Ci sono sempre dei buon motivi per parlare dei Velvet Underground e comunque li si può sempre inventare.
In attesa del film di Todd Haynes su di loro, presentato a Cannes e dal 15 ottobre disponibile su Apple Tv+, è finalmente giunto il weekend della pubblicazione di “I’ll Be Your Mirror” , il tribute album che omaggia tutto il leggendario primo album di Reed, Cale e soci.
Abbiamo selezionato “Heroin” suonata da Thurston Moore e Bobby Gillespie (tra gli altri partecipanti in maniera convincente si segnalano almeno Michael Stipe, Iggy Pop e Matt Sweeney, Kurt Vile,Andrew Bird e Lucius).
Nel novero delle migliaia di band “vellutate” venute fuori nel corso di mezzo secolo c’erano sicuramente anche negli anni ’80 i Magic Roundabout da Manchester che non arrivarono nemmeno a pubblicare un disco durante il loro breve percorso, condividendo tuttavia il palco con gente del calibro di My Bloody Valentine, Pastels, Spacemen 3, Loop, Inspiral Carpets.
A rimediare a questa pecca ci ha pensato la Third Man Records di Jack White (ricomparso con un nuovo look proprio in questi giorni per il suo primo live in due anni dalla sede Londinese della Third Man appena inaugurata, giusto per la cronaca) e il disco si chiama semplicemente “Up”.
Intanto Sufjan Stevens non sbaglia un disco (non è proprio vero, ma volete mettere lo sfizio di parafrasare il titolo dell’esordio di Luca Carboni?) e per la propria Asthmatic Kitty, in compagnia del suo protégé Angelo De Augustine pubblica “A Beginner’s Mind”, ispirato dalla visione di film come “La Notte Dei Morti Viventi”,”Il Silenzio Degli Innocenti”, “Point Break”, eccetera.
Vi si lascia al piacere della scoperta dell’insieme, ma volendo giungere almeno la metà dei 20 nomi coinvolti citiamo senza dubbio la canzone raffinata di Andy Shauf, tornato a sorpresa con “Wilds”; l’ep di cover dell’Irlandese Brigid Mae Power (con, tra gli altri, brani dal repertorio di Townes Van Zandt, Bob Dylan, Songs:Ohia); Mac McCaughan, capobanda dei Superchunk e padron di Merge Records con “The Sound Of Yourself”, un indie cult hero di quelli di cui si ha sempre un dannato bisogno; il progetto Soccer96 da una costola dei The Comet Is Coming, gli storici The Connels , quelli di “74/75”, di ritorno dopo 20 anni a dimostrare nuovamente che se vi siete fermati al brano succitato vi siete persi parecchio; e poi il secondo lavoro di Ada Lea, i nostrani Giardini Di Mirò con una traccia di ben 19 minuti reminiscente i tempi migliori e via discorrendo.
Le parole si chiudono qui, a voi le emozioni…