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domenica, Dicembre 22, 2024

“Generazione Top Of The Pop’s”: noi che aspettavamo le ore 14 del Sabato.

Uncategorized“Generazione Top Of The Pop’s”: noi che aspettavamo le ore 14 del Sabato.


Amici e amiche millennialis, dopo l’articolo sul Festivalbar, il filone nostalgico (al punto giusto), dentro di me non si è fermato.

E quindi di che parliamo stavolta? Quale altro programma musicale è stato simbolo del nostro passato da pischelli? 

Sono sicuro che se vi capita di sentire “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin, non appena parte l’intro, vi verrà in mente una sola cosa: “ Top Of The Pop’s”.

Il sabato alle 14, cascasse il Mondo, ci si sintonizzava su Rai2 per vedere la classifica della settimana, per scoprire se ci fossero novità (questo però non valeva per chi – io ero tra questi- si incollava con le cuffie alle varie radio in settimana per ascoltare sia le classifiche che le novità musicali.

Ricordo ancora programmi storici come Los40, la DiscomaniaMix condotta da Mazzoli, radio Tam Tam Network che non esiste più, la prima M2O ecc) ma soprattutto per vedere chi c’era alla numero 1.

Ma cos’era “Top of The Pop’s”? (Rispondiamo ai più giovani)

TOTP era un format televisivo inglese nato nel 1962 e durato fino al 2006, dove ogni settimana veniva mostrata la classifica dei dischi/singoli più venduti, e durante il programma si esibivano live o in playback gli artisti più in voga del momento.

In Italia arriverà, pensate un po’, solo nel 2000 in onda su Rai2 il sabato alle 14.

A condurre la prima edizione fu Sarah Felberbaum.

Dal 2001 fino al 2011 si susseguirono altri conduttori e conduttrici.

Dal 2003 al 2006 il programma ebbe una breve parentesi in Mediaset su Italia1 con Daniele Bossari alla conduzione.

Su Rai2 sbarcó “CD Live” che era più o meno la stessa cosa (io restai fedele a Rai2 perché CD Live – gusti personali sia chiaro – era meglio dell’edizione Mediaset di TOTP.

Cosa rappresentava TOTP nei giovani italiani dell’epoca? 

Sicuramente era l’inizio del fine settimana, simbolo del sabato pomeriggio, imperdibile prima di uscire la sera (come lo era di sera guardare il Wrestling. P. S dedicherò un articolo anche a quest’ultimo).

Erano anche gli anni dove la cassettina stava per essere sostituita dai “Peer-to-peer” per la condivisione di file sharing.

In Italia aprì le danze Napster. 

Ovviamente non era legale scaricare i file Mp3 da lì, ma i CD costavano ancora un botto, e l’abbiamo fatto tutti almeno una volta, quindi niente ipocrisia.

Da Top Of The Pop’s spesso scoprivi artisti, e correvi su internet (correvi è un parolone per chi ha vissuto la connessione con il modem56k) per cercare l’album e scaricarlo.

Come per il FestivalBar, anche Top Of The Pop’s è stato il simbolo di un’era che è scomparsa. 

Sono un nostalgico, ma non sono un sostenitore accanito del “era meglio prima”, anche perché, come scrivo spesso, ogni epoca ha i suoi pro e i suoi contro, ma se vogliamo soffermarci solo sull’aspetto musicale, come scritto già nell’articolo precedente, un brano, ma soprattutto un album, aveva più tempo per essere ascoltato e vissuto, a volte da un album, la band o il cantante singolo, estraeva anche più di 3 o 4 singoli prima di iniziare a lavorare ad un nuovo progetto.

E questo decisamente era un “pro”.

Sicuramente quello che oggi manca di più, è la qualità.

Quando sei costretto/a ad andare veloce perché non sei al passo con un Mondo che va ancora più spedito di prima, può capitare che ciò che andrai a comporre non comunichi nulla.

La peggio la stanno avendo i dischi, ormai i ragazzi non li ascoltano più, si vive di singoli che durano qualche mese.

È questa per chi ama la musica è una cosa brutta.

Forse anche in questo caso, siamo nostalgici non solo dei bei ricordi, ma di un Mondo meno ansioso, più lento per certi aspetti.

TikTok ad esempio, sta completamente distruggendo l’industria musicale, sia con le orribili versioni “Speed Up”, e sia perché crea l’illusione che adesso tutti possono diventare famosi, ma a giudicare da quello che esce da quel social in italia, non è il talento ad avere la meglio, ma la “macchietta”.

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Francesco Ronca
Francesco Ronca
Mi chiamo Ciccio Ronca, ho superato da poco i 30 all’anagrafe. Mi piace andare avanti, ma non riesco ad abbandonare l’adolescenza. Ci vediamo a scuola!

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