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martedì, Dicembre 17, 2024

Genova: rettore su studentesse incatenate, ‘se mi scrivono mail le incontro’

CRONACAGenova: rettore su studentesse incatenate, 'se mi scrivono mail le incontro'

Il rettore dell'Università di Genova risponde alla protesta delle studentesse, mentre gli studenti preparano uno sciopero e una manifestazione per il 15 novembre. Le rivendicazioni riguardano il diritto all'istruzione, la sicurezza e il benessere psicologico.

“Se incontrerò gli studenti? Se mi inviano una mail, come hanno fatto gli altri studenti”. Così il rettore dell’università di Genova Federico Delfino, all’ingresso a Orientamenti a Genova, ha commentato la vicenda relativa alle studentesse del collettivo ‘Cambiare Rotta‘ incatenate davanti al rettorato di via Balbi 5 per chiedere l’apertura di un centro antiviolenza all’università. Delfino ha chiarito di non volere aggiungere altro sulla vicenda delle ragazze incatenate, che non andrà a trovare. “C’è un programma che si sta sviluppando”, si è limitato a dire. Intanto la protesta prosegue, gli studenti hanno occupato il rettorato e hanno annunciato lo sciopero studentesco per venerdì 15 novembre, giorno in cui è stata annunciata la manifestazione degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari che saranno in piazza alle 15.

“Rovesciamo il governo, liberiamo il Paese” è lo slogan della manifestazione che si terrà in largo Lanfranco, davanti alla prefettura di Genova. “Oggi, la risposta del Governo alle richieste della nostra generazione – dichiara Francesco Devoti, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi – è la repressione. Assistiamo ogni giorno a una crescente limitazione della nostra partecipazione democratica e al tentativo di impedirci di esprimere il nostro dissenso. Non possiamo accettare un sistema che non garantisce un’istruzione accessibile a tutti, che crea barriere per chi già vive difficoltà economiche e favorisce una competizione continua tra noi studenti e studentesse. Edilizia scolastica, trasporto pubblico, Pcto e repressione del dissenso, sono solo alcune delle criticità delle quali questo governo non si è adeguatamente occupato, quando addirittura non ne è stato l’artefice, come per quanto riguarda la repressione delle nostre manifestazioni. Chiediamo che si prendano in considerazione le nostre battaglie storiche, che il governo si preoccupi della nostra salute mentale, del nostro benessere psicologico e introduca, una volta per tutte, anche l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole”.

“L’università e il diritto – aggiunge Michele Ciulla, coordinatore di Sinistra Universitaria – Udu Genova – allo studio sono sempre più minacciati da continui tagli, che finiscono sempre per ricadere su noi studenti e studentesse. È intollerabile che molti di noi non ricevano le borse di studio a cui avrebbero diritto, che trovare un alloggio accessibile sia diventato impossibile, e che siamo lasciati a gestire da soli e da sole il caro affitti. Chiediamo che il sistema universitario sia finalmente finanziato in modo adeguato e che tutti gli studenti e tutte le studentesse abbiano un vero sostegno economico. Nel nostro ateneo, inoltre, da ormai settimane, attraverso il Comitato Pari Opportunità, abbiamo richiesto l’apertura di un Centro Antiviolenza, ma il rettore non si è ancora attivato. Un ateneo moderno deve prendersi cura del benessere e della sicurezza dei suoi studenti e delle sue studentesse; pretendiamo che si intervenga ora”. I rappresentanti degli studenti e delle studentesse denunciano inoltre il crescente divario tra regioni, l’assenza di investimenti strutturali nelle scuole e università e le misure governative che, con il pretesto della sicurezza, limitano la libertà di manifestare. “Ogni giorno ci vengono sottratti spazi di confronto e mezzi di espressione,” prosegue Devoti, “ma non cederemo al silenzio. Il 15 novembre saremo in piazza a Genova, in tutta la regione e in tutto il Paese, perché crediamo in una scuola e in un’università che ci formino come cittadini e cittadine liberi, libere e consapevoli”.

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