali, appaiano (come luci notturne, in mezzo allo scuro mare notturno) Atleti di interesse nazionale che poi, andranno a formare le nazionali internazionali, ma anch’esse universitarie però, a gestione Federale. “Giochetti da sottobanco”.
Inoltre, resta ancora uno nodo da risolvere, in ambito delle telematiche (che in qualche modo si è contribuito ad iniziare a cambiare, inserendole nei CNU –email 27.01.2022, ore 20.50-nda), riferita all’appartenenza territoriale di svolgimento degli esami e/o di tesseramento, degli universitari, gratificando in qualche modo i CUS di origine, a differenza dell’attuale applicazione che favoreggia la sede giuridica, ingrossando le fila di CUS che non avrebbe ro forse, neanche bisogno di altra linfa, sottraendola ai situazioni “minori”.
Registrata la presenza dei dirigenti salernitani, fra cui Felice Lentini, Michele Di Ruocco, Enzo Cusati, ai quali si aggiunge il tecnico accompagnatore, Luigi Di Maio. Come la presenza del tecnico e padre, Mario Roversi e del Dirigente, Cinzia Garbellini. Il gruppo salernitano, presente anche in funzione dell’assegnato EUSA Games del 2026, che si terrà in terre salernitane, purtroppo, senza la sezione combat.
Il CUS Salerno, sta dimostrando, nel suo piccolo, di voler investire, dando credito e sostegno, ai suoi universitari. Un esempio, da non prendere sotto gamba, nello sforzo di dare visibilità e motivazione, al suo gruppo di lavoro a differenza di altri blasonati CUS italiani che, inoltre, per l’attuale errata posizione, anche in favore delle telematiche, si vede gratificata di numeri e qualità, che forse non avrebbero. Adriano, Paolo, Enzo e tanti altri, dietro le quinte, a rimborcarsi maniche, a quadrare situazioni e conti.
Resta l’abnegazione e l’esempio di questi ragazzi, per lo sport e nello sport, che altrimenti non si traduce se non nella volontà di credere e sostenere, ciò che amano (LdM).