IL NUMERO UNO
Un anno fa, il 25 novembre 2020, all’età di 60 anni ci lasciava Diego Armando Maradona. Soprannominato El Pibe de Oro (“il ragazzo d’oro”), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto. In carriera ha militato nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e infine nel Newell’s Old Boys. Con la nazionale argentina ha partecipato a quattro Mondiali, vincendo da protagonista il torneo del 1986. Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro, perché fino al 1994 il premio era riservato ai soli giocatori europei; nel 1995, però, ha ricevuto poi il Pallone d’oro alla carriera.
Maradona ha ottenuto, però, altri numerosi riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio FIFA come Miglior giocatore del XX secolo e nel 1993 la federazione calcistica dell’Argentina lo ha insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre.
L’UOMO MARADONA
Maradona, è stato tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo. Sospeso due volte dal calcio giocato: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un’altra volta per positività ai test antidoping al mondiale degli Stati Uniti 1994. Diego è sempre stato un animo ribelle e spesso la corrente sbagliata l’ha trascinato con sé, conducendolo sulla strada della rovina. Imperdonabile furono i suoi guai con il fisco italiano e la sua frequentazione con la camorra, che afferrò subito le sue debolezze da cui cercò di trarne beneficio, senza interessarsi “dell’uomo” Maradona. Ma sul campo Diego seguiva solo la legge del pallone e lui era il numero uno. Ed è per questo che è stato sempre amato, semplicemente perché faceva incantare chi lo guardava, non solo facendo gol ma anche facendoli fare. Il suo piacere era giocare e non pensava ad altro, amava il calcio come sport e non come economia. In campo Maradona non negoziava, anzi odiava il potere politico calcistico, perché secondo lui il calcio non doveva essere gestito con gli accordi e i favori.
FIDEL E DIEGO: UNA VITA INSIEME
Diverso invece era il discorso politico che Diego aveva rispetto al mondo circostante al calcio. Da anticonformista qual era strinse una forte amicizia con Fidel Castro, leader cubano dal 1959 al 2008. Entrambi ribelli e rivoluzionari, riflettevano nel calcio il loro spirito latino-americano, tanto che Castro, descrisse Maradona come “il Che Guevara del calcio”. Così legati in vita che il destino ha voluto che entrambi, a distanza di 5 anni, ci lasciassero lo stesso giorno: il 25 novembre, il giorno dei ribelli.