Pur se il clima, non ha lasciato scampo e la pioggia, a più riprese, ha bagnato Eboli, l’Open Campania FiJLKAM, 13a Edizione Adidas, 18° Memorial Cesare Baldini, ha avuto epilogo, concludendo la kermesse di questo weekend, posta in essere dal Comitato Regionale, diretto da Antonio Bracciante che, ha iniziato giornata, salutando sui social e gli ospiti interessati presenti, riportandosi all’accaduto di ieri, scusandosi ancora. Anche il Judo campano, ancor più salernitano, ha fatto capolino alla manifestazione nelle persone dei Tecnici: Fernando Gallia, Carmine Polisciano, Pietro D’Orsi, Michele Lionti.
Il primo Open Campania (internazionale), ebbe luce nel 2009 (5/8 Dicembre), in quel di Avellino, sull’idea di Aldo Capolupo (progetto grafico salernitano) e da allora, si è quasi sempre ripetuto ogni anno, fino ad oggi, magari cambiando svolgimento di sede, ma con la passione ed il desiderio degli albori. Il 2003 era deceduto, Cesare Baldini (Faenza, 1.11.1935 – Teano, 9.04.2003), diretto allievo di Beppe Panada (1967), fu il primo Arbitro Mondiale Italiano (kata e kumite -Taipei 1982) ed il 13° nel mondo. In suo ricordo, la famiglia ed i suoi Allievi, dall’anno successivo al suo decesso, instaurarono il Memorial a suo nome, sulle direttive testamentarie che egli, aveva lasciato a futura memoria. Il Memorial e l’Open poi, trovarono sintonia e sinergia comune, pur leggermente allontanandosi dalle volontà testamentarie espresse (i regolamenti Federali, di allora e di oggi, non hanno trovato giusto accomodamento di intenti tra il volere e la realizzazione).
Baldini, il burbero buono e/o il gigante risoluto, aveva due amori, il karate e la famiglia, seppur la seconda, spesso, veniva posta in secondo ordine alla prima. Anche nei rapporti personali, il carattere, il suo piglio, il suo “modo d’essere” prendeva avvento e, come in tutti gli “amori” che si rispettino, vi erano linee crescenti e decrescenti nei rapporti intercorsi fra “uomini marziali”. Sempre restava e regnava sicuramente, in essi, la stima, il rispetto, il riconoscimento, dell’uno verso l’altro, almeno per chi, ne aveva conquistato diritto. Con lui, altri due karateka, condividevano sogno, Salvatore Nastro e Luigi Di Maio. In parte, ma solo in parte, questo sogno si è avverato. Tanta altra strada vi è da fare e forse il sogno, oggi è allargato alle altre discipline Federali, forse, si è allargato, alla nazione intera.
In questa cornice descritta, in parte anche di resoconto abbreviato storico, nella mattinata dell’evento campano, per qualche minuto, le aree di gara si sono fermate, gli Atleti e gli Arbitri schierati, lungo i bordi dei tatami, rivolti verso il podio, occupato, a giusto titolo, dai testimoni di Baldini, ad onorare lascito: la moglie, Rosalba Lancia; il figlio Salvatore e sua moglie Marilena; il nipote, Cesare Jr; Salvatore Nastro, speciale testimone a doppio titolo, anche in vece di tutti gli Atleti forgiati nel Musokan, prima Portici e poi Teano (since 1981); il Presidente Regionale FiJLKAM, Bracciante; per tutti gli Arbitri Federali, Davide Lallo e nel parterre, decine di occhi e volti noti, di ieri e di oggi, rammentarli tutti, improponibile, se non alcuni, per tutti a vario titolo, come: Rita Puleo, Vincenzo Riccardi, Giuseppe Zaccaro.
Vent’anni dopo, nulla conta in carati, il “presente” donato, se non il simbolo, in esso riposto e l’onore e forse l’onere, condiviso con tutti, di rammentar Cesare Baldini e coronare, si spera, sogno condiviso dai quei tre, che Mondo hanno girato, spesso insieme, con sete avida di conoscenza e condivisione d’intenti, amore e passione per la marzialità, in essi, mai celata, per spirito e filosofia d’essenza. Luigi Di Maio, l’onorato al riconoscimento reso, per sua vece, dai presenti citati; un lascito ereditario, pesante e leggero, allo stesso tempo, che si porta nel cuore e, da portare a “meta” (LdM).