13 Novembre 2017. La nazionale italiana di calcio tocca il punto più basso della propria storia recente: fuori dai playoff mondiali per mano della Svezia, gli azzurri non parteciperanno nuovamente al torneo per nazionali più importante 60 anni dopo l’ultima volta, nel 1958. A raccogliere i cocci del disastro targato Ventura, viene chiamato un allenatore di alto livello, capace di vincere svariati trofei anche fuori dai confini italici: Roberto Mancini.
La situazione sembra finalmente migliorare e la squadra tricolore fa bottino pieno nelle qualificazioni per Euro 2020, 10 vittorie su 10. Dopo l’anno di stop causa Covid, accade l’impensabile: contro ogni pronostico, l’Italia alza al cielo la coppa dell’Europeo interrompendo un digiuno nella competizione che durava dal 1968.
La nazionale sembra pronta a tornare ufficialmente tra i giganti del calcio, ma le partite immediatamente seguenti al trionfo continentale riportano a galla l’incubo di 4 anni prima. A settembre infatti, arrivano due inaspettati pareggi con Bulgaria e Svizzera e a novembre ne arrivano altri due, nuovamente con gli elvetici e con l’Irlanda del Nord, che sanciscono il secondo posto degli azzurri nel girone e i conseguenti playoff.
I tifosi sono sconcertati, quando tutto sembrava pronto per vedere la nazionale nuovamente protagonista, ritorna il timore di non partecipare alla coppa più importante. I vicini playoff di marzo non lasciano alternative, bisogna battere la Macedonia del Nord e la vincente di Portogallo-Turchia (da affrontare fuori casa in caso di finale) per tornare al Mondiale 8 anni dopo l’ultima volta. Non ci resta che attendere per capire quale sia la vera Italia: quella brillante e vincente di Euro 2020 o quella appannata e inconcludente delle ultime partite?