Non si può morire per amore, amore malato, malsano, tragico, già nella sua connotazione.
Anna, 30 anni, muore tragicamente, perché era sbagliata la tipologia d’amore, era sbagliato il rapporto instaurato, con il suo ex fidanzato?
Tragedia annunciata, calcolata, premeditata. Omicidio e tentato omicidio, in una giornata appena iniziata, su un luogo di lavoro non deputato ad essere scena di un crimine. Una giornata iniziata come tante e come tante, si aspettava finisse, ed invece..
Teatro, una parruccheria di Pontecagnano Faiano, sita in Via Tevere, che affaccia sulla strada nazionale, ove insiste, la Parrocchiale Chiesa.
Anna Borsa, aveva appena iniziato la sua giornata lavorativa, all’interno, già qualche cliente. Lei occhi chiari, bella, giovane ed allegra, solo qualche pensiero recondito, ogni tanto, gli aggrottava la fronte, o quando intravedeva, il suo prossimo assassino, passare o entrare nel negozio, per rimarcare, ipotetico, malato, possesso su lei; così, rimane terrorizzata, nel vederlo ancora entrare, sulla scena del crimine di questa, nefasta giornata.
L’omicida, conosceva luogo, situazioni, orari, la sua azione preventivata, studiata a tavolino, progettata freddamente, chissà da quanto tempo. Entra armato di pistola ed inizia a sparare. Lui, 40 anni, l’ex fidanzato di lei, Alfredo Erra, la centra al capo, ferisce gravemente anche un presente e, si dà alla fuga, lasciando l’arma sul posto, con matricola abrasa, segno ulteriore, di premeditata follia, come quella, di portar con sé, un trolley, per la sua tentata latitanza (fantomatica?). Fugge in auto, poi a piedi; raggiunge un autogrill, poco distante, nel Comune di San Mango, sull’autostrada per Napoli. Lì, lo raggiungono e lo arrestano, trovandolo in stato confusionale (chissà, forse qualcuno gli ha consigliato di farsi arrestare e magari, di fingere lo shook, per attenuare gli “umori” ed i pensieri della gente? Magari domani, i capi d’accusa o linea difensiva? Interessante, studiare i tabulati telefonici anche, di quelle ore, fra l’azione criminale e l’arresto). Tutte le Forze dell’Ordine, allertate alla sua ricerca, in primis, l’Arma dei carabinieri della Compagnia di Battipaglia al comando del Maggiore Sisto. A trovarlo, la Polizia Stradale. Nel frattempo, sul luogo dell’efferato omicidio, la Scientifica ed il Medico Legale, Marina D’Aniello. La fuga di Erra, dura poche ore. Tragica similitudine, ci riporta a qualche anno addietro (2015), quando, poco distante, a Campigliano, accadde similare vicenda; solo per rammentare, quante tragedie, ripetutamente nel tempo, si susseguono impunemente.
Ripetutamente, l’aveva già infastidita, ripetutamente e violentemente, l’assillava, di persona e sui social; Anna, dall’interruzione della loro relazione, risalente all’incirca a Luglio di quest’anno, non aveva pace. Come sempre, il timore di denunciare persecuzione, l’essere additata, accusata dalla gente superficiale, che cerca sempre scusanti ed attenuanti a discapito delle Donne.. della Donna.. di Anna, fiore reciso, anche dal giudizio della gente.
La libertà, non si conquista con il silenzio, nella speranza che il tempo, faccia suo corso ed attenui, forse cancelli, colpe che non appartengono, a chi, è vittima annunciata. La libertà, non è la morte; liberazione da un giogo, di cattivi sentimenti, di pessime lingue, di errati consigli.
Ad un passo, dalla Festa della Donna (8 Marzo), un’altra tragedia ci riporta ai femminicidi che riempiono la nera cronaca, ancora una volta, l’inciviltà impazza e riempie le pagine dei quotidiani. Speriamo stavolta, la pena sia certa, senza attenuanti, senza scusanti, l’efferato agire, è più che palese e per quanto sia giusto, il diritto alla difesa, condanna sia certa ed esemplare modello, di futura applicazione, non interpretativa, della Legge Italiana.
Le Associazioni cittadine, indicono corteo, fiaccolata silenziosa, come silente protesta. Lutto cittadino, è stato indetto, bloccate, tutte le iniziative per il Carnevale.(LdM).