Alla presenza, del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega allo Sport, l’Olimpionica, Valentina Vezzali, del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, del Presidente ed Amministratore delegato di “Sport e Salute”, Vito Cozzoli e del Direttore Generale dell’INAIL, Giuseppe Lucibello, con i loro saluti istituzionali, si è svolta, l’Assemblea Elettiva Nazionale, del Comitato Italiano Paralimpico, presso, il Salone d’Onore del CONI.
Il Consiglio Nazionale, ha poi rieletto, alla Presidenza del CIP, Luca Pancalli, con 50 preferenze sulle 53, possibili, lasciando allo sfidante, Fabrizio Vignali, alla carica presidenziale, un solo voto. Sono stati poi, preferiti, alla Giunta Nazionale: Remo Breda, Paola Fantato, Tiziana Nasi, Sandrino Porru, Mario Scarzella, Roberto Valori (vicepresidente vicario) e Fernando Zappile, quali rappresentanti Federali e delle Discipline Sportive; Daniele Cassioli e Sara Morganti, in rappresentanza della quota Atleti; Riccardo Vernole, rappresentante in quota Tecnici; Patrizia Sannino, in rappresentanza degli Enti di Promozione Sportiva; Massimo Porciani, quale rappresentante territoriale regionale e, Patrizia Saccà, quale rappresentante territoriale provinciale.
Il movimento paralimpico internazionale, parte dall’illuminazione del neurochirurgo Inglese, Sir Ludwig Guttmann; l’italiano, Dr Antonio Maglio, resta il padre nazionale, di tale movimento.
Nel 1960 ebbero i Natali, i Giochi Paralimpici estivi. Sull’esperienze della Germania e dell’Inghilterra, anche i suoi studi e metodologie applicate ai pazienti neurolesi, partendo anche dalle stimolazioni sportive ed agonistiche, quali: nuoto, pallacanestro, tennistavolo, getto del peso, lancio del giavellotto, tiro con l’arco, scherma e corsa in carrozzina.
L’INAIL di Ostia, sotto la spinta di Maglio (in cui era Dirigente), nel 1964, iniziò a finanziare la pratica sportiva dei paraplegici, facendo partecipare due rappresentative di Atleti italiani (una, con la sotto sigla INIG-Opera Nazionale Invalidi di Guerra), ai Giochi Paralimpici di Tokyo (all’epoca, ancora denominati, Giochi Internazionali di Stoke Mandeville), facendo però emergere, il gap di arretratezza, di fronte a Nazioni come: Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Olanda e Germania rappresentate da una Federazione o Comitato Nazionale Paralimpico riconosciuto dal relativo Comitato Olimpico e, in certi casi, con finanziamento e sostegno, dello Stato.
Finalmente, nel 1974, si ebbe il cambio di rotta italiano, con la costituzione dell’Associazione Nazionale per lo Sport dei Paraplegici (ANSPI), partecipando, per la prima volta, ai Campionati Europei di Atletica Leggera (Vienna 1977) e a quelli di Basket in carrozzina (Olanda 1977). Con l’aumento di richiesta, anche di altre tipologie di handicap e gli impegni nazionali ed internazionali moltiplicati, la FISHA (Federazione Italiana Sport Handicappati) che, fra gli anni ’70 e ’78, agì come ANSI, tentò di stabilire rapporti solidi e chiari, con il CONI.
Allo Stadio dei Marmi a Roma, nel 1981, fu organizzata uno splendido evento che vide la partecipazione delle discipline di Atletica Leggera, Scherma, Nuoto e Pallacanestro; dove storico, fu stabilito, il primato di Salto in Alto di Arnie Boldt (canadese), con mt 2,04, con una sola gamba. Lo stesso Boldt, rappresentò, il mondo della disabilità, al Giubileo degli Sportivi di Roma, alla Stadio Olimpico, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II; l’anno in cui la FISHA, ottenne l’adesione al CONI ma, solo nel 1987, ebbe il riconoscimento giuridico per sedere, nell’assise della madre di tutte le FSN, rappresentando anche la FICS (Federazione Italiana Ciechi Sportivi) e la FSSI (Federazione Sportiva Silenziosi Italiana). Nel 1990 (novembre), si costituì la Federazione Italiana Sport Disabili, dalla fusione delle tre entità, anche se, nel 1996, il movimento sportivo dei silenziosi, dovette scorporarsi, perché il CISS (Comitato Internazionale Sport Silenziosi), non aveva aderito ai principi e programmi, Olimpici e Paralimpici.
Solo l’approvazione del Decreto Legislativo n. 43 del 27 febbraio 2017 porta, il Comitato Italiano Paralimpico, al riconoscimento formale di Ente Pubblico per lo Sport, praticato, da persone disabili, mantenendo, nel contempo, il ruolo di Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimpiche, sia centrale che, territoriale, con il compito di riconoscere, qualunque organizzazione sportiva per disabili, sul territorio nazionale e di garantire, la massima diffusione dell’idea paralimpica e il più proficuo avviamento, alla pratica sportiva. Essa, infatti, in funzione all’attività agonistica, coordina e favorisce, la preparazione atletica delle rappresentative paralimpiche, delle diverse discipline, in vista degli impegni nazionali ed internazionali e, soprattutto, dei Giochi Paralimpici, estivi ed invernali, che si svolgono, circa due settimane dopo i Giochi Olimpici, nelle stesse sedi e strutture, utilizzate per le Olimpiadi. Il CIP, ad oggi, riconosce circa cinquanta entità sportive, tra Federazioni Paralimpiche, Discipline Paralimpiche, Enti di Promozione Paralimpica ed Associazioni Benemerite Paralimpiche, delle quali, circa trenta, riconosciute anche dal CONI.