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martedì, Novembre 26, 2024

Enrico Giovine – Lo sconsolato saluto

ITALIACAMPANIAEnrico Giovine - Lo sconsolato saluto

La Città di Battipaglia, si è giustamente inchinata, dinanzi al suo illustre cittadino; le Bandiere a mezz’asta del Comune, di sua residenza; gli alti onori, solenni, dinanzi alla Casa Comunale, con Sindaco in testa, Assessori, Impiegati e drappello, dei Vigili Urbani.

La Chiesa di Santa Maria della Speranza, vedeva schierato, nuovamente il Gonfalone Comunale, con la presenza di togati e militari dell’Arma, del Comandante della locale sezione della Polizia Locale, Gerardo Iuliano, in alta uniforme. I discorsi, commossi, del Presidente del Foro Distrettuale, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Avv. Gaetano Paolino, del Sindaco reggente, Cecilia Francese, del Parroco, Padre Ezio Miceli, assistito dai confratelli delle diocesi limitrofe cittadine. Durante la cerimonia religiosa, due togati, appartenenti all’ordine degli Avvocati, schierati, ai lati del feretro.

Enrico Giovine, nato a Pisciotta il 15.01.1932 (deceduto in Battipaglia il 19.04.2023), già Primo Cittadino (27.10.1977/07.02.1981 e poi, 19.07.1990/31.05.1991), ultimo dei democristiani della DC, riformista e studioso, oltre che apportatore di idee e linfa vitale, fin dal 1951, con Alcide De Gasperi (Presidente del Consiglio-Sella di Valsugana 19.08.1954-<<ricostruttore della Patria>>) e Antonio Segni (Ministro dell’Agricoltura) della Riforma Agraria della Piana del Sele. Combattuto “in casa” dai suoi stessi colleghi politici che, non amavano la meritocrazia, rispettato ed ossequiato, da tutto il restante mondo della politica dell’epoca e del tempo, del suo divenire. Segnò la sua fedele militanza al Partito al quale, niente doveva chiedere e a cui dava, senza nulla pretendere, pur nel rispetto della sua trasparente coerenza, che lo legava al territorio che amava e dal quale, era rispettato e stimato.

Mente geniale, conoscitore profondo della Storia d’Italia e di quelle Terre, memoria storica della politica italiana e delle vicende, di questo pezzo d’Italia, lucida e fervente, fino all’ultimo suo respiro. Onesto Intellettuale d’altri tempi, professionista, onesto, umile e rispettoso, conoscitore a fondo della materia giuridica, in tutte le sue peculiarità e branchie. Fervente cattolico e religioso praticante. Formato intellettualmente e politicamente, nella politica scuola del padre, anch’egli Sindaco e Procuratore del Registro, negli anni cinquanta, ma in quel, del Comune di Eboli. Dal 1958 era iscritto all’Albo degli Avvocati, aveva ricevuto le “conoscenze” nella Procedura Penale, dal suo Professore, Giovanni Leone (divenuto poi, Capo dello Stato), portò a Battipaglia, Aldo Moro (1976) e Oscar Luigi Scalfaro (1977). Amava Paolo VI.

Galantuomo, rispettoso e difensore della legalità, anche quando leggeva e riceveva sentenze, che andava al contrario, della dottrina giuridica, amava colloquiare con tutti ed era estasi, sentirgli raccontare aneddoti di vera vita vissuta. Enrico Giovine, è stato decano e soprattutto ispiratore, di tantissimi giovani, che iniziavano la pratica legale. Mancheranno, figure come la sua, che ormai, appartengono a retaggi, di un tempo passato, ove la professione dell’Avvocatura, era iscritta e tramandata con la “A” maiuscola. Lascia un vuoto incolmabile, nella politica italiana, nella dottrina legale, nell’umanità.

Chi ha avuto l’onore di conoscerlo, ha fervido esempio a cui far riferimento, anche se in un ambiente sociale, che già più, non lo meritava. La sua vita, la sua memoria, non sia mai dimenticata (LdM)..

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