(Adnkronos) –
I costi di gestione elevatissimi stanno portando all’abbandono di molte dimore storiche.
Ecco invece un esempio in controtendenza a Villafranca Padova: l’immobile, risalente al 1600, è stato ristrutturato e reso sostenibile a livello energetico. Senza che ne sia stata intaccata l’architettura.
Padova 11.07.2024 – Una villa veneta a zero consumi. La prima energicamente sostenibile. Una particolarità che la rende unica nel suo genere. Si tratta di Villa Ca’ Dura a Villafranca Padova, anche nota come Villa Durer, così chiamata per la discendenza dall’architetto Albrecht Durer. E questo è il risultato di una sapiente ristrutturazione durata tre anni, che ha reso l’importante immobile di 1.000 metri quadri, dotato di 5.000 metri quadri di parco, interamente sostenibile, sia per l’ambiente sia per la gestione.
Infatti, grazie ai 60 kw di fotovoltaico installati nelle vicinanze, e a 120 kWh di batterie al litio, i costi sono completamente abbattuti, portandola in classe A4. La villa è così diventata totalmente “elettrica”, grazie a pompe di calore che producono sia calore che raffrescamento. Inoltre sono state coibentati il tetto e le pareti, ed è stato installato un ascensore che rende la villa accessibile anche ai portatori di disabilità. Il tutto, vale la pena di precisarlo, senza nessuna conseguenza a livello estetico. L’immobile oggi è in vendita, a disposizione di privati interessati a una vita campestre di lusso, o di istituti di credito, studi di avvocati e studi di architetti che vogliano utilizzarla come sede di prestigio, o di chi organizzi eventi. Potenziali acquirenti che non solo potranno contare su un luogo ricco di storia e già di per sé ammantato di magia, ma potranno abbattere del tutto i costi di gestione, particolare tutt’altro che banale e che rende realizzabile quello che poteva apparire come un sogno: collocare i propri uffici in una prestigiosa villa veneta. Già, oggi Villa Ca’ Dura può fare scuola.
Questo modello di restauro e utilizzo potrà essere da esempio per molte ville venete, oggi abbandonate o da tempo in vendita senza trovare acquirenti interessati, proprio per gli elevati costi di gestione. Un problema concreto, e per rendersene conto basta navigare tra i principali siti immobiliari per trovarne almeno una ventina sul mercato. Ma chi lavora nel ramo conferma che in realtà sono quasi tutte in vendita, anche quando ufficialmente non lo sono. Il motivo? Sempre lo stesso: con l’aumento delle spese molti proprietari non riescono più a mantenerle. Due calcoli si fanno rapidamente: in media servono circa 5 mila euro al mese solo per i costi di gestione ordinari, legati ai consumi energetici di gas ed elettricità. Senza considerare il fatto che restaurare una villa veneta è molto costoso rispetto a una ristrutturazione “normale”, essendo necessario seguire quello che impone la Sovrintendenza. Un problema, anche questo, superato per Villa Ca’ Dura, non a caso già oggetto di molte visite.
Ed ecco perché vale la pena di segnalarla come un esempio virtuoso. La villa, costruita nel XVII secolo come residenza estiva della famiglia borghese padovana dei Bacchetti, possidente di terreni a Ronchi di Campanile, deve il suo appellativo di “Ca’ Dura” al nome dell’architetto: Alberto Durer, che nella tradizione familiare risulta discendere da Albrecht Durer, il famoso pittore tedesco presente a Venezia nei primi anni del secolo XVI. Una villa che si è subito posta come felice modello di equilibrio architettonico e che, ora, è tornata a nuova vita.
Rendere le ville più sostenibili? Oggi è possibile.
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