Il Milan già lo scorso anno aveva dato forti segnali di rinascita, con il secondo posto valso il ritorno in Champions League, habitat naturale e terreno di caccia preferito del Diavolo dei tempi migliori. Quest’anno i rossoneri hanno fatto addirittura meglio, conquistando uno scudetto grazie ad una gestione mentale perfetta e al mix di giovani spensierati e campioni esperti. Questo è il mio personale pagellone della stagione dei campioni d’Italia 2021/2022.
Portieri
Maignan 9
Smentisce subito gli scettici e fa addirittura meglio dell’illustre predecessore. Dimostra grande abnegazione rientrando presto da un serio infortunio e tenendo più volte il Diavolo in piedi con parate tanto complicate quanto spettacolari. Gli unici errori che ricordo sono sui gol di Deiola e Bonazzoli (rispettivamente in Milan-Cagliari e Salernitana-Milan); per il resto sempre incolpevole o insuperabile (un esempio può essere il colpo di testa di Cabral in Milan-Fiorentina). Qualcuno ad Agosto diceva che senza Donnarumma il Milan partiva con 15 punti in meno…
Mirante S.V.
Tatarusanu 6,5
Croce e delizia quando viene chiamato a sostituire il compagno francese infortunato. Pesante il suo pasticcio con Gabbia in Fiorentina-Milan, si riscatta alla grande parando il rigore di Lautaro Martinez nel derby d’andata: anche se in minima parte, questo scudetto ha anche la sua firma.
Difensori
Ballo-Touré 5
Viene impiegato poco e quando accade fa piuttosto male: nell’unico match in cui incide lo fa in negativo, causando il secondo rigore per l’Inter nel derby d’andata, poi neutralizzato da Tatarusanu.
Calabria 7
Abbina una smisurata crescita nella fase offensiva a sbavature in quella difensiva. Seppur con qualche errore, la sua stagione supera la sufficienza anche grazie al suo spirito combattivo e alla voglia con cui lotta su ogni pallone.
Conti S.V.
Florenzi 7+
Leggermente meglio di Calabria, quando gioca sembra dare più sicurezze del vice-capitano. Abbina tanta corsa e qualità alla infinita tenacia, diventando in fretta un grande uomo-spogliatoio.
Gabbia 6
Chiamato in causa poche volte, in alcune spicca in solidità (es. Milan-Venezia) in altre commette ingenuità (es. Fiorentina-Milan).
Theo Hernandez 8
Ormai è una certezza, con lui il Milan ha un attaccante aggiunto. Migliora nella fase difensiva e impreziosisce la sua stagione con un gol alla Weah contro l’Atalanta a San Siro.
Kalulu 9
Forse la vera sorpresa della stagione. Diventa titolare a causa dei forfait di Kjaer e Romagnoli e da quel momento in poi diventa inamovibile. Esprime una qualità e una sicurezza impressionanti per l’età che ha e convince il Milan a non intervenire sul mercato a Gennaio. Il miglior difensore di questa stagione del Diavolo.
Kjaer S.V.
Colpito da un tremendo e sfortunato infortunio, ha comunque dato qualcosa alla squadra specialmente come grande uomo-spogliatoio quale è.
Romagnoli 6
Sufficienza risicata per il capitano. Era già il terzo nelle gerarchie dallo scorso anno, in questa stagione scivola addirittura dietro Kalulu. Ciò porterà probabilmente a un trasferimento a parametro zero, che arriva dopo un’annata non esaltante a livello personale ma conclusa alzando con la fascia al braccio lo scudetto.
Tomori 8
Stagione di altissimo livello per il centrale inglese, che abbina ottimi interventi a una grande leadership. Compie qualche sbavatura di troppo (specialmente nelle sfide con Inter e Liverpool) che mi porta a premiare maggiormente il suo giovane compagno francese, ma la sua stagione rimane più che positiva.
Centrocampisti
Bakayoko 5
Lontano parente di quello visto con Gattuso, non incide e spesso perde palloni sanguinosi. Ritorno deludente che coincide con un non riscatto altamente probabile.
Bennacer 7
La coppa d’Africa e gli infortuni si fanno sentire sul sultano algerino, che porta comunque a casa una buona stagione. Spesso in staffetta con Kessie e Tonali, spiccano nella sua annata i due gol tanto belli quanto pesanti in trasferta contro Bologna e Cagliari.
Castillejo S.V.
Gioca soltanto 5 partite, segno di come ormai lo spagnolo sia fuori dal progetto di Pioli. Nonostante ciò mostra un enorme attaccamento alla maglia e causa il decisivo autogol di Günter nel 3-2 casalingo contro il Verona. Probabilmente anche lui in estate saluterà Milanello, lasciando ricordi agrodolci ai tifosi rossoneri.
Brahim Diaz 6
Stagione dai due volti per il diez spagnolo: un inizio semplicemente straripante in cui sforna gol pesanti contro Sampdoria e Spezia. Poi dopo il Covid crolla verticalmente e si spegne del tutto. Sufficienza forse generosa, ma figlia del grande impegno mostrato in ogni match e dei punti portati nelle prime gare di campionato.
Kessie 7
Anche quest’anno il presidente mostra solidità ed efficacia, pur calando rispetto all’anno scorso in cui era stato l’Mvp del Diavolo. Il suo addio ha suscitato grandi polemiche e spesso i fischi di San Siro, ma l’ivoriano ha lasciato facendo buone prestazioni anche sulla trequarti.
Krunic 7
Parte non benissimo, a causa del poco spazio e delle doti tecniche non eccelse. Poi nel girone di ritorno diventa l’uomo in più dei rossoneri, diventando addirittura titolare nelle ultime e decisive gare. La sua duttilità e lo spirito di sacrificio ne fanno un giocatore utile per Pioli e rendono la sua stagione importante.
Messias 6+
La sua favola è ciò che ancora rende il calcio lo sport più bello al mondo. Vive una stagione di alti e bassi, in cui vanno ricordati il gol della speranza in Champions contro l’Atletico e la doppietta al Genoa.
Saelemekers 6+
Stesso voto di Messias, stessa stagione di alti e bassi del “rivale” di reparto. Lotta su ogni sfera ed è fondamentale in fase difensiva ma al contempo troppo poco incisivo sottoporta.
Tonali 9
Qualcuno era già pronto a scaricarlo dopo la deludente annata precedente, non il Milan e Paolo Maldini. Sandro diventa il cuore e il simbolo dello spirito rossonero. Asfissiante in marcatura, preciso in costruzione ed efficace in zona gol: sicuramente tra i migliori del Milan e il miglior centrocampista.
Attaccanti
Giroud 8
L’uomo dei gol pesanti. Si fa beffe della maledizione della 9 e diventa un punto fermo della squadra. Nonostante qualche acciacco questo scudetto porta la sua firma soprattutto nei big match, in cui porta 6 punti contando solo gli scontri diretti con Napoli e Inter.
Ibrahimovic 6,5
Gioca poco, tormentato dall’età. Ma Zlatan è sinonimo di infinito, a quaranta anni suonati segna 8 gol (di cui uno molto pesante contro la Roma all’Olimpico) e guida la banda di ragazzini terribili verso il sogno scudetto. Ibra non è solo quello che da in campo, ma anche e soprattutto il carisma e la mentalità vincente che infonde nel giovane gruppo. Assieme a Pioli, Maldini, Massara e Gazidis ha favorito la rinascita dalle ceneri della fenice rossonera.
Lazetic S.V.
Leao 9,5
Mvp della Serie A. Basterebbe questo a descrivere la stagione del portoghese. Vale per due in campo, sembra aver finalmente trovato quella maturità mentale con cui sfruttare le sue incredibili qualità a pieno. Letteralmente imprendibile sulla fascia sinistra, spesso risolve partite complicate con le sue accelerazioni brucianti. Questo ragazzo ha le potenzialità per diventare uno dei calciatori più forti del pianeta.
Maldini S.V.
Rebic 5,5
Netto peggioramento rispetto allo scorso anno, anche a causa dei ripetuti infortuni. Non riesce ad accendersi nemmeno nel girone di ritorno, in cui era stato devastante nelle due stagioni precedenti.
Pellegri S.V.
Pioli 9
Questo scudetto è frutto del lavoro di tutta la società, dalla dirigenza ai giocatori. Un plauso però è assolutamente doveroso per mister Stefano Pioli, che ha trasformato il pessimo Milan di Giampaolo in una squadra capace di vincere la Serie A 11 anni dopo l’ultima volta. A livello tattico da elogiare la fiducia in Kalulu e la scelta di Kessie prima e Krunic poi sulla trequarti nei momenti più bui di Brahim Diaz. A livello mentale bravo a tenere la squadra unita nei momenti difficili e sull’attenti in quelli di maggiore euforia, aspetto mancato lo scorso anno.
Voto finale 9
L’obiettivo di quest’anno del Milan era lottare per lo scudetto. Il target è stato raggiunto e addirittura superato, arrivando alla vittoria finale. Non arriva al 10 a causa di alcuni punti persi per strada che si potevano evitare, errori attenuati dagli inciampi ancora più gravi di Inter e Napoli, che a livello di rosa partivano sulla carta un passo avanti.
Questo scudetto del Milan può e deve essere d’esempio per tutto il movimento calcistico italiano. Questa vittoria infatti nasce da lontano: dall’arrivo di Maldini; dalla conferma di Pioli al posto della rivoluzione Rangnick (costata anche il posto in dirigenza a Zvonimir Boban, che sarebbe ingiusto non menzionare, questo scudetto è un pó anche suo da convinto sostenitore dell’allenatore emiliano); dalle spese oculate di Gazidis; dalla bravura degli scout capaci di trovare perle nascoste come Kalulu; dalle capacità di gestione di Scaroni e del fondo Elliott che ha da poco passato il testimone al gruppo Redbird capitanato da Gerry Cardinale e non ultimo dal grande ritorno di Zlatan Ibrahimovic. Questo scudetto quindi per me è la vittoria della programmazione e della linea verde sui budget gonfiati con cui si prendono grandi nomi che poi non rispettano le aspettative. Ora sarà interessante capire come il Milan si rinforzerá per il prossimo anno, il cui obiettivo è riconfermarsi in Italia e fare quanta più strada possibile in Europa.